2022-02-17
Svizzera, addio a card e mascherine. Tutta Europa riapre. Tranne l’Italia
Francia, stop Dpi al chiuso da metà marzo. Eliminati divieti e lasciapassare in Ontario.Mentre in Italia la fine di restrizioni e green pass è lontana e senza una data certa, in tutto il mondo si allunga la lista dei Paesi che hanno abbandonato o stanno per eliminare divieti e costrizioni. Tornando, o avvicinandosi di fatto, a una normalità reale, a differenza di quella sbandierata nel nostro Paese, l’unico in cui il fanatismo sanitario ha calpestato persino il diritto al lavoro degli over 50 e causato discriminazioni intollerabili fin dalla scuola elementare ai danni dei non vaccinati. Le imposizioni italiane sono indiscutibilmente, infatti, le più dure e arbitrarie: in nome della prudenza, tutti i diktat sono rimasti intoccabili, a eccezione dell’obbligo di mascherina all’aperto (Campania a parte), il più significativo feticcio dell’ubbidienza e della paranoia perpetua. Per capire lo scollamento tra le decisioni del ministero della Salute e del Cts, che impattano da due anni sulla vita degli italiani, e le regole al di fuori dai nostri confini, basta guardare alla vicina Svizzera. Da ieri, il Paese ha revocato l’obbligo di mascherina e lasciapassare per accedere a negozi, ristoranti, musei, cinema, eventi. Le uniche limitazioni ancora presenti, fino a fine marzo, sono l’obbligo di Dpi nei mezzi pubblici e nelle strutture sanitarie (a eccezione degli ospiti delle Rsa) e l’isolamento per i positivi, di cinque giorni (in Italia la quarantena dura ancora sette o dieci giorni, a seconda dello status vaccinale, mentre è già stata abolita in Norvegia e presto anche in Gran Bretagna). «La situazione epidemiologica è in continuo miglioramento» ha spiegato il presidente della Confederazione, Ignazio Cassis. «Dobbiamo cercare di ritrovare un equilibrio tra libertà e responsabilità». Le imprese potranno tornare a richiedere il lavoro in presenza (senza mascherina al chiuso). Nella vicina Austria, dal 5 marzo per entrare nei negozi non serviranno più Ffp2 e green pass, che restano necessari per accedere a ospedali e case di riposo. L’obbligo di mascherina è inoltre confermato nei supermercati, nelle farmacie e per i mezzi pubblici. Nessuna novità, per il momento, per quanto riguarda i tamponi, ancora gratuiti e per l’obbligo vaccinale. Anche se formalmente già in atto, le sanzioni sono previste solo dal 15 marzo, ma non si fermano i dubbi sollevati dai governatori sulla necessità dell’imposizione. Come annunciato ieri dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, anche la Germania inizierà a revocare le restrizioni. Dal 4 marzo dovrebbero essere cancellati i divieti per i non vaccinati, mentre dal 20 dovrebbero cadere tutte le limitazioni a eccezione della mascherina al chiuso. La necessità di lasciarsi alle spalle i vincoli anti Covid è stata sollecitata anche dal team di esperti che guida il governo sloveno. Nella riunione prevista oggi, l’esecutivo di Lubiana dovrebbe abolire l’obbligo di pass per entrare nei negozi. Allentamento delle misure anche in Francia, dove dal 28 febbraio saranno abolite le mascherine al chiuso, a eccezione dei mezzi pubblici, e solo per i vaccinati. Mentre l’obbligo cadrà per tutti, anche su bus, tram e metro da metà marzo, quando dovrebbe essere inoltre eliminato il pass vaccinale. La presa di posizione più chiara arriva però da oltreoceano. Il premier della provincia canadese dell’Ontario, Doug Ford, ha infatti dichiarato di aver scoraggiato l’introduzione di qualsiasi nuova limitazione o il rinnovo delle certificazioni sanitarie dopo la fine di febbraio. «Abbiamo chiuso con tutto ciò, con cautela, ma bisogna andare avanti». Ford aveva già annunciato nei giorni scorsi la revoca del pass nella sua provincia da marzo, esprimendo anche forti dubbi sull’effettiva protezione dal contagio data dalla terza dose: una vittoria per i camionisti che da settimane protestavano contro l’obbligo vaccinale. Una decisione in totale contrasto con quella del premier canadese Justin Trudeau, che ieri ha adottato il pugno duro contro i manifestanti di Ottawa, ricorrendo allo stato d’emergenza. Nel frattempo, in Italia, si vocifera sull’eliminazione del green pass da aprile per poter bere o mangiare nei tavoli esterni di bar e ristoranti. L’ennesimo contentino mascherato da magnanima apertura.
Ecco #DimmiLaVerità del 27 ottobre 2025. Ospite Marco Pellegrini del M5s. L'argomento del giorno è: "La follia europea di ostacolare la pace tra Russia e Ucraina"
Matteo Salvini (Ansa)
«Chiederò che sul Piano casa, scoperto nel 2026, parte dei fondi arrivi con gioia ed entusiasmo da parte di un sistema, quello delle banche, che sta facendo margini notevolissimi». Così il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. «Non c'è nessun accanimento nei confronti delle banche. Mi limito a leggere i bilanci. Negli ultimi tre anni le banche hanno fatto 112 miliardi di euro di utili, spesso una parte di questi investimenti coperti da garanzie dello Stato e, quindi, nel caso che tutto andasse bene si va a utile, nel caso non andasse c'è lo Stato che copre e garantisce». Il vicepremier ha spiegato che la richiesta non nasce da una volontà punitiva, ma dal principio di equilibrio e collaborazione tra pubblico e privato. Secondo Salvini, le banche, dopo anni di margini record, possono contribuire concretamente a sostenere misure sociali e infrastrutturali, come il Piano casa, considerato «Una priorita' nazionale per dare risposte a chi oggi non può permettersi un alloggio dignitoso».
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