2018-12-22
Sui migranti Chiesa e Onu si copiano. Ma raccontano una storia sbagliata
Francesco Bergoglio e Ban Ki Moon usano ormai le stesse parole d'ordine sull'immigrazione: chi emigra è una risorsa naturale da impiegare dove serve di più. Chi non accoglie paragonato a chi lasciò al freddo la Sacra Famiglia.Credo che il problema delle migrazioni vada affrontato superando la retorica delle motivazioni ufficiali confondenti che vengono date: guerre, fame, carestie, ambiente, esigenza di multiculturalismo, compensazione del gap popolazione, eccetera. Queste motivazioni son fin troppo facilmente smentibili, così come sono facilmente smentibili quelle ufficiali sull'utilità economica delle migrazioni necessarie a colmare il gap di popolazione. In realtà sta apparendo sempre più evidente che la soluzione migratoria è una scelta politico economica, non una scelta morale, perciò è imposta ed è «vietato» contrapporsi. I migranti infatti, secondo il pensiero imposto, rappresentano risorse naturali che devono esser disponibili globalmente ove possano esser impiegate più efficientemente rispetto al luogo d'origine. Soprattutto se il luogo d'origine permette all'abitante di produrre sostanzialmente solo figli (troppi figli…), unica risorsa che sembra saper generare, destinata perciò a crescere esponenzialmente e creare maggior povertà e maggiori rischi per il resto del mondo.È lecito sospettare, grazie a queste considerazioni, che la dignità umana, umanitariamente proposta, chiedendo misericordiosa e compassionevole responsabilità e solidarietà, possa non esser affatto la spiegazione del necessario accoglimento dei migranti... È anche curioso notare che nello stesso tempo si ostacola con indifferenza il sostegno delle nascite nei Paesi «obbligati» ad accogliere. È curioso, perché le nascite nel nostro Paese sono la vera soluzione alla crescita, alla creazione di ricchezza, in modo sicuro, naturale, ordinato e regolare. L'effetto creazione di ricchezza grazie al sostegno di una famiglia (dove due persone, padre e madre, generano un figlio) è sintetizzabile in una semplicissima espressione matematica: 1+1= 3, vero sintomo della crescita. Ma implicitamente indicato, da troppi osservatori, essere sintomo nazionalista, sovranista, razzista e xenofobo. Perché appare essere alternativo al migrazionismo. Come si fa a non aver sospetti giustificati? Il segretario dell'Onu, Ban Ki Moon, dichiarò che le migrazioni devono essere «sicure, ordinate, regolari». Riferendosi all'utilità e bontà del Global compact, l'attuale Pontefice riconferma che le migrazioni devono essere «sicure, ordinate e regolari». E al fine di convincere i cuori piuttosto che i cervelli, quale giustificazione morale viene usato il riferimento alla Sacra Famiglia di Nazareth, alla ricerca di un alloggio prima della nascita del Salvatore. È lecito chiedersi se sia il Papa a ispirare l'Onu o l'Onu a ispirare il Papa, visto che questa coincidenza di pensiero e valutazione appare esser curiosa, presupponendosi una certa visione diversa del valore dell'uomo e del senso della vita, tra Onu e autorità morale della Chiesa. È evidente che qualcosa mi sfugge.I rischi che potrebbero comportare queste scelte sulle migrazioni, imposte in modo così forte e coordinato, si possono intuire dal fatto che vengono ignorate, o almeno non spiegate, quasi tutte le cause del problema che si vorrebbe risolvere. Ciò vale per le migrazioni, ma anche per la povertà, la diseguaglianza e l'ambiente. Per tutte vengono imposte soluzioni «corrette e morali», miranti a risolvere le conseguenze di fenomeni non conosciuti. Il rischio evidente è che, confondendo cause ed effetti, fini e mezzi, dette decisioni siano errate. Caso esemplare è la gestione del problema ambientale, dove si vogliono ignorare le cause vere del problema e gestirne gli effetti grazie a una probabile decrescita economica con conseguente ulteriore negazione delle nascite (della creatura umana «cancro della natura»). Ma creerà grandi danni anche voler risolvere il tema povertà partendo dalla spiegazione che questa è dovuta alla cattiva ripartizione delle risorse (inequità), origine di tutti i mali sociali, e quindi imponendo ripartizione di ricchezza con continue imposte patrimoniali di solidarietà. Dell'immigrazione ho già parlato sopra, lasciando intendere che si può ragionevolmente sospettare che si siano create le condizioni per realizzarla per fini ben diversi da quelli dichiarati. Basterebbe pensare alle promesse fatte, e non mantenute, alla fine degli anni Novanta, nel G8 per aiutare l'Africa, penalizzandola poi facendo crescere i dazi di importazione sulle loro uniche risorse esportabili, cioè quelle agricole. E ora la soluzione è accoglienza indiscriminata dei poveri, che sono stati aiutati a esserlo. Curioso. Le tre errate soluzioni ai tre problemi affrontati peggioreranno la situazione con effetti sinergici. La paura di maggior povertà per gli ex ricchi farà crescere la disponibilità ad accettare compromessi politico morali. Le migrazioni pretenderanno e realizzeranno un necessario sincretismo religioso e relativizzazione dei valori morali. La difesa assoluta dell'ambiente, dal canto suo, imporrà la desacralità della creatura umana. Così l'ambientalismo quale religione universale diverrà una realtà immaginabile. In tutta questa analisi ho voluto prescindere dalla considerazione morale che all'origine di tutti questi problemi c'è il comportamento sempre meno riferito a valori e sempre più corrotto da vizi ( avidità, egoismo, indifferenza...) dell'uomo. Per completare le riflessioni, dovremmo domandarci come e perché ciò sia avvenuto. La risposta la diede Benedetto XVI nella Caritas in veritate, dove spiegò che, per risolvere i grandi problemi dell'umanità, non sono gli strumenti (per vincere le diseguaglianze, per migliorare l'ambiente, eccetera) a dover cambiare, ma il cuore dell'uomo. Altrimenti non ci si occuperà delle cause, ma solo degli effetti, con conseguenze prevedibili. Poi in Lumen fidei (nella parte da lui scritta) spiegò chi, e come, deve occuparsi di cambiare il cuore dell'uomo: la Chiesa, con i sacramenti, il magistero e la preghiera. Si direbbe invece che oggi il cuore dell'uomo lo si possa cambiare fondendo razze diverse, religioni diverse o ripartendo le risorse economiche in un sistema di decrescita economica ambientalista necessaria. È così?
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)