L'ad di BF, Federico Vecchioni (Imagoeconomica)
Nel primo semestre il valore della produzione del gruppo è arrivato a 765 milioni, una crescita del 6,5%. L’utile netto è passato da 5 a 15 milioni. Bene le mosse estere.
Dal palco del Giorno della Verità, parla il Ceo di Bonifiche ferraresi: «L'Italia ha una grande sfida di fronte che vinceremo: siamo un mix di tecnologie, innovazione e tradizione. Abbiamo un know how straordinario che dobbiamo valorizzare».
L'Italia e le aziende: le eccellenze dell'alimentare. Perché in passato sulle grandi partite agricole l'Italia è stata debole. All'interno del primo panel del Giorno della Verità, dal titolo Agricoltura e agroindustria. La difesa dei marchi italiani, subito dopo l'intervista al ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, l'attenzione si sposta sulle aziende e a prendere la parola è il Ceo di Bonifiche ferraresi Federico Vecchioni.
«Il ministro Lollobrigida ha toccato molti argomenti che riguardano quello che l'agricoltura oggi è in grado di esprimere. Oggi qui è importante sottolineare due o tre aspetti rilevanti» - ha affermato Vecchioni - «L'agricoltura, per noi addetti al settore riguarda il futuro dei popoli, del pianeta e di molte economie. Beni che vanno molto oltre il settore agricolo. Questo ha assunto una centralità strategica. Il dato paradossale è la centralità del settore con una necessità di recupero dei mercati». Secondo il Ceo di Bonifiche ferraresi, la politica agricola comune e tutte le riforme che si sono susseguite negli ultimi anni hanno portato oggi a una logica produttivistica che è tornata di attualità, ovvero che «l'agricoltura non deve produrre meno, ma vendere di più». Sollecitato dalla giornalista e conduttrice televisiva Sabrina Scampini, Vecchioni ha poi fatto il punto sulle partite che il nostro Paese è chiamato a giocare nell'immediato presente e nel prossimo futuro: «L'Italia ha una grande sfida di fronte che vinceremo: siamo un mix di tecnologie, innovazione e tradizione. Abbiamo un know how straordinario che dobbiamo valorizzare». Proprio a proposito della tecnologia, un altro fattore di assoluta importanza è il rapporto tra l'innovazione tecnologica e l'esigenza di garantire un buon impatto ambientale e tutelare i nostri territori agricoli. «Io credo che la strada che è stata individuata di preservare la capacità produttiva sia la strada giusta» - ha affermato Vecchioni - «Questo però non va in conflitto con le esigenze di innovazione tecnologica e di tutela dell'ambiente, perché l'Italia si può benissimo dotare delle giuste infrastrutture avanzate dal punto di vista tecnologico e al tempo far coesistere l'aspetto ambientale».
Si è parlato poi della Pac, la riforma che ha l'obiettivo di dare un sostegno più mirato alle aziende agricole di piccole dimensioni, rafforzando il contributo dell'agricoltura agli obiettivi ambientali e climatici richiesti dall'Unione europea. Il Ceo di Bonifiche ferraresi si è espresso così in merito a quelle che sono le politiche agricole adottate fin qui dal governo Meloni: «Oggi non c'è più distinzione tra grande e piccolo, ma tra chi è competitivo e chi non lo è. La dimensione fisica non è un fattore che crea suddivisione, ma la capacità di comprendere. Con la riforma della Pac, per esempio, abbiamo saputo amalgamare bene gli interessi dell'agricoltura italiana che vanno dalla difesa dell'origine alla distintività dei nostri prodotti».