2024-02-17
Sunak tace e ascolta le vittime dei sieri. Qui Speranza insulta
Rishi Sunak (Getty Images)
In Uk e Francia, effetti avversi e gestione pandemica non sono un tabù. Solo Giuseppe Conte & C. scambiano la trasparenza per vendetta.Mentre Roberto Speranza scappa di fronte alle vittime di effetti avversi del vaccino, accusando chi è ridotto in sedia a rotelle di essere un provocatore e un criminale perché scoraggia altri dal vaccinarsi, c’è un premier che ha la forza di guardare negli occhi chi dopo l’iniezione lamenta gravi conseguenze. Rishi Sunak, l’uomo che guida la Gran Bretagna, primo ministro dello stesso partito di colui che gestì l’emergenza Covid, non fugge dalla responsabilità, né dà del millantatore a quanti chiedono che venga riconosciuta la correlazione fra l’iniezione antivirus e quelle che generalmente vengono classificate con termine asettico di reazioni contrarie. A differenza di Speranza, non insulta chi protesta e neppure sostiene che durante il lockdown tutto sia andato meravigliosamente bene. Ecco, la necessità di ripassare al setaccio quei mesi, di rivedere le scelte e le colpe di chi gestì l’emergenza, sta tutta qui. Al contrario di quanto pensano Speranza e Giuseppe Conte, e cioè che la commissione parlamentare d’inchiesta sia contro di loro e consista in una specie di squadrismo istituzionale, l’indagine è necessaria per rispondere a quegli uomini e quelle donne, ma anche a quelle famiglie, che sono state travolte dalla malattia e lasciate a loro stesse, a quanti obbligati a vaccinarsi, oggi ne patiscono le conseguenze.Altrove, in Inghilterra per esempio, la commissione d’inchiesta esiste da oltre un anno e ha convocato funzionari pubblici responsabili della salute dei cittadini del regno e politici, sottoponendoli a una sfilza di domande, spesso imbarazzanti, sulla gestione del Covid. Nessuno è stato risparmiato, neppure l’allora premier Boris Johnson. Perché di fronte a centinaia di migliaia di morti e a migliaia di vittime degli effetti avversi è necessario capire che cosa non ha funzionato, per evitare che si ripeta tutto ciò. Sì, mentre in Italia è tabù chiedere che qualcuno risponda a delle domande fondamentali sul piano anti-pandemico mai aggiornato e sull’improvvisazione di alcune decisioni che non avevano alcuna ragione scientifica, a Londra non c’è segreto di Stato od opportunità politica che tenga. Si può conoscere anche che cosa faceva il premier in casa sua mentre agli altri vietava i party. E si possono conoscere i numeri delle persone che hanno subito gravi conseguenze a causa del vaccino. Altro che squadrismo contro chi ha governato: la regola è la trasparenza, quella a cui Speranza e Conte continuano a sottrarsi, nella convinzione che prima o poi qualcuno si stanchi o si dimentichi.Forse penserete che solo in Gran Bretagna si interroghino su come sia stata gestita la pandemia e sulle gravi conseguenze del vaccino, ma non è così. In Francia è in atto una profonda analisi di quei mesi, per capire gli errori compiuti. Basti dire che sulla prima pagina di Le Monde diplomatique, costola quotidiana del più noto Le Monde e testata di analisi e riflessioni, nei giorni scorsi è uscito un dossier dedicato alla sanità francese, ma con un titolo assai chiaro. «Dipendenti ospedalieri sospesi, autopsia di un errore». Già, perché Emmanuel Macron, come Mario Draghi nel 2021, decise di rendere obbligatorio il green pass in corsia (a dire il vero il nostro presidente del Consiglio lo estese a tutto il mondo del lavoro e anche a locali e mezzi di trasporto pubblici), con il risultato di aver condannato alla morte sociale tutti i renitenti al vaccino. Una misura che contraddiceva le promesse precedenti di monsieur le president, spiega Le Diplo, ma soprattutto un provvedimento che ha creato un buco nel sistema della sanità pubblica perché, introducendo quella che il quotidiano francese chiama polizia sanitaria, non si è ottenuto di spingere medici e infermieri a vaccinarsi, ma si è costretto un personale che sarebbe stato di grande utilità ad abbandonare le corsie degli ospedali e a cercarsi un altro lavoro. La repressione non ha funzionato, spiega il giornale, anche perché le autorità incaricate di attuare la decisione del governo non erano credibili. Cacciare dagli ospedali operatori che fino al giorno prima, quando non c’era il vaccino, erano lodati per la loro abnegazione, trasformando diabetologi e dermatologi in infettivologi per difendere un sistema sbagliato e - aggiungo io - una misura iniqua, ha prodotto un disastro, istituzionale e di credibilità. Lo certifica il comitato consultivo nazionale di etica, citato da Le Diplo: «Le autorità politiche e sanitarie devono essere esemplari nel modo in cui decidono, giustificano e realizzano le politiche vaccinali, a maggior ragione quando si entra nel campo dell’obbligo» e, sott’inteso, con il siero anti Covid non lo furono.Ecco, di tutto ciò, di lockdown, green pass ed effetti collaterali si discute nel mondo, con inchieste e commissioni d’indagine. L’unico posto dove, secondo i 5 stelle e il Pd, non si dovrebbe parlarne è l’Italia. Al contrario, io mi auguro che finalmente, da Speranza a Conte, senza dimenticare Draghi, e passando per i vertici dell’Istituto superiore di sanità e dell’Agenzia del farmaco, tutti siano chiamati a rispondere alle domande che gli italiani si fanno.
Giorgia Meloni e Donald Trump (Ansa)