2019-07-02
Toninelli va avanti contro Autostrade: «Via la concessione». Penali per lo Stato
Un video mostra il cedimento di un cavo del Morandi e il ministro annuncia: colpe gravi. Ma per Aspi rimborsi fino a 24 miliardi.Tra il governo e Atlantia ormai lo scontro è aperto, con l'esecutivo che accelera sulla strada della revoca della concessione alla controllata Autostrade per l'Italia. A ribadire l'intenzione di andare avanti è stato ieri il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, dopo la diffusione di alcuni contenuti della relazione della commissione ministeriale sul crollo del ponte Morandi di Genova, che proverebbero gravi inadempienze da parte della società concessionaria. «Il Movimento 5 Stelle ritiene che, essendo venuto meno totalmente il rapporto di fiducia nei confronti di un concessionario che si è dimostrato incapace di gestire un bene pubblico, questo deve portare a una revoca della concessione, perché le relazioni fanno capire come il modello manutentivo applicato sul ponte Morandi a Genova sia lo stesso applicato su tutti i tremila chilometri» di autostrade in concessione. Di conseguenza, «la revoca riguarda l'intera rete concessa». Un annuncio che riporta sul tavolo un altro argomento controverso, quello della penale dovuta ad Aspi per la revoca anticipata. Su questo punto, Toninelli ha spiegato che il contratto concede ad Atlantia «un potere enormemente superiore a quello dello Stato» a causa dei «politici professionisti che ci hanno preceduto». Secondo il ministro, infatti, «una clausola che dice che anche se lo Stato revoca in maniera legittima per gravi inadempimenti la concessione ad Aspi (Autostrade per l'Italia, ndr) deve pagare da qui al 2038 tutti gli utili netti è una clausola che non esiste. È incostituzionale», ha rincarato la dose Toninelli, «e penso che con calma nelle prossime settimane chiuderemo il procedimento amministrativo con un decreto del sottoscritto e del ministro Tria».Parole che hanno contribuito ad affondare il titolo di Atlantia in Borsa, mentre sempre ieri è stato diffuso un video inedito del crollo del ponte di Genova, in base al quale, secondo gli inquirenti, si noterebbe il «cedimento dello strallo sulla pila», in particolare quello a sud ovest. La rottura, sempre secondo gli inquirenti, sarebbe stata «determinata dalla corrosione dei cavi interni»: un'ipotesi che getta nuove ombre sulla gestione della manutenzione dell'infrastruttura da parte di Aspi. La società però ha replicato che secondo i suoi consulenti il video «non chiarisce le cause del crollo», perché mostra «la cinematica del cedimento, ma non inquadra tutti i componenti essenziali del ponte». E anche sulla relazione tecnica ministeriale Autostrade per l'Italia ha lamentato di non aver ricevuto «alcuna comunicazione sul procedimento in corso e di aver appreso solo da notizie di stampa dell'esistenza e dei contenuti della relazione». Autostrade per l'Italia ha contestato «il metodo di diffusione alla stampa in modo pilotato e parziale di stralci di questa relazione, prima ancora che essa sia resa nota alla controparte», ma in ogni caso per l'azienda «non sembrerebbe emergere alcun grave inadempimento agli obblighi di manutenzione ai sensi del contratto di concessione» e la presunta violazione dell'obbligo di custodia «costituirebbe un addebito erroneo e inapplicabile al caso di specie, trattandosi di una infrastruttura che sarà restituita allo Stato al termine della concessione, per effetto della sua ricostruzione affidata dal Commissario per Genova e interamente finanziata da Aspi». La battaglia per la concessione, che in base alle stime vale un terzo dei profitti del gruppo Atlantia, si preannuncia quindi durissima. Secondo Reuters, il rapporto della commissione ministeriale avrebbe trovato le prove di «serie manchevolezze nella gestione e nella manutenzione del ponte da parte di Autostrade per l'Italia», e per questo ci sarebbero «le basi per una revoca della concessione causata da un'inadempienza del concessionario». Da parte sua, il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio ha precisato, in un post su Facebook, che «per quanto ci risulta» le inadempienze di Aspi sul fronte della manutenzione sarebbero gravi e che per questo la penale dovuta alla società non sarebbe «enorme». A quanto sarebbe emerso, in caso di revoca anticipata della concessione - che dovrebbe scadere nel 2038 - Atlantia avrebbe comunque diritto a una compensazione per gli investimenti effettuati sulla rete autostradale, ma la cifra sarebbe molto inferiore ai 24 miliardi di euro stimati dagli analisti come valore della concessione. Resterebbe poi aperto l'interrogativo sul nuovo concessionario: la rete verrebbe nazionalizzata o verrebbe indetta una gara? E sullo sfondo rimane la partita Alitalia, con Atlantia che da più parti è stata indicata come probabile partner della newco che dovrebbe far ripartire la compagnia di bandiera. Sempre che i rapporti con il governo non si deteriorino in maniera irrimediabile.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)