- Il gruppo, che ha già 30 collegamenti con l’estero, investirà 16,5 miliardi fino al 2028. Già autorizzato il progetto Sardegna-Corsica-Toscana. In corso l’iter per raddoppiare il cavo sottomarino con la Grecia.
- L'elettrodotto Elmed, che unirà Italia e Tunisia, si inserisce nel Piano Mattei: l’obiettivo è diventare l’hub del Mediterraneo. L’infrastruttura ha ricevuto fondi pure da Ue, Bei e Banca mondiale.
Il gruppo, che ha già 30 collegamenti con l’estero, investirà 16,5 miliardi fino al 2028. Già autorizzato il progetto Sardegna-Corsica-Toscana. In corso l’iter per raddoppiare il cavo sottomarino con la Grecia.L'elettrodotto Elmed, che unirà Italia e Tunisia, si inserisce nel Piano Mattei: l’obiettivo è diventare l’hub del Mediterraneo. L’infrastruttura ha ricevuto fondi pure da Ue, Bei e Banca mondiale.Lo speciale contiene due articoli.La guerra in Ucraina con il suo shock sui prezzi dell’energia ha dimostrato ancora una volta come sia necessario aumentare le fonti di approvvigionamento e le interconnessioni con gli altri Paesi. Una lezione ancora più vera nel periodo che stiamo vivendo, con continui sconvolgimenti geopolitici, che dall’Ucraina si sono estesi a Israele, Libano e Siria. L’obiettivo è quello di garantire maggior sicurezza, efficienza e adeguatezza al sistema, favorendo al contempo la sostenibilità degli investimenti e permettendo di ridurre le tensioni sui prezzi dell’energia. Un contesto nel quale l’Italia può risultare decisiva per tutta l’Europa, considerando la sua posizione strategica che la rende il naturale hub energetico del Mediterraneo. Non a caso, il governo ha lanciato il Piano Mattei proprio per concretizzare questa possibilità e rafforzare i legami con l’Africa.In questo quadro Terna, il gestore della rete nazionale, nel piano industriale 2024-2028 ha previsto 16,5 miliardi di euro di investimenti, i più alti nella storia del gruppo, per consolidare il ruolo strategico dell’azienda quale abilitatore del sistema elettrico italiano e, più in generale, rafforzare l’impegno per la transizione energetica, in modo da raggiungere gli obiettivi del Green deal europeo e del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), che prevedono una riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. Nell’ultimo piano di sviluppo decennale, Terna ha previsto un investimento complessivo di circa 2 miliardi di euro per le interconnessioni. Una rete interconnessa contribuisce infatti al raggiungimento degli obiettivi posti dalla transizione energetica, consentendo una maggiore integrazione di energie rinnovabili in modo sicuro ed efficiente.Nello specifico, sono 30 i progetti di Terna di interconnessione elettrica con l’estero in esercizio, con sette Paesi, come riportato dal Pniec: Francia (9 linee), Svizzera (12 linee), Austria (4 linee) Slovenia (2 linee), Grecia e Montenegro (una linea per Paese) e Malta (un collegamento). Come sottolineato nel Pniec, «nel corso del triennio 2021-2023 la capacità di interconnessione ha avuto un incremento di circa 1,8 Gw legato prevalentemente alla frontiera con la Francia. Per la frontiera francese si segnala, infatti, l’entrata in esercizio del primo polo dell’interconnessione Hvdc Italia-Francia a novembre 2022 e del secondo polo ad agosto 2023, che ha messo a disposizione complessivamente ulteriori 1.200 Mw di potenza di scambio tra le due frontiere. In aggiunta, a dicembre 2023 una nuova interconnessione 220 kv in corrente alternata sulla frontiera Italia-Austria è entrata in esercizio garantendo un incremento capacità di trasporto di 300 Mw. Questi potenziamenti si aggiungono alla precedente entrata in esercizio dell’interconnessione Hvdc Italia-Montenegro, avvenuta al termine 2019».In aggiunta, sono stati pianificati da Terna ulteriori interconnessioni con Francia, Grecia e Tunisia. Di questi, il collegamento sottomarino tra Italia e Corsica Sa.Co.I.3 e l’elettrodotto tra Italia e Tunisia (Elmed) hanno già ottenuto il decreto autorizzativo definitivo del ministero dell’Ambiente. Per quanto riguarda il Sa.Co.I.3, il progetto prevede il rinnovo, l’ammodernamento e il ripotenziamento dell’attuale interconnessione elettrica sottomarina in corrente continua a 200 Kv tra la Sardegna, la Corsica e la Toscana, attiva dal 1992 e ormai giunta al termine della sua vita utile. L’intervento è strategico per mantenere gli opportuni margini di adeguatezza del sistema elettrico della Sardegna e del Paese. Il progetto, autorizzato definitivamente dal ministero dell’Ambiente a settembre 2023, consiste nella realizzazione di un cavo Hvdc (High voltage direct current) tra Sardegna, Corsica e Toscana, con una capacità di trasporto complessiva fino a 400 Mw, e di due stazioni di conversione (Voltage source converter, Vsc) in Sardegna e in Toscana. Per quanto riguarda la Toscana, l’approdo dei cavi sottomarini sarà a Salivoli, nel Comune di Piombino, mentre la stazione elettrica di conversione sorgerà in adiacenza all’esistente impianto di Suvereto. In Sardegna, invece, l’approdo dei cavi sarà a Santa Teresa di Gallura (Sassari), mentre la stazione di conversione verrà realizzata a Codrongianos accanto a quella esistente.A buon punto anche il progetto in Grecia. A gennaio si è conclusa la fase di consultazione pubblica sul nuovo collegamento tra i due Paesi. L’opera sarà composta da due cavi sottomarini lunghi 250 chilometri con potenza fino a 1.000 Mw e due cavi terrestri in corrente continua di 50 chilometri che uniranno l’approdo di Melendugno (Lecce) a Galatina. A Galatina sorgerà, inoltre, la nuova stazione di conversione che sarà collegata alla rete di trasmissione nazionale. Il raddoppio dell’interconnessione tra la penisola italiana e la Grecia consentirà la gestione in sicurezza dell’intera zona Sud e favorirà approvvigionamenti efficienti di energia, grazie alla possibilità di abilitare nuove risorse attraverso il coupling (l’integrazione con altri mercati elettrici) del mercato elettrico e di mantenere lo scambio di energia tra i due Paesi anche in presenza di manutenzioni.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/terna-interconnessioni-2670455755.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="centrale-lelettrodotto-italia-tunisia" data-post-id="2670455755" data-published-at="1734262994" data-use-pagination="False"> Centrale l’elettrodotto Italia-Tunisia L’impegno di Terna, guidata dall’ad Giuseppina Di Foggia, cresce sempre più a livello internazionale, con l’ambizione di rendere l’Italia un hub per tutto il Mediterraneo. In questo senso, un progetto simbolo fra le diverse interconnessioni che Terna sta realizzando è rappresentato da Elmed, l’elettrodotto sottomarino che collegherà il nostro Paese con la Tunisia. Si tratta di un progetto strategico per l’Italia, incluso infatti nel Piano Mattei lanciato dal governo, ma anche per tutta l’Europa, tanto che è un’infrastruttura sulla quale la Commissione europea ha deciso di puntare. Elmed sarà il primo collegamento elettrico in corrente continua tra Europa e Africa e contribuirà alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico italiano e al raggiungimento dei target fissati a livello nazionale e internazionale. L’opera è stata autorizzata per il tratto italiano dal ministero dell’Ambiente guidato da Gilberto Pichetto Fratin a maggio 2024. Il tratto tunisino dell’infrastruttura è stato autorizzato dal governo tunisino a luglio 2024. Per la realizzazione di Elmed Terna e Steg, la società tunisina per l’energia e il gas, hanno ricevuto 307 milioni di euro dalla Commissione europea tramite Connecting europe facility (Cef), il programma di finanziamento dell’Ue destinato allo sviluppo di progetti chiave per il potenziamento delle infrastrutture energetiche comunitarie. Per la prima volta fondi Cef sono stati assegnati a un’opera infrastrutturale di uno Stato membro e uno Stato terzo. Oltre alle risorse europee, il progetto vede il concorso della Banca mondiale e di alcune istituzioni finanziarie fra cui la Banca europea degli investimenti e Kfw, l’Istituto di credito per la ricostruzione, omologo tedesco della nostra Cassa depositi e prestiti. L’elettrodotto si snoda tra la stazione elettrica di Partanna, in provincia di Trapani, e quella di Mlaabi, nella penisola tunisina di Capo Bon, per una lunghezza complessiva di circa 220 chilometri (la maggior parte in cavo sottomarino), con una potenza di 600 Mw e una profondità massima di circa 800 metri, raggiunti lungo il Canale di Sicilia. Il cavo sottomarino approderà, per quanto riguarda l’Italia, a Castelvetrano, sempre in provincia di Trapani. Terna sarà impegnata in Tunisia con un’altra iniziativa, corollario del Piano Mattei, alla quale l’azienda sta lavorando insieme con le istituzioni tunisine: si tratterà di un progetto di responsabilità sociale, ovvero un laboratorio per sviluppare e sostenere le start up e l’industria energetica tunisina, focalizzato su formazione e attrazione dei talenti, attraverso la condivisione di conoscenze e best practice in ambito elettrico. Con Steg, infatti, Terna sta lavorando a una collaborazione strategica e paritaria che punta su energia e innovazione: oltre allo sviluppo infrastrutturale occorre infatti puntare sulla crescita di competenze distintive, supportando le realtà tunisine attive nel campo dell’innovazione tecnologica.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 novembre con Flaminia Camilletti
Benjamin Netanyahu (Ansa)
Colpi sulle forze Onu in Libano. Gerusalemme: «Abbiamo confuso i soldati per sospetti a causa del maltempo». E l’esercito avverte: «Se necessario operazioni a Gaza».
Ennesimo attacco alle stazioni Unifil in Libano da parte dell’Idf, ennesimo rimpallo di responsabilità. «Le forze israeliane (Idf) hanno aperto il fuoco contro peacekeeper di Unifil da un tank Merkava nei pressi di una postazione allestita da Israele in territorio libanese» ha denunciato Unifil ieri mattina, precisando che «i colpi sono arrivati a circa cinque metri dai peacekeeper, che erano a piedi» e sono stati costretti a mettersi al riparo. «I caschi blu hanno chiesto alle Idf di cessare il fuoco tramite i canali di collegamento di Unifil. Sono riusciti ad allontanarsi in sicurezza circa trenta minuti dopo, quando il carro armato Merkava si è ritirato all'interno della postazione delle Idf. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito». Poco dopo l’Idf si è difeso chiarendo di non aver «sparato deliberatamente» contro le forze di pace delle Nazioni Unite in Libano. Hanno affermato di aver scambiato i soldati per «sospetti» a causa «delle cattive condizioni meteorologiche».
Un volo breve, un dirottatore Naif e un mistero ancora irrisolto. Ecco la storia del terrorista a bordo di Northwest 305.
Volodomyr Zelensky e Kyriakos Mitsotakis (Ansa)
Prima è stato in Grecia, oggi va a Parigi e domani in Spagna: il presidente ucraino ha la faccia tosta di pretendere gas, fondi e aerei dopo che i suoi hanno sperperato svariati miliardi per farsi i water d’oro.
Non indossa il saio del pentimento anche se assomiglia sempre più a Fra Galdino impegnato in una questua perenne. È Volodymyr Zelensky che ieri è andato in Grecia, oggi sarà a Parigi e domani in Spagna a chiedere soldi, energia e armi. Come il frate cercatore del Manzoni dice: noi siam come il mare che riceve acqua da tutte le parti e la torna a distribuire ai fiumi. Solo che i suoi fiumi sono gli oligarchi e gli amici dello stesso Zelensky, che si sono spartiti tangenti miliardarie mentre gli ucraini continuano a morire di guerra e di freddo. Lo scandalo sulla corruzione – che l’Europa conosceva dal 2021 attraverso una denuncia della sua Corte dei conti, ma che Ursula von der Leyen ha scelto di ignorare – non si placa e il presidente ucraino, mentre va in giro a fare la questua, ha annunciato profonde modifiche negli assetti istituzionali a cominciare da un radicale cambiamento della e nella Commissione per l’energia e ai vertici delle aziende di Stato, che ha chiesto al governo di presentare con urgenza alla Verkovna Rada, il Parlamento.






