2024-01-26
Tajani rivendica i valori liberali e garantisti
Il segretario di Fi, all’evento per i 30 anni del partito, ricorda Berlusconi («Lui ci guarda da là e non sparirà mai») e incassa l’investitura di Gianni Letta. Gli obiettivi: «Separazione delle carriere in magistratura e il 10% alle elezioni europee».Guardare al futuro, riscoprendo le ragioni profonde della propria nascita. E soprattutto, cercando di elaborare il lutto per la scomparsa del leader e fondatore Silvio Berlusconi. È stata una giornata emozionante quella che dirigenti e militanti di Forza Italia hanno vissuto ieri al Salone delle Fontane nel quartiere romano dell’Eur, per celebrare il trentennale della discesa in campo del Cavaliere, seguita dalla straordinaria e imprevista vittoria alle elezioni politiche del 1994. Una giornata che ha offerto un mix di nostalgia e di proiezione verso le prossime sfide, a partire dagli appuntamenti elettorali delle regionali e delle europee, ma dalla quale si può trarre un dato politico: al netto delle sensibilità differenti e degli attriti fisiologici in una coalizione, la kermesse azzurra ha ribadito la solidità del centrodestra, la creazione politica che Berlusconi ha lasciato in eredità al Paese. È stato il vicepremier e segretario del partito Antonio Tajani, dopo avere incassato l’endorsement di un Gianni Letta per la prima volta oratore politico sul palco di una manifestazione di Fi, a fare la sintesi, ribadendo l’impossibilità di concepire una coalizione di governo senza l’apporto del liberalismo e del garantismo, bandiere storiche di Forza Italia, che deve restare a suo avviso il presidio dei moderati all’interno del centrodestra. «Forza Italia», ha detto, «conta perché impone le sue scelte». «Siamo diversi dai nostri alleati, crediamo fortemente nell’alleanza di centrodestra, ma siamo un partito nazionale anche quando parliamo di autonomia. E quando insistiamo sulle privatizzazioni e il presidente del Consiglio annuncia che è in corso un avvio di privatizzazioni noi siamo soddisfatti perché vince la linea di Fi». «Ma non lo facciamo», ha proseguito, «con minacce, noi non abbiamo mai minacciato una crisi di governo ma sempre fatto le nostre proposte». Tra le quali una di quelle più «calde» è la separazione delle carriere dei magistrati: «Siamo garantisti ma non siamo contro le toghe, noi con la separazione delle carriere», ha ribadito, «vogliamo esaltare il ruolo del giudice». Quanto alle prossime sfide elettorali, Tajani ha additato obiettivi ambiziosi: «Sono convinto che l’obiettivo del 10% alle prossime europee è assolutamente raggiungibile. Nel segreto dell’urna saranno milioni gli italiani che voteranno Forza Italia». Un obiettivo che raddoppia per le prossime politiche, dove Tajani punta il 20%. Ma è quello europeo l’appuntamento più vicino, ed è per questo che il vicepremier sottolinea che «senza Forza Italia non esiste un governo in Europa: il voto a Forza Italia è un voto utile perché più forte è Fi, più voti abbiamo, e più l’Italia conta a Bruxelles...». L’avvio della celebrazione era stato di grande impatto, con la proiezione del discorso della discesa in campo con l’incipit ormai passato alla storia «L’Italia è il Paese che amo». Un discorso, nella sua versione integrale di 9 minuti, che ovviamente ha innescato un lunghissimo applauso nel quale il segretario Tajani aveva fatto fatica a inserirsi per salutare i presenti e dare ufficialmente il via alle celebrazioni. «Silvio Berlusconi», ha detto Tajani, «è stato il leader e padre fondatore di una forza politica che ha vissuto per 30 anni e che vivrà per i prossimi 30 anni. Il miracolo è che dopo 30 anni siamo ancora qua». Come detto, per l’occasione Gianni Letta, che è stato il consigliere politico più ascoltato da Berlusconi, ha derogato alla sua proverbiale riservatezza e ha accettato di intervenire dal palco, cosa che nelle numerose convention azzurre non aveva mai fatto: «È un discorso che ha fatto la storia», ha detto Letta commentando il video della discesa in campo, «e che conserva dopo 30 anni la sua forza e straordinaria attualità. Lì c’è l’avvenire e il successo di Forza Italia, dei prossimi 30 anni e dei prossimi 30 ancora». «Ho visto e seguito questa esperienza prima ancora che cominciasse, l’ho vissuta in famiglia e con la famiglia di Silvio Berlusconi». E Letta ha tenuto a portare ai presenti il saluto dei figli del fondatore del partito: «Mi hanno chiesto di essere qui e portare il loro saluto, la loro convinta partecipazione e sostegno in continuità come il papà voleva». Infine, da Letta, anche un endorsement per Tajani, in vista del congresso: «Quando Silvio il 12 giugno è scomparso, Antonio Tajani era il numero due. E una delle ultime dichiarazioni che ha reso alla stampa dal San Raffaele fu quella per dire “in tanti anni che ho avuto vicino a me l’amico Tajani, non ha mai sbagliato una dichiarazione o un intervento. Può continuare così”. Questo è il messaggio», ha aggiunto, «che la famiglia vi manda per mio mezzo, continuate così, mettete a frutto questa grande intuizione, proseguitene l’opera nel segno del suo ricordo e secondo i suoi ideali e principi». Tra gli interventi più applauditi, quello della senatrice Stefania Craxi, attuale presidente della commissione Esteri di Palazzo Madama, che ha ricordato il rapporto di amicizia tra suo padre Bettino e Berlusconi, rievocando il clima politico giustizialista nel quale è maturata la scelta del Cavaliere di scendere in campo e la clamorosa vittoria contro la «gioiosa macchina da guerra» post-comunista guidata all’epoca da Achille Occhetto, che tutti i pronostici davano per vittoriosa: «Forza Italia», ha detto la Craxi, «è un grande spazio di libertà che ci consentirà di conservare i valori basati sul merito».