2022-04-21
Sul Russiagate e i guai di Giuseppi Renzi invoca il Copasir, ma non ci va
Matteo Renzi (Imagoeconomica)
Tocca a lui chiedere di essere sentito. Al Comitato «non servono approfondimenti».«Il problema non è se io vado o no al Copasir, io vado volentieri dappertutto, a rispondere a tutto e a tutti». Matteo Renzi, leader di Italia viva, usa un messaggio video per rispondere all’ex premier Giuseppe Conte e per alimentare, di nuovo, una vecchia polemica tornata di attualità in questi giorni. E ribadisce un concetto che ha espresso più volte negli ultimi anni: è disponibile a farsi sentire al Copasir ma non lo ha mai chiesto formalmente. Peccato che debba essere lui a prendere l’iniziativa e non il contrario, anche perché il Comitato è un organo parlamentare di controllo della operatività dell’intelligence, non il contrario. La videorisposta di Renzi è quella sul famigerato Russiagate o Trumpgate, ovvero il presunto tentativo d’influenzare le elezioni americane del 2016 a vantaggio di Hillary Clinton, allora avversaria di Donald Trump. Su questa storia è tornata di recente Repubblica, ma già La Verità lo scorso anno ne aveva parlato raccontando, con dovizia di particolari, degli incontri tra l’ex numero uno del Dis, Gennaro Vecchione, e l’ex segretario per la Giustizia statunitense, William Barr. Renzi decide così di attaccare Conte e Vecchione, che «avrebbero mentito agli italiani proprio di fronte al Copasir» e «avrebbero tenuto segreto» l’incontro al ristorante con Barr. È la risposta a quello che Conte aveva già scritto su Facebook martedì mattina, quando aveva tirato in ballo proprio Renzi. «Mi chiedo», ha scritto l’ex premier, «è possibile che il senatore Renzi non abbia mai sentito il dovere, in tutto questo tempo, di andare a riferire al Copasir su questi suoi sospetti? Perché non va, come sempre ho fatto io, a riferire quel che sa? Cosa teme, di dover poi rispondere alle domande dei componenti del Copasir e di essere obbligato, per legge, a riferire tutta la verità?». Conte sarà anche «incompetente e incapace di conoscere le regole del gioco», come sostiene Renzi, ma va dato atto all’ex premier che sulle mancate audizioni del leader dell’Italia viva a palazzo San Macuto non ha tutti i torti. Non a caso ieri il presidente del Copasir, Adolfo Urso, ha tenuto in mattinata a precisare che «se Renzi ha certezze sul fatto che l’ex premier Conte ha violato i dettami costituzionali, ovviamente da lui dobbiamo partire». Quindi sarà Renzi a chiedere di essere sentito se ha elementi da fornire al comitato, esattamente come capitato sul caso Ranucci-Report con il parlamentare Andrea Ruggeri o come con lo stesso Conte sul caso degli aiuti della Russia di Vladimir Putin durante la pandemia da Covid-19. Infatti ieri pomeriggio è stato lo stesso Copasir a specificare in una nota come «in relazione alla vicenda Russiagate il Comitato, nell’odierna seduta ha constatato che non vi sono elementi di novità tali da richiedere ulteriori approfondimenti». In pratica il Copasir non convocherà il senatore, starà a Renzi chiedere di farsi sentire. A dire il vero non è la prima volta che Renzi annuncia di voler andare a palazzo San Macuto a spiegare le sue ragioni. Peccato non sia mai avvenuto. Il 10 maggio del 2021, dopo l’esplosione del caso di Marco Mancini a Report, il leader di Italia viva lo ribadiva in un’intervista al Corriere della Sera. «Ci metto la faccia e chiedo per par condicio rispetto a chi mi accusa con voce camuffata. E dopo Report sono pronto ad andare al Copasir e in Vigilanza: su questa cosa si va fino in fondo». Peccato non l’abbia visto nessuno al comitato e neppure in commissione. Del resto Renzi non ha mai neppure spiegato l’intricata vicenda legata ai suoi compensi all’estero, in Arabia Saudita e Cina, su cui invece è stato audito il direttore dell’Aise, Giovanni Caravelli. In questa legislatura non si segnalano audizioni di Renzi al Copasir. Per trovarne una bisogna tornare alla precedente legislatura, quando il senatore di Italia viva era presidente del Consiglio.
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