2025-07-11
Merz come Fantozzi: il green deal è una c... pazzesca
Friedrich Merz (Getty images)
Il cancelliere apre gli occhi al suo Paese dopo l’ubriacatura verde: «Anche a zero emissioni non si eviterebbe una sola catastrofe». Una svolta che, grazie al peso di Berlino in Ue, può mandare finalmente in soffitta il folle Green deal caro a Ursula e alla sinistra. In Europa qualcuno comincia a rinsavire. Se prima a dettar legge erano i politici che speravano di risolvere la carenza di manodopera dell’industria Ue spalancando le porte a legioni di immigrati, o altri che sognavano di chiudere fabbriche e stalle per assecondare i deliri verdi, da qualche tempo si registra una correzione di rotta. Sarà perché a Bruxelles non c’è più Frans Timmermans, una specie di nonno di Heidi in versione olandese, il cui programma prevedeva l’abbattimento di intere mandrie per evitare che le flatulenze delle vacche inquinassero l’atmosfera. Sarà perché Angela Merkel è andata in pensione e con lei è stata archiviata pure la politica dell’importazione di forza lavoro straniera cui corrispondere salari minimi. Sarà perché la Germania è in crisi e dunque è andato a quel paese l’asse franco-tedesco che ha sempre dominato nel Vecchio continente. Sta di fatto che ultimamente a Berlino come in Francia si sentono discorsi più ragionevoli.Il più interessante l’ha pronunciato ieri il nuovo cancelliere in una seduta del Bundestag. Nel corso del dibattito parlamentare sulla legge di bilancio, Friedrich Merz ha detto che se anche la Germania fosse da subito climaticamente neutrale, «non eviterebbe una sola catastrofe naturale». Una frase ovvia, che non a caso sulla Verità abbiamo pronunciato più volte. Ma detta dal capo di governo di quella che fino a ieri era considerata la locomotiva del Vecchio Continente fa un certo effetto. Merz guida il Paese industriale più progredito della Ue. Negli ultimi decenni la strategia della Germania è stata la strategia dell’Unione. Sia in tema di transizione energetica, che dal punto di vista delle scelte regolatorie. Dunque, se Berlino dice che se anche non emettessimo più un solo grammo di CO2 non cambierebbe nulla e non si eviterebbe un solo disastro naturale, la memoria corre a quelli che spiegavano le alluvioni in Emilia -Romagna con il cambiamento climatico, assolvendosi così per le opere mai fatte.Merz, dopo Trump, dà così una picconata al Green deal, facendoci capire alla Fantozzi che è una boiata pazzesca. Che ne sarà dunque ora del programma su cui si era impegnata Ursula von der Leyen per far contenti i Socialisti e i Verdi e ottenerne i voti? Che dirà ora che il cancelliere del suo Paese demolisce la transizione verde? Merz sostiene che se anche viaggiassimo tutti con vetture elettriche, se le caldaie emettessero vapore acqueo invece di residui incombusti di gas e le case fossero isolate e raffrescate naturalmente, per l’ambiente non cambierebbe nulla, perché il mondo continuerebbe a essere inquinato. Una verità, ma che fino a pochi mesi fa nessuno aveva il coraggio di dire. Si costringevano i Paesi membri a una serie di vincoli e di impegni onerosi tacendo il fatto che per l’ambiente non servivano semplicemente a nulla. A una parlamentare dei Verdi che chiedeva più impegno per raggiungere gli obiettivi di neutralità zero, Merz ha risposto che bisogna tutelare la natura ma anche l’industria. «Il nostro impegno è unire la difesa del clima alla difesa dei siti industriali», ha concluso, facendo capire che il programma del suo governo privilegerà interventi pragmatici e misure sostenibili per l’economia. In altre parole, dopo anni di ubriacatura green, Merz sembra intenzionato a far smaltire al Paese la sbornia ambientalista. E dato che la Germania è l’azionista di maggioranza della Ue, capace di trascinare con il suo peso anche le nazioni satelliti, c’è da aspettarsi che nei prossimi mesi Bruxelles corregga la linea. Del resto, considerando che ormai gli ecologisti duri e puri sono al governo in pochissimi Stati dell’Unione, anche il ruolo di esponenti tipo Teresa Ribera, la pasionaria spagnola cui in Europa è stato affidato l’ambiente, rischia di appannarsi. Per quanto ci riguarda, aspettiamo soltanto che si appannino anche Angelo Bonelli e tutti quelli che hanno sostituito il comunismo con l’ambientalismo, passando senza soluzione di continuità dal rosso al verde, con la stessa tenacia e il medesimo fanatismo.
Papa Leone XIV (Ansa)
«Ciò richiede impegno nel promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia, sostenendone gli sforzi, promuovendone i valori, tutelandone i bisogni e i diritti», ha detto Papa Leone nel suo discorso al Quirinale davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna sono, nella tradizione italiana, parole che esprimono e suscitano sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica, al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società. In particolare, vorrei sottolineare l'importanza di garantire a tutte le famiglie - è l'appello del Papa - il sostegno indispensabile di un lavoro dignitoso, in condizioni eque e con attenzione alle esigenze legate alla maternità e alla paternità».
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