L’autore del documentario «Preghiera per Willy»: «I giovani sono inghiottiti dal virtuale, dalla pornografia. Ma è colpa anche dei genitori: la loro invadenza a scuola è letale, i docenti ormai hanno le mani legate».
Aurelio Picca, alle prese con un nuovo libro: «Nell’arte nessuno cerca più l’assoluto, qualsiasi narrazione è appiattita sulla cronaca bassa. Per raccontare non si va oltre le 1.000 parole, e i romanzieri scompaiono».
L’autore di «Contro Pinocchio» ha sperimentato l’insegnamento: «Facevo imparare Dante, ora arrivano alle superiori e leggono scorrendo l’indice». Il libro è contro la globalizzazione: «È cultura gender avanzata. Non vuole famiglie, ma single che consumano».
Lo scrittore Aurelio Picca: «In pandemia stiamo in una risacca putrida, passato e futuro sono cancellati. La scuola deve ricominciare dalla storia, per dare senso alla vita. Altrimenti ci resta la realtà social, Xanax per la solitudine».
Lo scrittore romano Aurelio Picca: «Attribuire i fatti di Colleferro al Ventennio o al patriarcato è una perversione culturale. È proprio il padre a mancare oggi. Così come sono scomparsi la gerarchia e il combattimento con la realtà».