Colpito il ponte di Kerch con bombe sottomarine. La Casa Bianca: «Noi ignari del raid in Siberia». Gli invasori frenano sui negoziati: «Sbagliato aspettarsi una svolta rapida».
Soccorritori sul luogo dell'attacco russo a Kiev (Ansa)
Ancora missili sulla capitale ucraina, morti e feriti. Donald Trump alza la voce: «È già tardi, ma sto facendo pressing per un accordo. C’è una data di scadenza». Dialoghi in corso sulla centrale di Zaporizhzhia e sui flussi di gas.
Pur di andare contro il piano di tregua proposto dal leader americano, la sinistra tricolore dimentica le sue ambiguità sull’annessione russa della Crimea nel 2014.
Lunedì a Riad (non più a Gedda) si parlerà di sicurezza e grano, temi cari ad Ankara. Crimea contesa.
Pressing americano su Teheran: intesa sul nucleare entro due mesi. L’obiettivo è coinvolgere il Cremlino nei negoziati in cambio di un ammorbidimento su Zelensky.
L’Occidente si indigna per le elezioni taroccate in Russia. Dovrebbe però farsi delle domande su un leader che è sempre più forte e gode comunque di un consenso nella popolazione, pur con sacche di ribellione. La sterile condanna morale non ci aiuta a reagire.