2025-02-05
Terre rare, Kiev apre allo scambio di Trump
Zelensky: «Pronti a ricevere investimenti da aziende statunitensi per sfruttare le risorse strategiche». Spiazzato il tedesco Scholz che aveva tacciato Washington di «egoismo». Mosca: «Così l’aiuto militare diventa commerciale, meglio smettere».Milano, respinti i pro Pal che volevano bloccare un convegno di studenti ebrei in Statale.Lo speciale contiene due articoli.Nel giorno in cui in Ucraina si contano morti e feriti dell’ultimo attacco missilistico sferrato dalle truppe russe sulla città di Izyum, nella regione di Kharkiv, dove un razzo ha centrato l’edificio che ospita il consiglio comunale uccidendo cinque persone e ferendone almeno 20, a tenere banco è ancora la proposta avanzata a inizio settimana da Donald Trump riguardo la possibilità di scambiare gli aiuti americani con le terre rare di Kiev. Una proposta che è stata subito accolta con soddisfazione da Volodymyr Zelensky, ma criticata dalla Germania. Il presidente ucraino, rispondendo alle domande di alcuni giornalisti, ha mostrato segni di apertura: «Sono già state fissate date per la visita di una delegazione americana e siamo aperti agli investimenti delle loro aziende nelle nostre terre rare. In alcuni posti ci sono davvero grandi depositi di minerali, ma parte delle nostre risorse si trova nella zona occupata dai russi». Zelensky ha inoltre posto l’attenzione circa il pericolo che se questi materiali, tra cui lo scandio, l’ittrio e il gruppo dei lantanoidi, utilizzati in molti apparecchi tecnologici, rimanessero sotto il controllo russo potrebbero presto essere accessibili a Iran e Corea del Nord.Mosca ha commentato: «Con la sua proposta il presidente americano, Donald Trump, vuole instaurare un nuovo rapporto con Kiev su base commerciale. Ma se vuole contribuire alla fine di questo conflitto è meglio, ovviamente, non fornire aiuti all’Ucraina», ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il quale ha poi aggiunto: «Se chiamiamo le cose con il loro nome proprio, questa è un’offerta per acquistare aiuti anziché continuare a fornirli gratuitamente o in altro modo».Motivazioni differenti sono invece quelle che hanno spinto Olaf Scholz a non appoggiare l’offerta messa sul piatto dal tycoon: «Sarebbe molto egoista e autoreferenziale dire che useremo questi fondi solo per sostenere l’attuale difesa. La questione è che l’Ucraina deve avere in futuro un esercito forte. Dovremmo sfruttare queste risorse nazionali per sostenere tutto ciò che sarà necessario dopo la guerra e garantire che l’Ucraina possa finanziare la sua ricostruzione», ha spiegato il cancelliere tedesco, intervenendo a margine del vertice informale tra i leader Ue convocato a Bruxelles dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa.Rimanendo sulla questione degli aiuti militari che la Casa Bianca fornisce a Kiev, ieri è circolata un’indiscrezione di stampa rilanciata dalla Reuters, secondo cui Washington avrebbe sospeso la spedizione di materiale bellico per alcuni giorni, salvo poi ripristinarla dopo che l’amministrazione Trump ha fatto dietrofront rispetto alla volontà iniziale di interrompere tutti gli aiuti all’Ucraina. Tuttavia, stando a quanto confidato dalle fonti interpellate dall’agenzia britannica, all’interno del governo americano ci sarebbero comunque alcune fazioni in forte disaccordo sulla decisione di proseguire il sostegno militare a Zelensky. La notizia della sospensione provvisoria dell’invio di armi, però, non è stata ritenuta credibile da Mosca, con Peskov che ha commentato così: «È ovvio che le forniture Usa all’Ucraina continuano. In realtà, nessuno ha annunciato una sospensione della fornitura di armi». Dopo che da Bruxelles il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, hanno annunciato in coro che «questo è il momento di esercitare la massima pressione sulla Russia» con il 16° pacchetto di sanzioni in arrivo, e il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha affermato che occorrerà spendere di più per la difesa comune, il portavoce di Vladimir Putin ha colto ieri l’occasione per ribattere: «Gli sforzi per aumentare le spese della difesa dell’Ue sono, per il Cremlino, miopi e distruttivi. È chiaro che ulteriori aumenti della spesa militare avranno effetti molto negativi che porteranno al deterioramento della situazione economica in Europa, che avrà conseguenze su ogni europeo».Contestualmente, a Mosca proseguono le indagini per chiarire le dinamiche dell’attentato dinamitardo che ha causato la morte del fondatore del battaglione ArBat, attivo nel Donbass, Armen Sargsyan. Secondo alcune fonti citate dalla Tass, l’esplosione sarebbe stata provocata da un uomo non identificato che avrebbe perso a sua volta la vita. A Kiev, invece, Zelensky si è rivolto alla nazione per annunciare che è al lavoro per garantire un esercito «più moderno ed efficace». Ucraina e Ue hanno inoltre fatto sapere di aver gettato le basi giuridiche per l’istituzione di un tribunale speciale per giudicare il crimine di aggressione commesso dalla Russia.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/terre-rare-kiev-apre-scambio-2671100917.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="the-donald-accoglie-netanyahu-con-1-miliardo-di-armi-americane" data-post-id="2671100917" data-published-at="1738767424" data-use-pagination="False"> The Donald accoglie Netanyahu con 1 miliardo di armi americane La visita di Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca, la prima di un capo di Stato straniero dall’insediamento del nuovo presidente statunitense, «dimostra che il presidente Trump continuerà a offrire un solido sostegno a Israele». Lo ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, durante un incontro con i giornalisti. Trump ha dato seguito alle richieste israeliane e ha concesso 1 miliardo di dollari in aiuti militari con la fornitura di 4.700 bombe e altro materiale militare, tra cui bulldozer blindati costruiti da Caterpillar. L’incontro nello Studio Ovale tra Trump e Netanyahu si è tenuto ieri sera alle 22 e al termine della riunione hanno tenuto una conferenza stampa. I due leader hanno discusso il tema della seconda fase dell’accordo per il cessate il fuoco a Gaza e anche dell’accordo di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita al quale Trump tiene moltissimo al pari del principe ed erede al trono del Regno delle due moschee, Mohammed bin Salman, che però pone la pregiudiziale della nascita di uno Stato palestinese. Ha inoltre avuto colloqui con l’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, e il consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Waltz, sul rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Infine, ha incontrato Elon Musk , difendendolo dalle recenti polemiche per l’apparente saluto nazista, dalle quali comunque il primo ministro israeliano lo aveva difeso. La stragrande maggioranza degli israeliani attribuisce a Trump un ruolo chiave nell’accordo di cessare il fuoco e nello scambio di ostaggi con Hamas, ritenendo inoltre che potrebbe esercitare pressioni o persino imporre sanzioni a Israele in futuro se questi non si allineerà ai suoi obiettivi politici in Medio Oriente. È quanto emerge da un sondaggio dell’Israel democracy institute, secondo cui il 74% degli ebrei e il 64% degli arabo-israeliani ritiene che l’intesa sia stata raggiunta «grazie all’intervento di Trump». Intanto in Israele il clima politico si arroventa sempre di più. Ieri il ministro israeliano degli Insediamenti, Orit Strock, ha attaccato frontalmente Netanyahu in merito al proseguo dell’accordo sul cessate il fuoco. Durante un programma di Army Radio, il ministro di estrema destra ha affermato: «Se Netanyahu decide di andare in questa direzione disastrosa allora ci assicureremo il compito che il governo non continui a esistere». Sulla fragile tregua e sull’inizio dei colloqui per la seconda fase dell’accordo tra Hamas e Israele pesa e molto la situazione in Cisgiordania. Ieri mattina due soldati israeliani sono morti dopo un attacco contro un posto di blocco vicino al villaggio di Tayasir. Hamas ha subito rivendicato: «L’attacco di questa mattina a un checkpoint delle Idf vicino al villaggio di Tayasir, a Est di Jenin, è una risposta all’escalation dell’aggressione israeliana in Cisgiordania. il nostro popolo ha diritto a difendersi. Il mancato riconoscimento delle responsabilità dell’occupazione e il silenzio internazionale incoraggiano l’occupazione a commettere una guerra di sterminio in Cisgiordania, simile a quella condotta nella Striscia di Gaza», ha aggiunto l’esponente di Hamas che ha anche confermato che l’attentatore palestinese «è morto da martire». Trump e Netanyahu hanno certamente parlato anche dell’Iran e dei progetti che la Repubblica islamica sta portando avanti sul nucleare. Secondo il New York Times, nuove informazioni di intelligence statunitensi suggeriscono che un gruppo segreto di scienziati iraniani stia studiando un metodo per sviluppare rapidamente un’arma nucleare, nel caso i mullah di Teheran decidessero di procedere in tal senso. L’Iran starebbe cercando una scorciatoia per costruire la bomba, permettendogli di convertire le proprie scorte di uranio in un’arma nel giro di mesi anziché anni, se necessario. Il documento afferma inoltre che queste informazioni sono state raccolte negli ultimi mesi dell’amministrazione Biden e condivise con la squadra di Trump che ha già minacciato come Netanyahu di intervenire militarmente se gli iraniani supereranno questa «linea rossa». Nel frattempo in Italia, alla Statale di Milano, si sono verificate proteste contro un evento organizzato dai Giovani ebrei italiani (Ugei) insieme ad altre associazioni, incentrato sulle occupazioni universitarie e l’odio verso Israele. Un gruppo di studenti pro Pal ha manifestato fuori dall’aula con slogan contro il sionismo ma la rettrice ha comunque concesso lo spazio e condannato i tentativi di censura. L’evento è proseguito grazie all’intervento della Digos.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)