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In aumento lo spread del senso del ridicolo

In aumento lo spread del senso del ridicolo
ANSA

Lo spread sale mentre il governo non c'è? Colpa di Matteo Salvini e Luigi Di Maio che non si mettono d'accordo. Lo spread ritorna a salire anche ora che il governo c'è? Sempre colpa di Salvini e Di Maio che hanno dato vita a un esecutivo populista. Lo spread scende ora che il governo c'è? Merito di Sergio Mattarella che ha fatto ragionare Salvini e Di Maio spingendoli a fare il governo senza populisti antieuro. A leggere le cronache giornalistiche e le dichiarazioni politiche degli ultimi quindici giorni c'è da spassarsela.

Nei giorni scorsi infatti abbiamo letto ogni genere di allarme. Ha cominciato Il Foglio, il più renziano dei giornali renziani, che il 22 maggio, quando ancora Conte non era neppure stato incaricato di formare il governo, scriveva: «Denaro in fuga dal governo più investitor-repellente possibile. Il governo M5s-Lega è già costato 33 miliardi». E a ruota manco fosse Bartali che insegue Coppi nella tappa in cui si vince la coppa dello stupidario nazionale, dopo il quotidiano diretto da Claudio Cerasa è spuntato quello guidato da Mario Calabresi. «Incubo mercati per i gialloverdi», tuonava Repubblica. «Già bruciato un miliardo». Stesso giorno, stessi responsabili, cioè Salvini e Di Maio, ma perdite diverse: 33 miliardi per il super renziano Foglio, uno solo per l'organo di Carlo De Benedetti, che essendo uno attento ai soldi li maneggia con cura.

I Bartali e i Coppi dell'iperbole antigovernativa, due giorni dopo si sono però cimentati in un altro duello all'ultimo incubo, prefigurando una catastrofe per i risparmi degli italiani. «Cosa vuol dire rischio Grecia. Le assonanze con Atene e che fare per non trovarci con la Troika in casa», consigliava con affetto Il Foglio. Ma nello spaventare le persone che hanno due risparmi in banca, Repubblica non si è fatta cogliere impreparata: «Il “contratto" più vicino spinge il rischio Italia. Spread ancora a 190 punti. Secondo gli investitori le scelte del prossimo governo sono destinate a far scattare la fuga dai titoli del Tesoro». Ma temendo di essere stata troppo prudente e di non aver spaventato a sufficienza i propri lettori, la testata più cara alla sinistra, di lì a qualche giorno è ritornata sulla faccenda con un discorso più diretto: «Tragedia greca. Con un mix di cinismo e dilettantismo, i “diarchi" dell'ennesima notte della Repubblica hanno speculato sulla pelle degli italiani». A mettere una parola buona per rasserenare gli animi, alla fine ci ha pensato il vecchio Corriere della Sera, che con un commento della sua prima firma economico-instituzional-europeista ha chiarito come stanno le cose: «Aste Btp», scriveva Federico Fubini, «il caos sui mercati ci è già costato 144 milioni». Dopo aver letto questo intervento, ovviamente gli italiani hanno tirato un respiro di sollievo, perché in una settimana si è passati da 33 miliardi bruciati sull'altare di Salvini e Di Maio a 144 milioni: un affare. Lo stesso giorno, mentre Carlo Cottarelli ancora brancolava nel buio dopo aver ricevuto l'incarico di formare il governo, il Corriere però tornava sulla faccenda dello spread citando la vignetta della Frankfurter Allgemeine Zeitung che vedeva sprofondare una corriera tricolore nell'abisso: «Quella vignetta rappresenta in modo feroce ma veritiero quello che rischiava di accadere con il governo grillo-leghista… le premesse per l'uscita dall'euro o per l'arrivo della Troika… Un suicidio».

Nessuno, neanche gli esperti del quotidiano di via Solferino, però, sono stati in grado di spiegare come mai lo spread sia cominciato a salire lunedì 28 agosto, quando cioè Mattarella ha tolto l'incarico a Conte per darlo a Cottarelli, raggiungendo il massimo il giorno dopo, quando il direttore del Fondo monetario ha rischiato di andare in Parlamento e di non ottenere neppure un voto di fiducia. Carlo Mani di Forbice, l'altra sera su La 7, ha provato a dire che a far decollare lo spread è stata la paura di nuove elezioni e noi gli crediamo. Ma forse bisogna spiegarlo ai soloni dello spread, così decideranno una volta per tutte se spaventa di più il voto o il governo. O se a spaventare i mercati non siano lo stupidario nazionale della stampa e i suoi pregiudizi.

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Ricchezza triplicata e vecchiaia al sicuro: il piano  Mediolanum
Ansa
Stefano Volpato: col Tfr nei fondi previdenziali e un contributo volontario di circa 5.000 euro l’anno si riduce il nodo della pensione bassa.

Il 2025 rappresenta un punto di svolta per Banca Mediolanum. «Un anno memorabile», lo definisce Stefano Volpato, direttore commerciale, non solo per i risultati economici - budget ampiamente superati - ma perché segna il passaggio da una fase di crescita a una di trasformazione strutturale. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: accompagnare i clienti verso l’autonomia e l’indipendenza finanziaria in età pensionabile, rendendo possibile, nei fatti, la triplicazione della ricchezza finanziaria pro capite, sottolinea Volpato durante la tradizionale convention con la rete a Merano, per tirare le somme dell’anno che sta per finire e definire le strategie del 2026. Un anno, ha confermato l’amministratore delegato Massimo Doris, destinato appunto a superare il record del 2024, con una raccolta netta di 10,4 miliardi e oltre 2 milioni di clienti e un primato, nell’universo Assoreti tra raccolta, mutui e prestiti concessi oltre che le polizze sottoscritte.

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«Nido di vipere», desiderio e ipocrisia nel Texas profondo
«The Hunting Wives» (Netflix)

Arrivata su Netflix Italia, Nido di vipere adatta il romanzo di May Cobb e racconta noia, desiderio e trasgressione in una comunità texana conservatrice. Tra dramma e giallo, la serie osserva le contraddizioni private e sociali della sua protagonista.

La serie dello scandalo, quella che negli Stati Uniti ha fama di aver passato al vaglio, senza nulla lasciare all'immaginazione, la sessualità omoerotica di donne all'apparenza tradizionali. The Hunting Wives, tradotto per l'Italia con Nido di vipere, è un romanzo di May Cobb, adattato poi a serie televisiva. Negli Usa, sotto forma di narrazione tv, ha debuttato lo scorso anno. Su Netflix Italia, invece, è arrivata lunedì 15 dicembre, portando con sé una storia fatta di noia e trasgressione, di bisogni che emergono piano, travolgendo chi li provi prima ancora che questi possa capire perché.

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Dimmi La Verità | Augusta Montaruli (Fdi): «Il centro sociale Askatasuna non ha mai ripudiato la violenza»

Ecco #DimmiLaVerità del 19 dicembre 2025. Ospite la vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli. L'argomento del giorno è: "Lo sgombero del centro sociale Askatasuna di Torino".

Stellantis & C. scoprono il bluff Ue: «Svolta sulle elettriche disastrosa»
Ansa
Anche le case tedesche bocciano la proposta della Commissione che dà più spazio alle auto diesel e benzina: «Troppe condizioni, lievitano i costi». Per il gruppo di Elkann il piano è «inadeguato». Meno pessimista Parigi.

Quella che i commenti a caldo definivano «svolta epocale», si è prima trasformata in un passo in avanti «importante» - a strettissimo giro sminuito come «significativo» -, e poi è diventata l’ennesimo pastrocchio della Commissione europea che peggiora la già drammatica situazione dell’automotive nel Vecchio continente. La rapidissima parabola delle modifiche annunciate da Bruxelles sui veicoli elettrici si è compiuta quando i diretti interessati, cioè le case automobilistiche, hanno svelato il bluff.

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