2023-01-27
Fra storico e nuovo nella ospitalità milanese
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Grand Hotel et de Milan hall 1900
A Milano non è difficile trovare un luogo dove soggiornare e degustare il tempo libero, anche per coloro che cercano il fascino della tradizione e della storia, dei nomi vintage dell’ospitalità e di quelli nuovi che però trovano il modo di ricollegarsi alle memorie, a qualche grande bellezza o ricordo testimoniato del passato.Lo stile urbano della città, oramai evoluto in molte e differenti sfaccettature, possiede proprio nelle imponenti strutture alberghiere, i palazzi e gli arredi che ricordano la storia.Basti pensare ad alcune eccellenze architettoniche dove è solo già emozionante varcarne la soglia.Il Grand Hotel et de Milan in via Manzoni, posizione centralissima che permette di godere anche dei servizi e dello stile di vita meneghino, uno dei più prestigiosi alberghi in loco, dimora milanese del ‘bel mondo’ sin dalla sua apertura nel lontano 1863, poggia su un sito che risale originariamente all’epoca romana, dove sono stati rinvenuti resti di mura erette nel III-IV secolo d.C. Qui vissero e si ospitarono per anni il compositore Giuseppe Verdi, Gabriele d’Annunzio, Ernest Hemingway, Rudolf Nureyev, gli innumerevoli protagonisti del Teatro alla Scala, molti diplomatici e uomini di affari, in quanto fu il primo ad offrire un servizio telegrafico e postale.La cornice vintage di questo palazzo aristocratico prosegue anche al suo interno, decorato con affreschi, dipinti della collezione di Maria Luigia d’Austria e mobili d’epoca.Altra grandeur in stile francese, l’Excelsior Gallia ha lo charme architettonico della Belle Epoque, quella che da sempre seduce l’élite sociale italiana, ed una imponenza che lo rende uno tra i più prestigiosi hotels d’Italia.La cupola, in contrapposizione con lo stile moderno della nuova ala di recente costruzione arredata da nomi celebri del design quali Poltrona Frau e Cassina, svetta maestosa e sostiene la sua perenne bellezza, replicata nelle splendide sale e nella panoramica terrazza con ristorante. Un tempo, la sua ‘Sala Duomo’ interna, era considerata la sala da ballo più grande della città. Hotel Principe di SavoiaUn salto indietro nel tempo lo regalano anche gli spazi dell’Hotel Principe di Savoia, anch’esso meta di personaggi della finanza, della politica e delle celebrità, un progetto architettonico del periodo neoclassico, decorato in puro stile Liberty che ha saputo collezionare una clientela affezionata che richiedeva eccellente servizio e discrezione.I suoi imponenti lampadari in cristallo, sovrastati da soffitti alti e decorati, gli specchi e gli arredi su misura, sono da sempre una vera sorpresa per ogni ospite. A pochi passi da Piazza Duomo, un altro storico albergo, l’Hotel dei Cavalieri, che risale al 1949, vanta la firma di protagonisti come Emilio Lancia e lo studio di Giò Ponti, progettato proprio già all’epoca per farne un simbolo della città, un mix fra stile classico e moderno.La lunga e suggestiva facciata, con una principale curvatura su Piazza Missori, accoglie un moderno rooftop con ristorante e lounge bar, fra i più visitati, grazie anche all’esclusiva vista dall’alto che spazia tutto intorno, frutto di un sapiente restyling moderno che dialoga con il palazzo esistente.Dal Cavalieri, inoltre, è facile scoprire a piedi gli angoli più nascosti, come il comparto cosiddetto delle ‘Cinque Vie’, roccaforte di botteghe artigiane, di studi di artisti e intellettuali, di locali dal fascino retrò, il posto più in voga, insomma, che ha sostituito nei cuori dei milanesi la parte fascinosa, oramai ridotta all’osso, della zona di Brera di un tempo. Hotel Four Seasons MilanoÈ sicuramente di più recente apertura ma divenuto uno dei simboli del servizio di lusso più riconosciuto a livello internazionale, Four Seasons Hotel, aperto nel 1993 in via del Gesù come primo signature in Europa continentale, su quello che fu, nel XV secolo, il convento di clausura delle Monache del Gesù, incorniciato da un magnifico chiostro e impreziosito da un giardino all’italiana, un luogo dove le celle e gli spazi dell’ex ritiro sono oggi fra le camere e suites più richieste e pagate. Nella hall con elegante camino, dove prima sorgeva la chiesa del convento, ci sono ancora lacerti di affreschi quattrocenteschi, un fascino che prende diverse sfaccettature grazie alla direzione creativa di Vincenzo Dascanio, un esempio di come luogo e servizi d’eccellenza possano dialogare insieme e performare diverse atmosfere, fonte di ispirazione sulle ultime tendenze e cambiamenti dello stile di vita internazionale. Durante l’inverno, ad esempio, i suoi spazi diventano un ritrovo montano, per far vivere agli ospiti la vacanza anche in città, l’Après-Ski più ricercato, realizzato in collaborazione con Courmayeur e Skyway Monte Bianco.Tra sci vintage, seggiovie, ghirlande e caldi plaid, si gustano gli aperitivi, un calice di vino o champagne, un tè o una cioccolata calda, pensati dal bartender Luca Angeli, accompagnati da un menù dedicato fatto dall’executive chef Fabrizio Borraccino e dal pastry chef Daniele Bonzi. Portrait Milano Lungarno CollectionNelle vie adiacenti, entrando da via Sant’Andrea o corso Venezia, si apre al pubblico Portrait Milano, progetto di Lungarno Collection, il marchio dell’ospitalità all’italiana nato dall’esperienza di tradizione della famiglia Ferragamo, ispirato agli altri due hotel di Firenze e Roma, eppure con una sua peculiarità tutta meneghina.La storica Piazza del Quadrilatero, rimasta chiusa per oltre cinquanta anni, perimetra un palazzo storico sede dell’ex Seminario Arcivescovile, capolavoro del Barocco lombardo e tra i più antichi in Europa e nel mondo, con una vitalità di oltre cinquecento anni.L’albergo a cinque stelle conta oltre 70 dimore, una spa all’avanguardia (The Longevity Suite, la più evoluta Biohacking & Antiage City Clinic d’Europa) ed esperienze gourmand & mixology, studiate con cura nel design da professionisti di fama mondiale, Michele De Lucchi architetto esperto del landscape metropolitano e Michele Bönan, interior designer autore degli altri progetti di luxury hospitality di Lungarno Collection.Il primo ristorante e bar, chiamato 10_11 (Ten_Eleven, pronunciato all’inglese) in stile casual dining, è affidato al giovane e talentuoso executive chef Alberto Quadrio, al pastry chef Cesare Murzilli e al bartender Andrea Maugeri, supportati dalla squadra di Identità Golose e dal coach pluristellato Andrea Ribaldone, circa 250 posti a sedere, fra spazi interni, loggiato, giardini e bar. Tutti impegnati a far riscoprire ingredienti antichi, cocktail vintage e piatti della tradizione, con un tocco di modernità.In piazza, sorgono anche le rinomate boutiques di Antonia, le preferite dalla Milano bene e dal jet set internazionale, quelle dei bijoux firmati da Maria Sole Ferragamo e altre novità a venire, come il Beefbar della famiglia Giraudi e il ristorante gastronomico dei Ferragamo (rispettivamente in apertura a gennaio e a febbraio 2023). Per godere di atmosfere intime e da fascino retrò, ci sono tre indirizzi gourmet, uno diverso dall’atro, che rappresentano il recupero Rivington, dall’atmosfera jazzy e a lume di candela, tipica dei ristoranti e pub che erano gli indirizzi segreti nella Big Apple del gotha degli anni Venti, Trenta e Quaranta, condito da un allure tutto milanese. Alle pareti, i ritratti di personaggi italo-americani che hanno contribuito a rendere grande New York e una vista a grandi vetrate mozzafiato che spazia sulle luci sfavillanti di zona Garibaldi.All’interno di Hyatt Centric Milan Centrale, dove si trova anche un altro dei rooftop che regalano una vista a 360 gradi sulla città, la maestria di chef Guglielmo Giudice, Luca Soldovilla e Matteo Rube, permette di assaporare fantastici crudi di pesce e le famose ‘Oyster Rockefeller’ cotte al vapore, l’insalata alla Waldorf, il tipico Surf & Turf (un filetto mignon abbinato all'aragosta) o la classica Dover Sole à la meunière, un piatto oramai quasi in estinzione e qui recuperato al suo splendore. L’arredamento e l’atmosfera sono stati concepiti in collaborazione con Jeffrey Tascarella, noto imprenditore alberghiero di Manhattan che ha aperto con successo locali iconici come il pluripremiato NoMad e il ristorante italiano Scarpetta, insieme al socio Chris Lowder, uno dei consulenti più ricercati e premiati al mondo nel segmento di alto livello.Di tutt’altra natura l’esperienza da Il Pazzo, il ristorante che non ti aspetti a Milano e specialmente in zona Brera, al numero 5 di Bastioni di Porta Volta, un nuovo concept che porta la tradizione partenopea al nord, con piatti della tradizione eseguiti in maniera sopraffina, una ricerca pignola della materia prima, in una serata tutta scoprire, fra arredi vintage, citazioni famose e la giostra delle meraviglie, sorpresa finale, frutto del genio creativo e teatrale dell’imprenditore Giovanni De Vivo.Voce storica della tradizione meneghina, la centenaria Taverna Moriggi cambia nome in Dada in Taverna, presa in carico da Giuseppe Davide La Grotteria e Paolo Anzil. Ogni locale ha il suo ingresso e arredo specifico, tutti con lo scopo in comune di ristorare il cliente in ogni suo aspetto. Accanto alla proposta della cucina, infatti, il locale propone la musica dal vivo (piano solo, jazz, swing elettronico), una galleria d’arte che accoglie artisti emergenti e un cocktail bar dinamico e creativo.
Nicolas Sarkozy e Carla Bruni (Getty Images)