
I giudici Usa mettono al bando il social cinese, ma Biden lascerà alla nuova amministrazione la decisione di agire o meno. Intanto Donald sente al telefono Xi.La Corte suprema si è pronunciata. Ieri, il massimo organo giudiziario statunitense ha di fatto respinto all’unanimità i ricorsi contro la legge che impone il divieto di TikTok sul territorio statunitense, a meno che l’azienda cinese che possiede il social, ByteDance, non ne ceda il controllo. A questo punto, la norma dovrebbe poter entrare in vigore domani.«Il Congresso ha stabilito che la cessione è necessaria per affrontare le sue ben supportate preoccupazioni in materia di sicurezza nazionale in merito alle pratiche di raccolta dati di TikTok e alla relazione con un avversario straniero», hanno dichiarato i giudici. Almeno a prima vista, si tratta di una vittoria per l’amministrazione Biden, che si era schierata a favore della legge, approvata in aprile dal Congresso. Donald Trump, dall’altra parte, aveva chiesto di sospendere temporaneamente l’entrata in vigore della norma, per cercare di negoziare un accordo che permettesse di bilanciare le esigenze di sicurezza nazionale con la tutela della libertà d’espressione, sancita dal Primo emendamento.L’amministrazione uscente ha comunque deciso che non renderà esecutivo il divieto: se ne laverà le mani, lasciando la decisione a Trump. «Questa amministrazione riconosce che le azioni per implementare la legge devono semplicemente ricadere sulla prossima amministrazione, che entrerà in carica lunedì», ha affermato ieri la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre. Dal canto suo, Trump ha commentato la sentenza, dichiarando: «La decisione della Corte Suprema era attesa e tutti devono rispettarla. La mia decisione su TikTok verrà presa in un futuro non troppo lontano, ma devo avere tempo per rivedere la situazione. Restate sintonizzati». È dunque possibile che, una volta insediato, il tycoon cercherà di mediare quel compromesso di cui aveva parlato negli scorsi giorni. In caso contrario, l’app, negli Usa, non sarà più scaricabile né potrà più ricevere aggiornamenti. Nel frattempo, il Ceo di TikTok, Shou Chew, dovrebbe partecipare all’insediamento del nuovo presidente dopodomani.È in questo contesto che, ieri, Trump ha avuto una telefonata con il presidente cinese, Xi Jinping, in cui si è parlato anche di TikTok. «La telefonata è stata molto positiva sia per la Cina che per gli Stati Uniti», ha dichiarato il presidente americano in pectore, per poi aggiungere: «Mi aspetto che risolveremo molti problemi insieme, e a partire da subito. Abbiamo discusso di bilanciamento del commercio, Fentanyl, TikTok e molti altri argomenti. Il presidente Xi e io faremo tutto il possibile per rendere il mondo più pacifico e sicuro». Nei giorni scorsi, era emersa l’indiscrezione secondo cui TikTok potesse essere venduta a Elon Musk: una circostanza che la stessa TikTok aveva tuttavia bollato come «pura finzione».Come che sia, i rapporti tra l’app e la politica americana si sono rivelati piuttosto complessi nel corso degli ultimi anni. Nel 2020, Trump aveva firmato degli ordini esecutivi per imporre la vendita del social. Ne erano sorti ricorsi legali, fin quando Joe Biden, entrato in carica nel 2021, cassò quei decreti. Più tardi, il presidente uscente si convertì alla linea dura: vietò l’uso dell’app sui device usati dal governo federale e appoggiò poi la legge oggetto del recente caso alla Corte Suprema. Ciò non impedì tuttavia alla sua campagna di aprire un account TikTok a febbraio 2024: esempio seguito da Trump a giugno e da Kamala Harris a luglio.
Il Tempio di Esculapio, all’interno del parco di Villa Borghese (IStock)
La capitale in versione insolita: in giro dal ghetto ebraico a Villa Borghese, tra tramonti, osterie e nuovi indirizzi.
John Lennon e la cover del libro di Daniel Rachel (Getty Images)
Un saggio riscrive la storia della musica: Lennon si ritraeva come il Führer e Clapton amava il superconservatore Powell.
L’ultimo è stato Fedez: dichiarando di preferire Mario Adinolfi ad Alessandro Zan e scaricando il mondo progressista che ne aveva fatto un opinion leader laburista, il rapper milanese ha dimostrato per l’ennesima volta quanto sia avventata la fiducia politica riposta in un artista. Una considerazione che vale anche retrospettivamente. Certo, la narrazione sul rock come palestra delle lotte per i diritti è consolidata. Non di meno, nasconde zone d’ombra interessanti.
Gianrico Carofiglio (Ansa)
Magistrato, politico in quota Pd per un breve periodo e romanziere. Si fa predicatore del «potere della gentilezza» a colpi di karate. Dai banchi del liceo insieme con Michele Emiliano, l’ex pm barese si è intrufolato nella cricca degli intellò scopiazzando Sciascia.
(IStock)
Pure la Francia fustiga l’ostinazione green di Bruxelles: il ministro Barbut, al Consiglio europeo sull’ambiente, ha detto che il taglio delle emissioni in Ue «non porta nulla». In Uk sono alle prese con le ambulanze «alla spina»: costate un salasso, sono inefficienti.
Con la Cop 30 in partenza domani in Brasile, pare che alcuni Paesi europei si stiano svegliando dall’illusione green, realizzando che l’ambizioso taglio delle emissioni in Europa non avrà alcun impatto rilevante sullo stato di salute del pianeta visto che il resto del mondo continua a inquinare. Ciò emerge dalle oltre 24 ore di trattative a Bruxelles per accordarsi sui target dell’Ue per il clima, con alcune dichiarazioni che parlano chiaro.






