Fino ad oggi, la presenza estera nel comparto assicurativo era soggetta a limiti stringenti. Dal 2001, anno dell’apertura iniziale, la quota massima di partecipazione straniera è cresciuta gradualmente dal 26% fino all’attuale 74%, oltre la quale era necessario individuare un partner locale. Un vincolo che, secondo il governo, ha spesso frenato gli investimenti e rallentato l’ingresso di nuovi operatori internazionali.
«Trovare un partner indiano affidabile per una quota minoritaria si è rivelato, in molti casi, un ostacolo insormontabile», ha spiegato la ministra delle Finanze Nirmala Sitharaman durante il dibattito parlamentare. La riforma, ha aggiunto, non indebolirà la sovranità decisionale del Paese: le compagnie a capitale interamente straniero resteranno soggette alle leggi indiane e alla vigilanza delle autorità nazionali.
Accanto alla liberalizzazione delle quote azionarie, il provvedimento rafforza in modo significativo i poteri dell’Autorità di regolamentazione e sviluppo delle assicurazioni (IRDA). Il regolatore potrà condurre ispezioni, perquisizioni e sequestri di documenti in caso di sospette violazioni, irregolarità contabili o pratiche commerciali scorrette, estendendo la propria azione anche a intermediari come banche, società fintech e piattaforme online.
Una misura che mira a contrastare un problema diffuso: la vendita impropria di polizze, spesso presentate ai clienti come strumenti di investimento più che come coperture assicurative, a vantaggio degli intermediari. Il rafforzamento dei controlli è visto come un passaggio necessario per ristabilire fiducia in un settore che coinvolge milioni di risparmiatori.
I numeri spiegano perché il governo punta sull’apertura ai capitali esteri. Nonostante la crescita economica sostenuta, la penetrazione assicurativa in India resta bassa: poco più del 4% del Pil, con una quota ancora inferiore per le assicurazioni sulla vita. Secondo le stime, finora gli investimenti stranieri complessivi nel settore non superano i 10 miliardi di dollari.
L’esecutivo spera che l’arrivo di nuovi operatori globali porti non solo risorse finanziarie, ma anche competenze, tecnologie e pratiche gestionali più avanzate. Alcuni grandi gruppi internazionali,come Allianz, Axa e AIA, sono già presenti nel Paese attraverso joint venture con partner locali, ma la nuova normativa potrebbe ridisegnare equilibri e alleanze, aprendo la strada a un riassetto dell’intero comparto.
Per l’India, che ambisce a consolidarsi come una delle principali economie mondiali, la riforma delle assicurazioni rappresenta un tassello chiave: un mercato più profondo e competitivo è considerato essenziale per sostenere la crescita, proteggere famiglie e imprese e attrarre capitali in un contesto globale sempre più selettivo.