2024-01-14
Tidei gioca a fare il pm con noi, ma rischia lui
Il sindaco «hot» del Pd vuole chiederci i danni e dà già per concluse le indagini che ci riguardano. Non ci risulta. Però il suo avvocato accusa la Procura di avergli fatto un dispetto rivelando la storia del video hard. E intanto alla sbarra c’è lo stesso primo cittadino. Sembra di vederlo mentre, con la postura del campione di tiro al barattolo alla sagra del cinghiale, cerca di abbatterci con i suoi comunicati. Ma, a lettura finita, viene il sospetto che al sindaco hot di Santa Marinella manchino i buoni consiglieri. Da due giorni lui e i suoi collaboratori hanno ripreso a scrivere senza controllo sui social, rischiando una denuncia per diffamazione. Il primo cittadino nei suoi post sembra confondere il procedimento avviato dalla Procura di Civitavecchia contro un ex componente della sua maggioranza, Roberto Angeletti, oggi suo nemico giurato, con quello in cui sono indagati gli autori di questo articolo. Infatti il «merlo maschio» del Litorale, arzillo come se facesse tutti i giorni acquagym nella piscina di Cocoon, ieri ha diffuso un comunicato in cui giustappone un po’ maliziosamente il reato revenge porn (che prevede la reclusione da uno a sei anni e multe da 5.000 a15.000 euro), di cui sono accusati Angeletti e la sorella Bruna, con una contestazione bagatellare come la pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, ovvero la trascrizione e la messa online da parte della nostra testata di alcuni filmati che nulla c’entrano con il video hard in questione, ma di cui sarebbe stata vietata la diffusione mediatica, anche se svelavano la gestione aumm aumm del potere da parte di Tidei. Ricordiamo che questa seconda accusa è un reato contravvenzionale che prevede come pena massima, sulla carta, 30 giorni di arresto (sanzione diversa e di minore gravità rispetto alla reclusione, prevista per i delitti), ma che in realtà si risolve praticamente sempre con la concessione dei benefici e la conversione della pena detentiva in una pecuniaria di massimo 258 euro. Confonderlo con il «delitto» di revenge porn è assolutamente gratuito e fuorviante. Ma il primo cittadino glissa su una questione, che per lui deve avere un retrogusto beffardo: se la notizia delle sue performance erotiche è diventata di pubblico dominio, la colpa non è di Angeletti, ma dello stesso politico dem. Come è stato possibile?A settembre questi denuncia un presunto complotto ai suoi danni e la Procura inizia a videoregistrare incontri e conversazioni dentro al palazzo comunale. A questo punto quei filmati vengono richiesti dallo stesso Angeletti, che li riceve legittimamente e scopre così l’esistenza del video hot.La voce inizia a circolare in paese, ma nessun giornale scrive una riga, evidentemente perché nessuno mette a disposizione dei cronisti il materiale sensibile. La svolta arriva quando Pietrino-sempre-in-piedi denuncia: «Lo scrivente deve riferire che nel periodo coperto dalla intercettazioni video si è intrattenuto in loco (negli uffici comunali, ndr) con due signore con le quali ha consumalo rapporti sessuali». E specifica pure che le «partner occasionali» erano «coniugate». Il pm prende atto e nel conseguente decreto di perquisizione riporta la frase da cui parte tutta la rumba mediatica: «Il querelante riferiva che stava circolando a Santa Marinella un video che lo riprendeva intento a consumare un rapporto sessuale con due donne, video evidentemente ripreso in sede di intercettazione video- ambientale della sala riunioni del sindaco di Santa Marinella».Dunque la notizia esce dalla Procura e l’avvocato di Tidei, Lorenzo Mereu, oggi commenta amaro: «Il decreto è stato scritto quasi a dispetto». E ammette che il suo assistito così soddisfatto non è: «Mi ha scritto: “I miei amici non sono contenti della linea difensiva”. Io ho risposto: “In quattro sono finiti sotto processo (ma non è così, ndr), tra cui due giornalisti, caso molto raro, e l’avviso di chiusura delle indagini è arrivato in tempi rapidi; è vero che non sono arrivati i sequestri, ma non è mica colpa mia. Io più che chiederli, c… è stato il pm».Adesso Tidei e il suo avvocato annunciano che il sindaco «attende l’inizio del giudizio penale a cui parteciperà attivamente attraverso la costituzione di parte civile con la quale potrà formulare la richiesta di risarcimenti degli ingentissimi danni patrimoniali e morali causategli dagli autori dei reati perpetrati ai suoi danni».Anche in questo caso il primo cittadino prende male la mira o mischia le carte, al punto da scrivere su Facebook che «da quanto è emerso vi sono ben quattro diversi soggetti che sono stati destinatari di “avviso di conclusione delle indagini preliminari”, atto questo che processualmente precede la richiesta di rinvio a giudizio». Un refrain riproposto anche nel comunicato trasmesso ieri dall’ufficio stampa del primo cittadino.O Tidei e Mereu possono contare su informazioni a noi non note oppure potrebbero aver preso un granchio anche in questo caso. Infatti l’avviso di conclusione delle indagini ci risulta sia stato inviato ad Angeletti e alla sorella Bruna e solo per il reato di revenge porn, contestazione che non riguarda, come detto, i cronisti della Verità. territorioDel resto la Procura ha già ammesso davanti al gip la mancanza di competenza territoriale per le indagini relative ai nostri articoli e, quindi, il fascicolo per il reato contravvenzionale potrebbe essere stato trasmesso ad altra Procura (individuata dai pm civitavecchiesi in Milano). Ma le possibili «manipolazioni» non finiscono qua. Tidei, sui social, scrive anche: «Al centro della nuova inchiesta appena conclusa c’è il consigliere Roberto Angeletti perché faceva circolare tramite Whatsapp materiale la cui “naturale sorte -secondo il giudice per le indagini preliminari Matteo Ferrante - sarebbe stata quella di essere distrutto perché irrilevante”». Parole che lasciano intendere che secondo il gip tutti i filmati raccontati dalla Verità fossero destinati alla cancellazione. Ferrante, però, nel suo decreto faceva riferimento solo al video a contenuto erotico. Ma Tidei non si tiene e frigge. Al punto che, ieri, ha inviato a un collaboratore della Verità questo messaggio: «Ora per i tuoi amici sono guai». Risposta ironica del giornalista: «Se lo dici tu e visto come la Procura è Gentile (un calembour con il nome del procuratore facente funzioni di Civitavecchia Alessandro Gentile, che si è coassegnato il fascicolo e ha chiesto sequestri ai nostri danni, ndr) con te non ho dubbi». Controreplica di Pietrino: «Con noi non mi pare. Mi ha rinviato a giudizio per diffamazione con Degni (Cristiano, il giornalista che lo ha denunciato). Il primo (rinvio, ndr) nei miei 54 anni di politica». E se alla fine a essere condannato fosse proprio il sindaco dalla querela facile? A quel punto per consolarlo non basterebbe un pullman di signore coniugate.
Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea (Getty Images)
Manfred Weber e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)