Ecco come Stranger Things si prepara a diventare il nuovo Star Wars

- È un vero e proprio fenomeno globale e da record: 40.7 milioni di utenti in giro per il mondo, brand che fanno a gara per comparire anche solo in uno spezzone dello show. E a Londra nasce il primo spettacolo «segreto» sulla serie di Netflix.
- Il marchio più iconico degli anni Ottanta - Levi's - ha collaborato con i costumisti della serie per una capsule collection che vi farà sentire un cittadino di Hawkins.
- «A 34 anni dalla loro scomparsa, ecco che alcuni prodotti Nike sono stati recuperati». È questa la premessa della capsule collection dedicata alla serie del momento. Una linea di sneaker come non ne avete mai viste.
- Anche il cibo è sottosopra. Burger Kings presenta l'hamburger capovolto. Coca Cola le lattine New Coke, che spopolavano negli «Eighties».
- L'attenzione per i particolari è uno dei punti di forza di questa serie tv. Ecco dieci cose che potreste non aver notato nello show.
Lo speciale contiene sei articoli e gallery fotografiche.
La terza stagione di Stranger Things è stata pubblicata su Netflix il 4 luglio scorso ed è già stata incoronata la serie dei record. Oltre 40.7 milioni di utenti in giro per il mondo hanno infatti guardato il telefilm a quattro giorno dalla messa online, registrando un nuovo record per il leader nelle piattaforme di streaming. Storicamente Netflix non rilascia mai i suoi dati, ma per la sua serie di punta ha deciso di fare un'eccezione, offrendoci uno sguardo a quello che è diventato un vero e proprio cult. Ma la fortuna di Stranger Things non dipende esclusivamente dal numero - incredibile - di visualizzazioni. Con decine di partnership - Coca Cola, Burger King, Fornite, Levi's e molti altri ancora - la serie ideata dai Duff Brothers ha cannibalizzato il mercato nel tentativo di riprodurre il successo della saga di Star Wars, che attraverso il merchandise ha fatturato oltre 20 miliardi di dollari. Stranger Things segue un gruppo di ragazzi dei primi anni Ottanta alle prese con il «sottosopra», una dimensione parallela che minaccia la terra con i suoi mostri fantascientifici.
Nell'ottobre 2017, RadioTimes pubblicò una recensione affermando che il telefilm «sarebbe dovuto fallire». Il motivo? «I creatori - Matt e Ross Duffer - non hanno esperienza televisiva e il cast è composto da sconosciuti (con l'eccezione di Winona Ryder). Ambientato in una finta città dell'Indiana nel 1983 con dei mostri che rimandano ai film horror degli anni Ottanta e un gruppo di ragazzini, ha tutti i presupposti per essere un flop». E invece, tre anni dopo, Stranger Things resta il più grande successo di Netflix. Complice dei numeri da record è il fattore nostalgia. Il telefilm è ambientato negli anni Ottanta e nessun dettaglio è lasciato al caso. La colonna sonora è composta da canzoni di quel periodo, i prodotti utilizzati dai protagonisti - che ovviamente bevono Coca Cola - utilizzano il packaging di quegli anni e le referenze alla cultura pop rappresentano una serie di divertenti «easter eggs» per gli spettatori cresciuti in quegli anni. Ad esempio: nella prima puntata della terza serie, i ragazzi si imbucano - grazie alla collaborazione dell'amico Steve - nella nuova sala cinematografica aperta al centro commerciale per vedere niente di meno che Ritorno al Futuro. Gli anni Ottanta non sono tornati soltanto sulle passerelle, ma anche sui nostri schermi e Stranger Things ne è la prova.
C'è però chi sostiene che il vero successo della serie dipenda dai personaggi, cui è fin troppo facile affezionarsi. Il gruppo di giovani protagonisti - che vanta uno stipendio di quasi 3 milioni per 8 episodi - rimanda agli eroi dei Goonies e le loro avventure hanno tanto a che fare con il paranormale quanto con le difficoltà che si vivono crescendo. L'ultima stagione è particolarmente brillante nel mostrare come anche i più cari amici a volte crescano e diventino persone diverse, con interessi opposti. Qualunque sia la vostra analisi della serie - e Stranger Things si presta facilmente a lunghe disquisizioni su politica e società - è la brillante campagna di marketing che ha accompagnato l'ultima stagione ad aver reso sei giovani ragazzi le nuove star di Hollywood. Undici - Millie Bobby Brown - ha appena lanciato la sua linea di cosmetici ed è una delle nuove testimonial di Moncler (e una delle più acclamate), mentre l'attore che interpreta Mike - Finn Wolfhard - è apparso nella campagna pubblicitaria di Yves Saint Laurent, oltre a essere stato protagonista nel remake di It.
A Londra, Secret Cinema, organizzerà per novembre il suo primo show segreto a tema telefilm. Il prescelto? Ovviamente Stranger Things. I partecipanti inizieranno a breve a ricevere le indicazioni su come si dovranno comportare all'interno di questo show-evento tra i più apprezzati in Europa.
Sui social media, Stranger Things ha totalizzato l'engagement più alto di una serie televisiva nelle prime 24 ore di messa in onda, con 670.416 menzioni tutte le principali piattaforme. L'unico show a batterlo è stato Il Trono di Spade, con 1.5 milioni di menzioni per la serie finale. La nuova chiave per una campagna marketing di successo è dopotutto far parlare di sé.
Levi's veste Undici e Dustin per la terza stagione
Nessun marchio rappresenta gli anni Ottanta meglio di Levi's, con i suoi jeans a vita alta in tutte le sfumature di blu. Ecco allora che per la sua terza stagione, Stranger Things si è affidato al brand americano per creare - in collaborazione con i costumisti della serie - due look per i personaggi più amati dai fan dello show: Undici e Dustin. «Quando questa opportunità è arrivata sulla mia scrivania il mio naso ha iniziato a sanguinare (come accade alla protagonista del telefilm, ndr)» ha commentato Jonathan Cheung, SVP di Design Innovation per Levi's.
Ecco allora che in alcuni episodi della terza stagione la giovane El indossa una camicia Aztec print abbinato a un paio di «el pleated jeans» mentre Dustin sfoggia un nuovo cappello trucker e una tshirt del campeggio in cui ha passato l'estate (e dove ha conosciuto qualcuno di speciale) color verde. Entrambi i look sono in vendita nei negozi Levi's e sul loro e-commerce. Ma non solo, il marchio americano ha inoltre creato una capsule collection per il prossimo autunno-inverno composta dai motivi più famosi della serie che vi riporteranno nel 1985. T-shirt e felpe con la grafica e le frasi di Stranger Things, jeans e cappelli con immagini dei personaggi, articoli speciali Levi's in limited edition, come toppe rovesciate e linguette rosse (un cenno al «sottosopra», ovviamente), e una Levi's Batwing tee unica nel suo genere che utilizza la grafica del titolo di Stranger Things.
Nike presenta le sneaker che si «decompongono»
«Nell'estate del 1985, dal quartier generale di Nike a Beaverton, in Oregon, partivano vari veicoli che trasportavano prodotti diretti verso diversi luoghi degli Stati Uniti. Purtroppo, alcuni di quei carichi non giunsero mai a destinazione. Un elemento accomunava tutti questi veicoli... furono visti da alcune telecamere di sorveglianza passare tutti per Hawkins, Indiana. Nike, preoccupata e confusa, non ha mai fatto parola con nessuno di questi carichi scomparsi, temendo l'ingerenza di una forza soprannaturale». Per fortuna, a 34 anni dalla loro scomparsa Nike è riuscita a recuperare alcuni dei prodotti più iconici e metterli in vendita. È da queste premesse nasce la collaborazione con la serie televisiva Stranger Things.
A tshirt, felpe e pantaloni da ginnastica recanti il logo Hawkins High - già sold out sul sito del brand - si uniscono tre modelli di scarpe: Cortez, Blazer e Air Tailwind '79. Tutti e tre i modelli sono venduti in una speciale scatola ispirata al centro commerciale Starcourt avvolti da un numero dell'Hawkins Post, il quotidiano per cui lavora la sorella di Mike nella terza stagione del telefilm, e una serie di spille (imperdibile quella di Scoops Ahoy).
Novità assoluta è però il materiale che compone le scarpe. La tomaia beige da cui sono composte è pensata per «decomporsi» man mano che le scarpe vengono indossate, lasciando intravedere un denim scuro.
Polaroid torna al 1985 con la macchina fotografia del «sottosopra»
Prima dell'avvento dello smartphone, i nostri ricordi finivano in straripanti album fotografici. Per celebrare la terza stagione di Stranger Things, Polaroid ci riporta agli anni Ottanta con un'edizione speciale della Polaroid Original.
Il suo colore - un particolare tono di blu - rievoca l'ambientazione della serie televisiva e le scritte capovolte nella parte frontale della macchina rimandano all'ormai celeberrimo «sottosopra», la dimensione parallela che minaccia il mondo come lo conosciamo con terribili mostri. All'obiettivo a focale fissa, tipico della Polaroid, si aggiunge un timer per realizzare i selfie e una batteria integrata di lunga durata. Vintage sì, ma senza dimentica le ultime novità in campo di tecnologia.
Insieme alla macchina fotografica (199 euro), Polaroid ha anche creato una serie di «frame» in edizione limitata per le vostre foto. Dal logo Starcourt (il centro commerciale dove tutti i ragazzi si ritrovano) a una pagina del Hawkins Post passando per il badge della polizia cittadina (di cui Hopper è sceriffo) potrete conservare immagini uniche dagli effetti straordinari. Posate per un attimo il vostro smartphone e fate un salto nel passato.
Anche il cibo è sottosopra

Il fenomeno è globale al punto che anche il cibo si è trasformato ribaltandosi e adattandosi alla storyline di Stranger Things.
A cogliere tra i primi il bisogno di adeguarsi al mondo della serie di Netflix è stato Burger King. La catena di fast food ha colto immediatamente come, annunciando la vendita di un panino "sottosopra" avrebbe sconvolto e richiamato i fan della serie. Nessuna nuova ricetta o invenzione eccezionale: solo un normale Whopper, ma servito con il fondo del panino sopra l'hamburger e la parte superiore sul fondo. Il tutto però, impacchettato eccellentemente: il panino infatti veniva eccezionalmente venduto nella confezione originale anni Ottanta del brand, come sarebbe ipoteticamente successo in una Hawkins del passato.
Anche Coca Cola non è rimasta a guardare. Complici le scene nella piscina comunale della fittizia cittadina dell'Indiana, il marchio di bevande più noto al mondo ha rimesso sugli scaffali la New Coke. Peccato che le lattine, messe in vendita il 24 maggio scorso, fossero solo 500.000 in tutto il mondo. Una mossa strategica, per una bevanda il cui gusto originale è ormai dimenticato da tanti e disprezzato dai più.
E che dire degli Eggo? I pancake amati dalla giovane Eleven sono tra i prodotti più ricercati online e si trovano facilmente anche su Amazon.
Sul sito American Crunch, negozio specializzato in cibi importati dagli Stati Uniti, va invece a ruba la barretta 3Musketeers, composta da cioccolato e mou e resa celebre perché tra gli snack preferiti dai protagonisti del telefilm.
Dieci dettagli che potreste non aver notato guardando lo show
Il punto di forza di Stranger Things è senza dubbio la presenza di dettagli al limite del reale. Se intatti il tutto si svolge, oltre che in un luogo immaginario negli Stati Uniti, in un presunto universo parallelo, all'interno delle puntate di questa serie tv rivelazione sono stati inseriti dei dettagli che rendono la trama più intrigante e veritiera. Ecco dieci cose che potrebbero esservi sfuggite:
- Nel primo episodio è possibile vedere che al braccio di Undici c'è ancora il braccialetto che Hopper le ha regalato alla fine della seconda stagione. Per chi non ricorda, il bracciale non è altro che un elastico per capelli azzurro che apparteneva alla figlia dello sceriffo.
- La stanza di Undici è decorata utilizzando alcuni dei poster che Mike aveva in casa sua. Se torniamo alla scena iniziale della prima stagione possiamo vederli appesi alle pareti del «nascondiglio» dove i ragazzi giocano a Dungeons & Dragons.
- In ricordo di Mews - il gatto ucciso dal demagorgone adottato da Dustin nella seconda stagione - la mamma del bambino ha una statuetta del micio sul cruscotto della sua macchina.
- Dungeons & Dragons riproduce ancora una volta la situazione che i ragazzi si troveranno ad affrontare. Nella loro missione, Will spiega infatti come il nemico sia «un gruppo di zombie».
- Il titolo del sesto episodio è «El Pluribus Unum» ovvero «Dai Molti Uno», il motto degli Stati Uniti d'America. Ma non solo, anche il mostro che i ragazzi si trovano ad affrontare è composto da una moltitudine di persone possedute.
- Suzie - la fidanzatina del campeggio di Dustin - ha il famoso cappello bianco, rosso e blu che Dustin ha sfoggiato durante le prime stagioni. Il cappello è stato uno dei primi (e più amati) accessori prodotti per sponsorizzare la serie.
- Nella seconda stagione Steve consiglia a Dustin di iniziare a utilizzare la lacca pubblicizzata da Farrah Fawcett per i suoi ricci. Indovinate con che prodotto Dustin «acceca» momentaneamente Lucas quando i ragazzi lo sorprendono in casa?
- Il numero di telefono di Murray esiste davvero. Provate a chiamarlo per sentire la sua segreteria telefonica. «Se sei Joyce, grazie per aver chiamato, ho cercato di contattarti. Ho una novità. Parlo di… meglio se ne parliamo di persona. Non è una notizia bella o brutta, ma è qualcosa». Starà forse parlando di Hopper?
- I rimandi ai film di Wynona Ryder sono molteplici. Il russo vuole una Coca Cola gusto ciliegia, proprio come quella chiesta dall'attrice in Heathers e nella casa di Mr Clarke compare una miniatura della tomba di Beetlejuice. T
- ornando a Hopper, alla fine della serie l'insegna «Benvenuti a Hawkins» è stata vandalizzata con la scritta «Benvenuti all'inferno». L'ultima battuta pronunciata dallo sceriffo? «Ci vediamo all'inferno». Che Hopper possa davvero fare ritorno durante la quarta stagione?














































