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Anche se definito «il pasto più importante della giornata», ancora troppe persone si limitano a una tazza di caffè. Dai croissant ai cinque cereali firmati Bauli, al panettone estivo di Vergani, ricco di amarene, ecco come coccolarsi appena svegli.
Lo speciale contiene sette articoli.
Ogni giornata dovrebbe iniziare con una sana colazione. Anche se viene definito «il pasto più importante della giornata» ancora troppe persone, per fretta, per pigrizia o per abitudine, si limitano a una tazza di caffè oppure la saltano completamente.
Il giusto bilanciamento tra proteine, zuccheri, fibre, vitamine e carboidrati è invece fondamentale per ricaricare il proprio corpo e iniziare la giornata al meglio. Soprattutto durante l’estate, con le sue temperature roventi, assumere la giusta quantità di zuccheri, minerali e vitamine al risveglio è importantissimo. Tanto quanto dedicare il giusto tempo a questo momento, concedendosi un po’ di “sana lentezza” e immaginando la colazione come una vera e propria coccola per sé o da condividere con la propria famiglia, partner e, perché no, con gli amici in vacanza.
Basta anticipare la sveglia di soli 20 minuti per godersi un momento di piacere per corpo e mente. Ecco alcune proposte per una colazione fresca e golosa.
Il panettone anche ad agosto

Gaetano Passarelli
Grazie alla creatività Vergani, il panettone diventa protagonista anche delle assolate giornate estive, per una pausa fresca e gustosa, alleggerire la canicola e godersi in un solo morso tutto il gusto del dolce simbolo di Milano. La merenda estiva per eccellenza non può essere che un buon gelato e, grazie a Vergani, il milanese doc non può sbagliarsi. Cremoso e profumatissimo, il gelato al panettone Vergani è un vero e proprio refrigerio per il palato di tutti i fan del dolce lievitato meneghino.
Agli irriducibili che non vogliono rinunciare alla tradizione neanche sotto l’ombrellone, Vergani dedica il Panettone di Ferragosto, ricetta classica nello speciale formato da 500 g. Soffice e fragrante, è la merenda perfetta da condividere o da accompagnare con il gelato del proprio gusto preferito. E per coloro che amano le versioni gourmet... ecco il Panettone Vergani alle amarene: rivisitazione del panettone tradizionale con morbide e profumate amarene candite che vanno ad arricchire l’impasto lievitato 72 ore e preparato con lievito madre naturale, farina, burro e tuorlo d’uovo fresco. La forma bassa e la caratteristica alveolatura garantiscono la fragranza dell’inimitabile Panettone milanese.
I croissant "golosi" ai 5 cereali

Scegliere una colazione che sia sempre ben bilanciata dal punto di vista nutrizionale e con prodotti che privilegino ingredienti semplici e naturali. Ad esempio i nuovissimi Croissant BuonEssere 7 Cereali e Semi Bauli con Crema al Cacao e Nocciole della gamma di Croissant BuonEssere Bauli – composta da 6 varianti e realizzata con semplici ingredienti selezionati e di prima qualità – sono perfetti se abbinati ad un buon caffè, uno yogurt e qualche frutto di stagione.
Il gusto ricco della soffice e delicata sfoglia lievitata naturalmente per 20 ore con lievito madre e un mix di 7 cereali e semi di lino, chia e girasole incontra la deliziosa farcitura di crema al cacao e nocciole 100% italiane per ricreare il giusto equilibrio tra benessere e bontà
E quelli «super sfogliati» di Bistefani

La ricetta prevede solo l’utilizzo di materie prime d’eccellenza, come uova da galline allevate a terra e latte fresco 100% italiano dell’Appennino toscano. La lievitazione naturale di 24 ore, grazie al lievito madre, è invece una caratteristica che rende i nuovi Croissant Bistefani inconfondibilmente soffici e fragranti e dal sapore di burro. E per finire sono super sfogliati, per esaltarne il gusto davvero straordinario.Impossibile resistere alla loro bontà, perché da oggi la colazione ha il suo buonumore.
I nuovi croissant Bistefani sono perfetti per coloro che sono alla ricerca di prodotti di ispirazione artigianale, dal gusto raffinato, per una colazione premium e arrivano sugli scaffali con un packaging nell’iconico colore rosso del brand e 100% riciclabile.
Aricò: la linea estiva della Pasticceria Martesana

Le torte Coco e Rosalia, disegnate dalla mano creativa di Antonio Aricò e firmate Domenico Di Clemente per Martesana Milano, hanno conosciuto un successo travolgente durante la settimana della Design Week 2022: ogni giorno le creazioni, nei loro diversi formati, sono risultate sold out o prenotate con lunghe liste d’attesa. E così, per accontentare i più indulgenti, la capsule collection diventa protagonista anche delle fresche linee estive di Pasticceria Martesana, l’Alta Pasticceria di Quartiere.
Coco e Rosalia si ispirano ai racconti di due personaggi fiabeschi, di un’Italia selvaggia ed “esotica”. Assieme sono capaci di farci percorrere un viaggio con la fantasia in un immaginario fatto di ricordi, di memoria e di gusto. Ideate insieme al Pastry Chef Domenico Di Clemente, le due creazioni simboleggiano l’italianità, la tradizione della pasticceria, con un occhio sempre verso le nuove tendenze, per raccontare una storia fatta di freschezza e poesia durante la Design Week e che prosegue poi durante l’estate.
Una base di biscotto friabile al burro di latteria italiana, che accomuna entrambe le creazioni, apre le porte a due mondi diametralmente opposti ma complementari: Rosalia, dal carattere tipicamente mediterraneo con le sue fragole, vaniglia e mascarpone, e Coco, dalla personalità più esotica con la sua mousse di mandorle, cocco e lime. Questi due personaggi vestono sotto forma di “scarabocchi” i packaging di Pasticceria Martesana, Bottega Storica a Milano dal 1966 e Tre Torte Gambero Rosso nel 2022.
Una colazione tra Hong Kong e Milano

Ha aperto nel cuore di via Paolo Sarpi Hekfanchai Bakery, la quinta insegna del gruppo che da oltre un anno diffonde a Milano la vera cultura gastronomica di Hong Kong.
Ogni dolce racconta una piccola storia della tradizione culinaria di Hong Kong, nascosta tra i nomi, gli ingredienti o i metodi di preparazione: una caratteristica che il gruppo Hekfanchai cerca in ognuno dei suoi format.
C’è la Wife cake, una pasta sfoglia ripiena di winter melon conosciuta anche come sweetheart cake perché tradizionalmente preparata da una donna per l’uomo che ama.
Tra i più conosciuti, i classici Pineapple Polo Bun, il cui topping ricorda l’ananas, i Banana mochi roll o i Walnut cookies, tipici biscotti fragranti alle noci, e una selezione di gelatine come gli Osmanthus lychee jelly, quelle al mango o ancora al latte di cocco.
I frollini Doria in tre nuove varianti

Semplicissimi Doria – la linea di prodotti con ingredienti 100% naturali – arricchisce la proposta per gli amanti della colazione all’insegna del gusto naturale con i nuovi Frollini Semplicissimi. I nuovi frollini dalla forma rinnovata e originale, in confezione sacco da 400 grammi sono disponibili in tre nuovi autentici gusti: Frollini al miele con farina di riso, Frollini al cioccolato con farina di cereali e Frollini al malto con farina integrale.
Perfetti per una colazione ricca di gusto e benessere, basterà solo scegliere il mix preferito per ricaricare la mattina di energia, tutta naturale! I Frollini al miele con farina di riso, con il loro tocco fiorito del miele, sono perfetti per chi ama risvegliarsi con dolcezza. Per chi cerca il giusto bilanciamento tra golosità e naturalezza ci sono Frollini al cioccolato con farina di cereali: in un “semplice” biscotto racchiudono tante fibre e tutta la bontà del buon cioccolato. E, infine, i Frollini al malto con farina integrale: la farina 100% integrale incontra il dolce gusto del malto d’orzo in una ricetta deliziosa e ricca di fibre.
Nati dall’unione di farine speciali e miele, cioccolato o malto d’orzo, con il loro mix rinnovato nella forma e nella ricetta – per assicurare migliore friabilità e massima godibilità nell’inzuppo – offrono una nuova esperienza di gusto! Semplici ingredienti 100% naturali, senza additivi chimici, aromi e conservanti per intercettare i consumatori sempre più interessati alla qualità delle materie prime, ai prodotti autentici, naturali e dalla lista di ingredienti corta e pulita, che sappiano far riscoprire il vero piacere della materia prima, proprio come la gamma di prodotti Semplicissimi Doria.
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È il dolce del buongiorno per eccellenza. Con il cornetto, il krapfen o il maritozzo è diventata quasi indispensabile per iniziare la giornata. Il boom economico ha cancellato il pane inzuppato nel latte, mentre resiste ancora il casalingo burro e marmellata.
Ci voleva quel sacripante di Stefano Lorenzetto per togliere la brioche di bocca a Maria Antonietta svilendo uno degli aneddoti più belli sulla rivoluzione francese, raccontato da milioni di libri di storia dalla presa della Bastiglia fino ai nostri giorni: «Se non hanno più pane, mangino brioche», avrebbe commentato la moglie austriaca di Luigi XVI alla notizia della carestia di pagnotte e della rabbia dei parigini. Lorenzetto, «giornalista dal quale non bisogna farsi intervistare altrimenti scopre tutti i vostri peccati» - raccomandava Giampaolo Pansa - smentisce l'episodio nel suo ultimo libro, Chi (non) l'ha detto: non fu la regina, condannata pochi anni dopo alla ghigliottina, a coniare la frase, ma Jean-Jacques Rousseau. Il filosofo, ricordando ne' Les confessions un episodio capitatogli mezzo secolo prima della rivoluzione, citò le incaute parole di una grande princesse che non poteva essere Maria Antonietta: l'Asburgo-Lorena al tempo del fatto non era ancora nata.
A due secoli e passa dalla rivoluzione francese i fattori si sono invertiti, almeno per quanto riguarda la colazione mattutina degli italiani: «Se non hanno più brioche, nel caffelatte ci intingano il pane». La brioche è diventata quasi indispensabile, uno di quei «dolci del buongiorno» che Renzo Pellati, scrittore e specialista in scienza dell'alimentazione, in La storia di ciò che mangiamo, affianca al croissant e al krapfen, «dolci di origine francese e viennese entrati oggi prepotentemente nella nostra colazione mattutina quando, fino a pochi decenni or sono la colazione del mattino dell'italiano medio era costituita essenzialmente dal pane (o biscotti nella migliore delle ipotesi) inzuppato nel latte».
Terminata, però, l'era della povera gente col boom economico, le mammine della piccola e media borghesia non di solo pane nutrivano i pargoletti, ma anche di burro e marmellata, inventando la classica colazione all'italiana che ancora oggi, nelle case e nei B&b tiene testa ai dolcetti di pasta lievitata. Dal 1964, anno della sua nascita, entra poi in scena la Nutella. Boom o non boom, in campagna, la colazione continuò per parecchi anni ancora alla vecchia maniera: all'alba e con la giusta scorta di calorie per la giornata di lavoro nei campi: polenta abbrustolita e lardo. Non si buttava niente. Spesso al mattino si mangiava quello che si era avanzato alla cena della sera prima e ai bambini si davano pane e scodelle di latte appena munto.
Torniamo ai moderni dolci del buongiorno. La brioche è un dolce lievitato, nato francese, confezionato con farina, latte, uova, zucchero e burro. Per darle un'attraente doratura si spennella sulla superficie il giallo di un uovo. È una «bombetta» di calorie di forma semisferica, un piccolo disco volante di bontà, o a mezzaluna come il croissant- e in questo caso è chiamata anche cornetto- che a sua volta copia il kipferl austriaco.
Ecco come e quando nacque il cornetto. Dopo che Filippo Tommaso Marinetti, Paolo Monelli e altri scrittori nella prima metà del Novecento lanciarono l'offensiva contro il «barbaro dominio» delle parole straniere, la brioche finì sotto la ghigliottina dell'autarchia fascista insieme con il croissant e il krapfen. La Reale accademia d'Italia, fondata da Mussolini con lo scopo di «conservare puro il carattere nazionale» dichiarò fuorilegge, insieme a molti altri barbarismi, i nomi dei tre dolcetti sostituendoli rispettivamente con «brioscia», «cornetto» e «bombola». Gli italiani provarono fin da subito simpatia per il cornetto: le punte di quella mezzaluna friabile ricordavano, in piccolo, le corna di un torello. Anche bombola passò l'esame, ma solo dopo esser lievitata in bocca al popolo fino a trasformarsi in «bombolone». Regionali, e legate ai dialetti, le fortune della brioscia. Toscani e siciliani avevano tradotto il francesismo nel loro vernacolo molto prima che la Reale accademia emanasse le sue disposizioni. Ai primi veniva naturale chiamarla «briosse». I secondi arricchirono la pastarella semisferica con una cupoletta che richiamava lo chignon delle acconciature femminili. Da qui il nome: brioscia cù tuppu, brioche con la crocchia. Ma il successo del dolcetto nell'isola andò bel oltre la colazione, oltre il caffè e il cappuccino. La brioscia farcita con il gelato è ideale per il dessert o inzuppata nella celebre granita siciliana come merenda al bar.
«Cornetto e caffè» o «cornetto e cappuccino» sono la colonna sonora delle ordinazioni del mattino in bar e caffè. Secondo un rapporto della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) del 2018 gli italiani che consumano la colazione fuori casa tutti i giorni sono l'11,2 per cento. Un altro 14,5 per cento lo fa 3 o 4 volte alla settimana e un altro 16,6 almeno 1 o 2 volte la settimana. Arrivano al 65,7 per cento gli italiani che consumano la colazione fuori casa almeno 1 o 2 volte al mese.
Cornetto e croissant sono figli del kipferl austriaco nato, secondo la leggenda, durante i festeggiamenti per la liberazione di Vienna dall'assedio dei turchi del visir Mustafa Pasha, il 12 settembre 1683, da parte del re polacco Giovanni III Sobieski. Il vincitore chiese ai panettieri viennesi di ideare un dolce per celebrare la grande vittoria sui musulmani. Un fornaio, Peter Wendler, ebbe l'idea giusta ispirandosi alla falce di luna che il nemico, nella sua sicumera, aveva promesso di piantare sulla punta cattedrale di Santo Stefano al posto della croce. Il panettiere modellò l'impasto con quella forma, l'infornò e ne ricavò una croccante mezzaluna dorata che arricchì di un significato: mangiare un dolce kipferl era come divorare simbolicamente un turco. L'antico sberleffo non è stato ancora digerito dai jihadisti siriani che, qualche anno fa, in nome della Sharia, emisero una fatwa contro i cornetti: vietato mangiarli. Al Arabiya, l'emittente televisiva degli Emirati, spiegò che per i jihadisti i croissant erano il simbolo di una vittoria degli infedeli europei sui musulmani. Mangiarli si fa peccato.
Il cornetto viennese diventa croissant emigrando dall'Austria alla Francia. E in questo pare che lo zampino di Maria Antonietta c'entri davvero. Si racconta che la figlia di Maria Teresa quando sposò il delfino di Francia futuro Luigi XVI, non volendo rinunciare alle abitudini viennesi, tra cui la colazione a base di fragranti chipferl, avesse passato la ricetta ai pasticceri di Versailles che la perfezionarono aggiungendo burro e ribattezzando il kipferl croissant: crescente. La luna, s'intende.
Anche in Italia il cornetto arrivò dall'Austria grazie ai commerci intessuti dalla repubblica di Venezia. La presenza del kipferl divenne ancora più importante dopo che Napoleone cedette i territori della Serenissima all'Austria. Il lungo dominio ha fatto sì che ancora oggi, in Veneto e in Lombardia, si chiamano chifel alcune forme di pane a mezzaluna. A Trieste i chifeletti o chifelini sono dei cornetti di patate: con lo zucchero sono considerati dolci, senza, contorno.
Nell'elenco dei dolci del buongiorno merita un posto speciale il maritozzo romano, deliziosa pagnottella di farina, uova, miele, burro e farcita con tanta panna montata. Il dolce è chiamato così perché, rispettando una tradizione secolare, il fidanzato lo offriva come pegno d'amore all'innamorata. Dentro vi era nascosto un dono. La tradizione prevedeva che la fanciulla destinataria di tanta dolcezza ricambiava il futuro marito... prendendolo in giro. Chiamandolo, appunto, maritozzo. Giuseppe Giacchino Belli nella poesia La quaresima, lo chiama «santo maritozzo» perché era l'unico peccato di gola permesso dalla Chiesa in tempo di penitenza: «Come io nun zò cristiano! Io fo la spesa/ oggni ggiorno der zanto maritozzo./ Io nun cenavo mai, e mmó mme strozzo/ pe mmaggnà ott'oncia come vò la cchiesa».
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