2023-07-22
Timmermans molla l’Europa. E la Von der Leyen pensa a Gentiloni come erede verde
Paolo Gentiloni e Ursula von der Leyen. Sullo sfondo Frans Timmermans (Ansa)
Il commissario si candida alle elezioni in Olanda e si lascia alle spalle il Green deal, sempre più traballante: ora il dem sembra destinato a ricevere le sue deleghe.Frans Timmermans ha già la valigia pronta per candidarsi alle elezioni anticipate del 22 novembre alla guida della coalizione di centrosinistra con l’ambizione di diventare il prossimo premier olandese. La sua uscita apre la questione della successione alla Commissione, dove è sia commissario responsabile per la politica climatica sia vicepresidente incaricato di supervisionare il Green deal europeo. La decisione dell’alfiere della politica verde made in Ue (che ha contribuito a distruggere la cosiddetta maggioranza Ursula) lascia orfane le politiche verdi comunitarie, già vittime del fuoco nemico di Popolari, Conservatori e Liberali. Il congedo di Timmermans fa tirare un sospiro di sollievo anche al governo italiano, in eterna disputa con il socialista tra auto e case green, Euro 7, imballaggi, CO2 e agricoltura. Un sollievo sintetizzato giovedì dal vicepremier Matteo Salvini con un lapidario «Non ci mancherà». Ma le domande che si pongono adesso sono due: chi lo sostituirà prendendo il portafoglio con le sue deleghe? E quali saranno le prossime tappe dell’agenda green nei prossimi mesi? Prima del passo indietro, Timmermans resterà ancora formalmente in carica fino al risultato delle urne. Nel mezzo, se la sua candidatura sarà ufficializzata (probabilmente il 22 agosto), le liturgie di Bruxelles sono chiare: il codice di condotta interno della Ue esige la richiesta di un congedo di assenza. In sostanza, nel caso in cui un commissario si candidi alle elezioni nazionali, dovrebbe prendere un «congedo» senza dover lasciare formalmente l’esecutivo dell’Unione. Un percorso già compiuto dalla commissaria bulgara Marija Gabriel (si è dimessa a maggio per diventare ministro degli affari Esteri del suo Paese) e che presto potrebbe imboccare anche l’altra vicepresidente Margrethe Vestager (verso la Bei). Facendo perdere i tasselli importanti alla squadra di Ursula von der Leyen in piena campagna per le Europee del 2024.Le possibilità di Timmermans sono buone: finora non ci sono altri candidati e, in un sondaggio pubblicato giovedì, il 39% degli elettori olandesi ha dichiarato di fidarsi di lui per guidare il prossimo governo. Sembra, dunque, che voglia lasciare definitivamente l’esecutivo Ue già ad agosto per dedicarsi alla politica interna. La Von der Leyen sta cercando un sostituto. E secondo quello che scriveva ieri La Stampa, starebbe pensando a Paolo Gentiloni. Scartata l’ipotesi di puntare su Virginijus Sinkevicius (che ha la delega all’Ambiente) perché considerato troppo «junior», il presidente della Commissione Ue non sarebbe infatti intenzionata a tenersi - nemmeno temporaneamente - le deleghe al Green deal, aggiunge il quotidiano torinese. Sottolineando anche che Gentiloni, attuale responsabile dell’Economia (e quindi con in mano la gestione di partite altrettanto delicate come il Pnrr e la riforma del Patto di stabilità), è uno dei membri della squadra della Von der Leyen con il curriculum dal profilo più alto: soltanto lui e Valdis Dombrovskis sono infatti stati a capo di un governo. L’unica certezza al momento è che il successore del socialista Timmermans dovrà mediare con Parlamento e Consiglio per portare i dossier del Green deal all’approvazione definitiva. Missione non semplice, considerati gli equilibri politici precari interni all’attuale maggioranza Ursula. Come ha dimostrato l’esito del voto sulla Restoration law, passata in plenaria a Strasburgo dove lo scorso 12 luglio il Parlamento europeo ha salvato la cosiddetta legge Natura con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni e ha bocciato con 312 voti a favore, 324 contrari e 12 astensioni la mozione per respingere in toto la proposta della Commissione Ue presentata dai popolari del Ppe. Sono stati 21 gli eurodeputati popolari che hanno votato a favore dell’approvazione del via libera per i negoziati. A favore hanno votato anche cinque eurodeputati del gruppo dei conservatori di Ecr (più un astenuto). Escono spaccati dalla votazione anche i liberali di Renew: ben 27 hanno votato a favore del rigetto, 64 quelli contro. Il Ppe non ha tenuto ed è mancata la spallata finale. Ma il grosso del partito ha votato in maniera più compatta, rispetto al passato dalla parte della destra. Non solo. I Socialisti e i Verdi, con l’assist dei liberali di Renew, hanno fatto passare testo mediato dal Consiglio e non quello della Commissione Ue, convincendo un pezzo del Ppe ma accettando di togliere una parte della versione più strong presentata all’inizio. Con l’adozione del mandato negoziale da parte dell’Eurocamera, la Nature restoration ora è attesa alla prova dei negoziati del trilogo (Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio dell’Ue) da cui uscirà il testo della legge. Gli Stati membri Ue hanno adottato la loro posizione lo scorso 20 giugno, annacquando la proposta della Commissione. Venti su 27 hanno sostenuto il mandato, mentre Italia, Finlandia, Polonia, Paesi Bassi e Svezia (che tra l’altro era alla guida semestrale dell’Ue) hanno votato contro e Austria e Belgio hanno deciso di astenersi. Si prospetta un autunno caldo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.