2021-10-28
Toppa di un anno sulle pensioni. Colpo basso dell’Inps contro i disabili
Cabina di regia pre Cdm: si litiga su 102 o 103 ma solo per il 2022. Cambiano le regole, se si lavora niente assegno di invalidità.Maggioranza in fibrillazione. La Lega ottiene lo stralcio delle norme contro i balneari.Lo speciale contiene due articoli.Resta alta la tensione sulla legge di Bilancio e in particolar modo sul tema delle pensioni, dopo il confronto finito male martedì sera tra sindacati e governo. «Il dialogo non è stato positivo», spiega Domenico Proietti, segretario nazionale della Uil e la richiesta di mettere in atto una revisione del sistema pensionistico con una maggiore flessibilità in uscita è stata bocciata da Draghi, facendo irrigidire i sindacati che hanno promesso mobilitazioni nel caso in cui nella manovra non dovesse cambiare l'approccio sulle pensioni. Il leader della Lega, Matteo Salvini, continua a spingere su quota 41 (62 anni e 41 di contributi) sottolineando come in «Europa l'età media per andare in pensione è di 36 anni. Noi non diciamo 36 ma addirittura 41. In Italia tanti hanno anziato a lavorare da ragazzini e se tu non mandi in pensione la gente i giovani non cominciano a lavorare». Sulla stessa linea anche Proietti che sottolinea come «noi chiediamo di riallineare l'età di pensionamento a quello che avviene nella media dei paesi dell'Ue. È una richiesta sacrosanta e il governo farebbe bene ad ascoltarci». «In queste ore», continua Salvini, «stiamo cercando di tenere insieme le sensibilità di tutti. Un anno e mezzo di Covid non può essere passato sotto silenzio: ci sono tante aziende in difficoltà, soprattutto piccole e medie, proponiamo degli strumenti che tutelino il diritto all'accompagnamento alla pensione, per esempio per i dipendenti privati soprattutto delle Pmi». I tempi però stringono e le possibilità di introdurre modifiche sostanziose al tema delle pensioni sono poche, dato che oggi il Consiglio dei ministri si riunirà per approvare la legge di Bilancio 2022. Ieri si è tenuto fino a tarda serata la cabina di regia che potrebbe aver concordato una via di uscita provvisoria. Una sorta di toppa. Quando siamo andati in stampa le due ipotesi sul tavolo erano come accennato sopra i 41 anni di contributi oppure una forma flat di quota 102: 38 anni di contributi e 64 anni di età. Il tutto per far slittare al 2022 una più ampia riforma del sistema pensionistico anche in scia alle richieste del Pd e dei sindacati. Quello che è certo è che la misura che verrà definitivamente inserita all'interno della manovra non darà vita a una vera e propria riforma del sistema pensionistico. Quello sarà «l'obiettivo di un prossimo governo, frutto delle elezioni», conclude Salvini. Ma le tensioni all'interno della legge di Bilancio non ruotano solo attorno all'uscita dal mondo del lavoro, ma sono anche sulla questione del cashback, escluso fin dal principio da Draghi. Nei giorni scorsi il leader del M5s è però tornato ha richiedere a gran voce l'inserimento della misura all'interno della manovra, dato che rappresenta uno dei pochi strumenti per poter combattere l'evasione fiscale in Italia. Come ha spiegato Giuseppe Conte. Parole che non troveranno spazio dato che all'interno della legge di Bilancio non si parla di nuovi fondi per il cashback. Tema invece che viene affrontato è quello della riduzione delle tasse. Per questo sono infatti stati messi a bilancio otto miliardi di euro. Il problema in questo caso riguarda la qualità. Non si è infatti ancora trovato un accordo fra tutti i partiti della maggioranza su quali misure allocare gli otto miliardi di budget. In assenza di una sintesi, molto probabilmente si andrà verso la creazione di un fondo destinato al taglio delle tasse vuoto nel contenuto, che sarà riempito in un secondo momento. Sullo sfondo dei fragili equilibri della legge di Bilancio si è fatta però strada una decisione dell'Inps che va a discapito dei disabili. L'Istituto nazionale di previdenza ha infatti scritto un chiarimento in merito all'assegno di invalidità mensile, spiegando che se il ricevente percepisce un reddito da lavoro non potrà più ottenere il contributo relativo alla sua invalidità. «La Corte di Cassazione con diverse pronunce, è intervenuta sul requisito dell'inattività lavorativa […] affermando che il mancato svolgimento dell'attività lavorativa integra non già una mera condizione di erogabilità della prestazione ma, al pari del requisito sanitario, un elemento costitutivo del diritto alla prestazione assistenziale, la mancanza del quale è deducibile o rilevabile d'ufficio in qualsiasi stato e grado del giudizio», si legge dalla comunicazione dell'Inps. E dunque, secondo l'Istituto se si svolge un'attività lavorativa, a prescindere dal reddito ricavato, non si può essere beneficiari dell'assegno mensile di invalidità. «Alla luce di tale consolidato orientamento, a fare data dalla pubblicazione del presente messaggio (14 ottobre), l'assegno mensile di assistenza di cui all'articolo 13 della legge n. 118/1971, sarà pertanto liquidato, fermi restando tutti i requisiti previsti dalla legge, solo nel caso in cui risulti l'inattività lavorativa del soggetto beneficiario», conclude l'Inps. In un momento in cui avanza la povertà non certo un gesto di distensione, visto l'entità delle somme in questione. Certo, sarà da comprendere come la mossa, legata all'istituto gestito da Pasquale Tridico, si inserirà nel pacchetto di riforma deciso nel corso del cdm di ieri. Il disegno di legge delega sui temi della disabilità è previsto dal Pnrr stesso e mira a modificare le definizioni stesse di disabilità, i modelli di accertamento, di valutazione e di informatizzazione dei processi telematici di controllo. Al tempo stesso sarà istituito un Garante della disabilità. Speriamo serva a garantire più soldi a chi ha ai requisiti e prevenga le truffe.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/toppa-di-un-anno-sulle-pensioni-colpo-basso-dellinps-contro-i-disabili-2655411429.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="tensioni-anche-sul-ddl-concorrenza-i-partiti-lo-vogliono-nel-cassetto" data-post-id="2655411429" data-published-at="1635362187" data-use-pagination="False"> Tensioni anche sul ddl concorrenza. I partiti lo vogliono nel cassetto Sul disegno di legge concorrenza continuano le tensioni all'interno della maggioranza, tanto che non è chiaro se il testo arrivi o meno oggi al Consiglio dei ministri. Se ne è discusso ieri in cabina di regia fino a tarda notte. I partiti, tuttavia, spingevano per tenerlo nel cassetto. Il testo comprende diverse misure. Si va dalle gare per le concessioni delle aree demaniali portuali, passando per la liberalizzazione delle vendita di energia elettrica al settore medico e farmaceutico. Al momento la Lega avrebbe ottenuto lo stralcio dei balneari e delle concessioni agli ambulanti. All'interno del comparto sanitario sarebbe invece previsto un capitolo sulla selezione della dirigenza medica a carico delle Regioni. La scelta deve però sottostare a diversi principi. Il primo è che la selezione deve essere fatta da una commissione composta dal direttore sanitario dell'azienda interessata e da tre dirigenti che hanno competenze nella stessa disciplina dell'incarico che deve essere conferito. Questi sono individuati tramite sorteggio da un elenco nazionale. Creata la commissione, questa dovrà visionare i profilo professionali ricevuti e compararli. Chi avrà ottenuto il punteggio più alto sulla base dei titoli, sulle competenze organizzative, gestionali, sull'attività svolta in precedenza e sull'esito del colloquio otterrà il posto. E infine è prevista la trasparenza. Si richiede infatti che i vari profili esaminati e i criteri usati per arrivare alla scelta finale siano pubblicati sul sito internet dell'azienda, prima della nomina. Nel ddl concorrenza spazio è dato anche alle auto elettriche e alle relative ricariche. Dovrebbero infatti essere introdotte delle norme per favorire l'installazione di colonnine elettriche pubbliche. Per fare questo si devono introdurre dei criteri trasparenti per l'assegnazione, agli operatori interessati, degli spazi da destinare alla ricarica elettrica. Da ricordare inoltre che dentro il Pnrr è presente l'obiettivo di realizzare almeno 7.500 punti di ricarica nelle superstrade e quasi 14.000 nelle città. Un capitolo è destinato anche alle concessioni per la distribuzione del gas naturale e alla liberalizzazione della vendita di energia elettrica con un focus particolare sui clienti più vulnerabili dal punto di vista economico. Lato mezzi pubblici locali la parola d'ordine è razionalizzazione. Si vorrebbe infatti cercare di realizzare delle unioni tra i Comuni, riducendo il numero di enti e di amministrazioni coinvolte nel processo. Il ddl concorrenza dovrebbe inoltre eliminare gli ostacoli che impediscono ai concessionari portuali di fondere le attività in concessione in altri parti di grande e medie dimensioni. Ne segue che è ancora presto per mettere una parola finale al dossier Bolkestein, la direttiva europea del 2006 e recepita in Italia nel 2010, che impone di bandire delle gare per concedere dei beni pubblici, come possono essere le spiagge. L'Italia non ha però applicato nella pratica la direttiva, tanto che la Commissione europea ha avviato una procedura d'infrazione nei confronti del nostro Paese. Sulla questione a inizio mese Draghi aveva dichiarato come avrebbe valutato «sulla base di alcune sentenze», le decisioni da prendere, riferendosi alla riunione del Consiglio di Stato che doveva esprimersi in merito alla legittimità della proroga delle concessioni balneari fino al 2033, decisa durante il Conte I. Scelta rimandata.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco