La pace va difesa, anche se ha un costo, altrimenti ci sterminano. Questa la sintesi della presentazione di ieri, fatta dall’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, di Michelangelo dome, il nuovo sistema di difesa integrata avanzata. «L’alternativa agli investimenti è la guerra all’arma bianca e io credo che sia molto importante capire qual è l’importanza della difesa» ha spiegato il manager. «Se non si fanno le cose insieme, sotto l’ombrello Nato, nessuno ce la farà da solo, proprio perché noi abbiamo ancora dei vincoli etici che vogliamo rispettare e non sacrificheremo mai mille giovani al giorno, non useremo mai un’Ia non etica, mentre i nostri avversari se ne fregano. Li sacrificano già quei giovani e non hanno nessuna intenzione di utilizzare l’Ia etica, utilizzano tutto quello che fa male. Allora credo che la riflessione di politica industriale sia: se noi intendiamo rispettare le regole di etica della civiltà occidentale, noi dobbiamo mettere su queste tecnologie, sennò ci sterminano».
Un discorso tranchant, quello di Cingolani, rivolto a investitori e giornalisti, riuniti ieri a Roma per la presentazione di Michelangelo dome. Lo scopo della nuova tecnologia è quello di rispondere alle minacce emergenti in uno scenario mondiale in cui alle nazioni si richiede di investire in strumenti per la difesa.
Come gli altri sistemi di questo tipo, Michelangelo nasce dall’esigenza di proteggere le infrastrutture critiche, quali aree urbane sensibili, territori e asset di interesse nazionale ed europeo, attraverso una soluzione modulare, aperta, scalabile e multidominio. Una novità che si inquadra nella più ampia strategia di Leonardo di consolidare la propria posizione di player di riferimento nel campo della sicurezza globale.
«Con Michelangelo dome Leonardo conferma il proprio impegno a sviluppare soluzioni che proteggono cittadini, istituzioni e infrastrutture, unendo tecnologia avanzata, visione sistemica e capacità industriale. In un mondo in cui le minacce si evolvono rapidamente e diventano sempre più complesse, dove difendere costa più che attaccare, la difesa deve saper innovare, anticipare e aprirsi alla cooperazione internazionale», ha spiegato ancora Cingolani. Si tratta di uno strumento nuovo «che nessuno possiede», ha aggiunto, «con le nostre forze armate e con questo Integrated project team, può diventare il primo modello open, la prima architettura aperta di air defence dome nel mondo. Non c’è niente come questo: può ospitare qualunque altro Paese che abbia voglia di entrarci, nello standard Nato, targhettando al minimo, senza considerare tecnologie che stiamo sviluppando nuove, circa 200 miliardi nei prossimi 10 anni».
Parlando di numeri, Leonardo nel 2024 ha registrato ricavi consolidati pari a 17 miliardi e 800 milioni di euro. Nuovi ordini per più di 20 miliardi, investendone 2 e mezzo in ricerca e sviluppo. È sulle tecnologie digitali che si basa l’innovazione di Leonardo, in tutte le aree di business e nell’intera catena del valore, dai laboratori di ricerca fino alla delivery sul mercato. Il gruppo può far leva su un ecosistema dell’innovazione capace di intercettare nuove soluzioni tecnologiche e orientato a una continua sinergia tra i diversi settori di business.
Leonardo presenta Michelangelo dome non come un singolo sistema, ma come un’architettura completa che integra sensori terrestri, navali, aerei e spaziali di nuova generazione, piattaforme di cyber defence, sistemi di comando e controllo, intelligenza artificiale ed effettori coordinati. La piattaforma crea una cupola dinamica di sicurezza, capace di individuare, tracciare e neutralizzare minacce, anche in caso di attacchi massivi, su tutti i domini di operazione: aeree e missilistiche, inclusi missili ipersonici e sciami di droni, attacchi dalla superficie e sotto la superficie del mare, forze ostili terrestri.
Con Michelangelo dome, Leonardo consolida il proprio ruolo come riferimento europeo nella sicurezza multidominio e contribuisce agli obiettivi di autonomia strategica, resilienza tecnologica e integrazione delle capacità difensive europee e Nato. L’iniziativa, che si inserisce nei programmi di cooperazione continentale, mira a valorizzare ancora di più le eccellenze industriali presenti sul territorio nazionale.
Per quanto riguarda il piano industriale, Cingolani ha chiarito che sarà aggiornato all’inizio del prossimo anno «e comunque prima di marzo».







