2020-11-06
Tieni aperto o fallisci? Lo decide la lotteria di Conte
C'era una volta la sinistra che reclamava la fantasia al potere. Purtroppo, oggi la stessa sinistra ha portato l'idiozia al potere. Difficile definire in altro modo alcune delle decisioni contenute nel dpcm firmato l'altra sera da Giuseppe Conte. Come si fa infatti a comprendere e giustificare provvedimenti che decretano la chiusura delle pasticcerie (che potranno però fare asporto) e consentono invece l'apertura delle panetterie? Che cosa c'è di pericoloso nel permettere a Iginio Massari, chef pluristellato che sforna deliziosi panettoni e gustose crostatine di frutta, di continuare a vendere i suoi dolci? Forse il coronavirus si annida nei bignè disdegnando le michette? Oppure, a essere contagiose, sono le brioche e le praline? No, non c'è nulla di logico in quanto deciso dal governo con il conforto di un gruppo di scienziati scelti a caso per far parte del cosiddetto Comitato tecnico scientifico (tra loro figurano ortopedici, pediatri e perfino ginecologi, ma quasi nessun virologo). Volete altri esempi di follia al potere, cioè a Palazzo Chigi? Eccoli. Con il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, per esempio, si è disposta la chiusura nelle cosiddette regioni rosse (che guarda caso, politicamente, sono tutt'altro che vermiglie) di tutti i negozi di abbigliamento fatti salvi quelli da bambino. Qual è il problema? Forse comprando una giacca da uomo o una gonna ci si espone a rischi maggiori di quelli che si corrono acquistando un paio di braghette da ragazzino? E vogliamo parlare degli estetisti? Se domani qualcuno desiderasse farsi la manicure dovrà in forza di un decreto rinviare l'appuntamento a data da destinarsi, ma se invece ritenesse di farsi dare una sfoltita alla capigliatura non dovrà fare altro che accomodarsi in poltrona. Capiamo che ormai le vie cittadine pullulino di signorine che si propongono di limarci le unghie e quasi sempre gli esercenti siano cinesi, ma perché costringerle al riposo forzato quando ai coiffeur è consentito di lavorare di forbici? Non c'è nulla di sensato nelle decisioni di chiudere alcune attività e di lasciarne aperte altre, se non che in qualche caso c'è chi è riuscito a far valere meglio di altri le proprie ragioni. Diteci infatti che senso ha obbligare i bar e i ristoranti alla chiusura quando gli autogrill lungo le autostrade possono continuare a servire panini e caffè. Forse il virus non imbocca le strade a pedaggio e dunque, al bancone di un'area di servizio, ci si può ritenere immuni dal contagio, mentre consumando una tazzina in un normale esercizio cittadino si corre il rischio di beccarsi il Covid? Il ministro della Speranza - lo chiamiamo così perché ci sembra più appropriato in quanto di Salute pare ne sappia più o meno quanto ne sappiamo noi - ci spieghi e ci faccia capire quali sono i percorsi mentali che hanno condotto a determinate decisioni, in quanto neanche sforzandoci di metterci nei suoi panni riusciamo a comprendere perché le agenzie immobiliari siano obbligate a tirar giù la serranda e le profumerie no. Forse, essendo costretti agli arresti domiciliari, è meglio non pensare di vendere l'appartamento, ma è consigliabile imbellettarsi per restare a casa? E c'è qualcuno, al ministero o al Cts, che può aiutarci a intuire perché i negozi di articoli sportivi possono rimanere aperti, ma l'attività sportiva, se non attuata in assoluta solitudine, è proibita? Cioè, palloni, scarpette da ginnastica, pantaloncini da runner, guantoni da box si possono comprare, ma poi giocare a pallone, partecipare a corse o tirare un paio di pugni in palestra non è consentito. E la bici si può usare, ma andare dal ciclista è vietato? Sì, l'elenco delle assurdità con cui è condito l'ennesimo dpcm è lungo. Si comprende che il governo, per scoraggiare gli spostamenti, abbia deciso di far chiudere le agenzie di viaggio e pure le valigerie, ma allora qualcuno può illustrarci con quale criterio si è deciso di consentire le crociere? E le norme degli alberghi, c'è chi prima di firmarle le ha lette? Gli hotel, secondo Palazzo Chigi e i suoi esperti, possono rimanere aperti, tuttavia, onde non spargere il virus, non dovranno servire né pasti né colazioni, al che immaginiamo che invece di fare servizio chiuderanno.Ora, noi ci siamo sforzati di afferrare le motivazioni che hanno indotto Giuseppe Conte ad assumere alcune decisioni, tuttavia non siamo approdati a nulla, al punto che, consapevoli della gravità della situazione e dell'urgenza di porre in atto misure per contenere l'epidemia, ci stiamo interrogando su un fatto: se - oltre ai tanti esercizi pubblici - non sia il caso di rinchiudere anche qualche presunto esperto, soprattutto quelli che eccellono nello smentire il giorno dopo ciò che hanno detto un giorno prima. Come, per esempio, chi diceva che eravamo pronti non solo alla prima, ma anche alla seconda ondata.
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