A Milano non è difficile trovare un luogo dove soggiornare e degustare il tempo libero, anche per coloro che cercano il fascino della tradizione e della storia, dei nomi vintage dell’ospitalità e di quelli nuovi che però trovano il modo di ricollegarsi alle memorie, a qualche grande bellezza o ricordo testimoniato del passato.
Lo stile urbano della città, oramai evoluto in molte e differenti sfaccettature, possiede proprio nelle imponenti strutture alberghiere, i palazzi e gli arredi che ricordano la storia.
Basti pensare ad alcune eccellenze architettoniche dove è solo già emozionante varcarne la soglia.
Il Grand Hotel et de Milan in via Manzoni, posizione centralissima che permette di godere anche dei servizi e dello stile di vita meneghino, uno dei più prestigiosi alberghi in loco, dimora milanese del ‘bel mondo’ sin dalla sua apertura nel lontano 1863, poggia su un sito che risale originariamente all’epoca romana, dove sono stati rinvenuti resti di mura erette nel III-IV secolo d.C.
Qui vissero e si ospitarono per anni il compositore Giuseppe Verdi, Gabriele d’Annunzio, Ernest Hemingway, Rudolf Nureyev, gli innumerevoli protagonisti del Teatro alla Scala, molti diplomatici e uomini di affari, in quanto fu il primo ad offrire un servizio telegrafico e postale.
La cornice vintage di questo palazzo aristocratico prosegue anche al suo interno, decorato con affreschi, dipinti della collezione di Maria Luigia d’Austria e mobili d’epoca.
Altra grandeur in stile francese, l’Excelsior Gallia ha lo charme architettonico della Belle Epoque, quella che da sempre seduce l’élite sociale italiana, ed una imponenza che lo rende uno tra i più prestigiosi hotels d’Italia.
La cupola, in contrapposizione con lo stile moderno della nuova ala di recente costruzione arredata da nomi celebri del design quali Poltrona Frau e Cassina, svetta maestosa e sostiene la sua perenne bellezza, replicata nelle splendide sale e nella panoramica terrazza con ristorante. Un tempo, la sua ‘Sala Duomo’ interna, era considerata la sala da ballo più grande della città.

Un salto indietro nel tempo lo regalano anche gli spazi dell’Hotel Principe di Savoia, anch’esso meta di personaggi della finanza, della politica e delle celebrità, un progetto architettonico del periodo neoclassico, decorato in puro stile Liberty che ha saputo collezionare una clientela affezionata che richiedeva eccellente servizio e discrezione.
I suoi imponenti lampadari in cristallo, sovrastati da soffitti alti e decorati, gli specchi e gli arredi su misura, sono da sempre una vera sorpresa per ogni ospite.
A pochi passi da Piazza Duomo, un altro storico albergo, l’Hotel dei Cavalieri, che risale al 1949, vanta la firma di protagonisti come Emilio Lancia e lo studio di Giò Ponti, progettato proprio già all’epoca per farne un simbolo della città, un mix fra stile classico e moderno.
La lunga e suggestiva facciata, con una principale curvatura su Piazza Missori, accoglie un moderno rooftop con ristorante e lounge bar, fra i più visitati, grazie anche all’esclusiva vista dall’alto che spazia tutto intorno, frutto di un sapiente restyling moderno che dialoga con il palazzo esistente.
Dal Cavalieri, inoltre, è facile scoprire a piedi gli angoli più nascosti, come il comparto cosiddetto delle ‘Cinque Vie’, roccaforte di botteghe artigiane, di studi di artisti e intellettuali, di locali dal fascino retrò, il posto più in voga, insomma, che ha sostituito nei cuori dei milanesi la parte fascinosa, oramai ridotta all’osso, della zona di Brera di un tempo.

È sicuramente di più recente apertura ma divenuto uno dei simboli del servizio di lusso più riconosciuto a livello internazionale, Four Seasons Hotel, aperto nel 1993 in via del Gesù come primo signature in Europa continentale, su quello che fu, nel XV secolo, il convento di clausura delle Monache del Gesù, incorniciato da un magnifico chiostro e impreziosito da un giardino all’italiana, un luogo dove le celle e gli spazi dell’ex ritiro sono oggi fra le camere e suites più richieste e pagate. Nella hall con elegante camino, dove prima sorgeva la chiesa del convento, ci sono ancora lacerti di affreschi quattrocenteschi, un fascino che prende diverse sfaccettature grazie alla direzione creativa di Vincenzo Dascanio, un esempio di come luogo e servizi d’eccellenza possano dialogare insieme e performare diverse atmosfere, fonte di ispirazione sulle ultime tendenze e cambiamenti dello stile di vita internazionale. Durante l’inverno, ad esempio, i suoi spazi diventano un ritrovo montano, per far vivere agli ospiti la vacanza anche in città, l’Après-Ski più ricercato, realizzato in collaborazione con Courmayeur e Skyway Monte Bianco.
Tra sci vintage, seggiovie, ghirlande e caldi plaid, si gustano gli aperitivi, un calice di vino o champagne, un tè o una cioccolata calda, pensati dal bartender Luca Angeli, accompagnati da un menù dedicato fatto dall’executive chef Fabrizio Borraccino e dal pastry chef Daniele Bonzi.

Nelle vie adiacenti, entrando da via Sant’Andrea o corso Venezia, si apre al pubblico Portrait Milano, progetto di Lungarno Collection, il marchio dell’ospitalità all’italiana nato dall’esperienza di tradizione della famiglia Ferragamo, ispirato agli altri due hotel di Firenze e Roma, eppure con una sua peculiarità tutta meneghina.
La storica Piazza del Quadrilatero, rimasta chiusa per oltre cinquanta anni, perimetra un palazzo storico sede dell’ex Seminario Arcivescovile, capolavoro del Barocco lombardo e tra i più antichi in Europa e nel mondo, con una vitalità di oltre cinquecento anni.
L’albergo a cinque stelle conta oltre 70 dimore, una spa all’avanguardia (The Longevity Suite, la più evoluta Biohacking & Antiage City Clinic d’Europa) ed esperienze gourmand & mixology, studiate con cura nel design da professionisti di fama mondiale, Michele De Lucchi architetto esperto del landscape metropolitano e Michele Bönan, interior designer autore degli altri progetti di luxury hospitality di Lungarno Collection.
Il primo ristorante e bar, chiamato 10_11 (Ten_Eleven, pronunciato all’inglese) in stile casual dining, è affidato al giovane e talentuoso executive chef Alberto Quadrio, al pastry chef Cesare Murzilli e al bartender Andrea Maugeri, supportati dalla squadra di Identità Golose e dal coach pluristellato Andrea Ribaldone, circa 250 posti a sedere, fra spazi interni, loggiato, giardini e bar.
Tutti impegnati a far riscoprire ingredienti antichi, cocktail vintage e piatti della tradizione, con un tocco di modernità.
In piazza, sorgono anche le rinomate boutiques di Antonia, le preferite dalla Milano bene e dal jet set internazionale, quelle dei bijoux firmati da Maria Sole Ferragamo e altre novità a venire, come il Beefbar della famiglia Giraudi e il ristorante gastronomico dei Ferragamo (rispettivamente in apertura a gennaio e a febbraio 2023).
Per godere di atmosfere intime e da fascino retrò, ci sono tre indirizzi gourmet, uno diverso dall’atro, che rappresentano il recupero
Rivington, dall’atmosfera jazzy e a lume di candela, tipica dei ristoranti e pub che erano gli indirizzi segreti nella Big Apple del gotha degli anni Venti, Trenta e Quaranta, condito da un allure tutto milanese. Alle pareti, i ritratti di personaggi italo-americani che hanno contribuito a rendere grande New York e una vista a grandi vetrate mozzafiato che spazia sulle luci sfavillanti di zona Garibaldi.
All’interno di Hyatt Centric Milan Centrale, dove si trova anche un altro dei rooftop che regalano una vista a 360 gradi sulla città, la maestria di chef Guglielmo Giudice, Luca Soldovilla e Matteo Rube, permette di assaporare fantastici crudi di pesce e le famose ‘Oyster Rockefeller’ cotte al vapore, l’insalata alla Waldorf, il tipico Surf & Turf (un filetto mignon abbinato all'aragosta) o la classica Dover Sole à la meunière, un piatto oramai quasi in estinzione e qui recuperato al suo splendore. L’arredamento e l’atmosfera sono stati concepiti in collaborazione con Jeffrey Tascarella, noto imprenditore alberghiero di Manhattan che ha aperto con successo locali iconici come il pluripremiato NoMad e il ristorante italiano Scarpetta, insieme al socio Chris Lowder, uno dei consulenti più ricercati e premiati al mondo nel segmento di alto livello.
Di tutt’altra natura l’esperienza da Il Pazzo, il ristorante che non ti aspetti a Milano e specialmente in zona Brera, al numero 5 di Bastioni di Porta Volta, un nuovo concept che porta la tradizione partenopea al nord, con piatti della tradizione eseguiti in maniera sopraffina, una ricerca pignola della materia prima, in una serata tutta scoprire, fra arredi vintage, citazioni famose e la giostra delle meraviglie, sorpresa finale, frutto del genio creativo e teatrale dell’imprenditore Giovanni De Vivo.
Voce storica della tradizione meneghina, la centenaria Taverna Moriggi cambia nome in Dada in Taverna, presa in carico da Giuseppe Davide La Grotteria e Paolo Anzil. Ogni locale ha il suo ingresso e arredo specifico, tutti con lo scopo in comune di ristorare il cliente in ogni suo aspetto. Accanto alla proposta della cucina, infatti, il locale propone la musica dal vivo (piano solo, jazz, swing elettronico), una galleria d’arte che accoglie artisti emergenti e un cocktail bar dinamico e creativo.
La Bursch è una country house che sorge in una piccola frazione di Oretto vicino a Campiglia Cervo, in provincia di Biella, è un vero e proprio borgo caratterizzato da diverse unità abitative collegate tra loro e immerse in un parco circondato dai torrenti Cervo e Bele.
Questo luogo dall'atmosfera intima e familiare di una grande casa di montagna, con stanze, salotti e camini, è arredato con gli oggetti raccolti dalla Famiglia Varese durante i viaggi e alcuni pezzi raccontano storie e ricordi tramandati da generazioni.
Qui il tempo sembra essersi fermato. La Dimora ospita undici camere, alcune ispirate ai continenti e altre ai pianeti, e un ristorante fine dining guidato dalla giovane chef Erika Gotta premiata da Golosaria e FoodCommunity nel 2022 tra le giovani promesse del panorama gastronomico nazionale.
La carta è in continua trasformazione seguendo la stagionalità e reperibilità delle materie prime, mixando tradizione e creatività.
In questa stagione anche il re del bosco, il tartufo, e i funghi si abbinato a tartare, tajarin, uova e altre prelibatezze e sapori del territorio.

Aperto anche agli ospiti esterni, il ristorante de La Bursch è circondato da un territorio dominato dalla natura, in un paesaggio quasi incontaminato. Le erbe che crescono nell’orto sono elementi fondamentali nella costruzione dei piatti così come altri elementi naturali raccolti direttamente nel bosco.
Tra i signature dish si segnala La Fesa Offesa, un carpaccio di carne cruda (con rabarbaro, pesca salata, guacamole di fave, liquirizia selvatica e foglia d’alimo), i Tumato’s Spaghetti (con more, toma stravecchia e Katsuobushi di trota) e Il Grattacapo di Barbara, un brownie con mousse alla camomilla piccante e mousse al cioccolato e lamponi.
Non tanto distante, alla Tenuta de l'Annunziata in via Dante Alighieri a Uggiate Trevano (Como), un altro gioiello d’ospitalità fonde la rara bellezza paesaggistica alla filosofia di accoglienza olistica improntata sul benessere e il rapporto uomo-natura.
Il Natural Relais, nato dal recupero di un’antica proprietà a lungo abbandonata, è vicino alle sponde del Lario e della città di Como, acquistato nel 2007 dalla Famiglia Guffanti-Pezzoli e in pochi anni restaurato in un’oasi di pace con quattro poli centrali: il Relais, il Ristorante Quercus, la Spa e il Bosco Bioenergetico.
A disposizione degli ospiti, ventuno camere di varie tipologie tutte accomunate dalla splendida vista che abbraccia il castagneto e le colline circostanti, arredate con i colori e le atmosfere della natura intorno.
Aperti anche agli ospiti esterni la Spa di 1.500 metri quadrati. che utilizza prodotti per i trattamenti creati dalla produzione agricola interna e include una piscina coperta con musica subacquea, un idromassaggio, il percorso Kneipp, l’hammam, il bagno turco, la sauna finlandese e la sauna delle erbe, e il Ristorante Quercus, dall’antico nome latino della quercia.
La proposta gastronomica è affidata allo chef Salvatore Musso, improntata su ingredienti stagionali e freschissimi che ispirano sia il menu alla carta sia i due percorsi degustazione, Lepre e Riccio. In stagione sono presenti nelle proposte anche della festività, i Cappelletti di manzo e tartufo e i Tagliolini con bottarga d’uovo e tartufo.
Ogni piatto ha il sapore del territorio, i piccoli frutti coltivati, gli ortaggi dell’orto e in serra, gli animali allevati nella fattoria, le erbe spontanee raccolte nel bosco bioenergetico con le aromatiche spontanee.

Fiore all’occhiello della Tenuta de l’Annunziata è proprio il bosco bioenergetico, un unicum non solo in Italia ma anche in Europa, oasi verde di tredici ettari dove ricaricarsi con la Forest Therapy, progetto dell’ecodesigner e bio-ricercatore Marco Nieri, suddivisa in quaranta diverse aree dove la presenza di determinate specie arboree crea condizioni bioenergetiche tali da abbassare il livello generale di stress e aumentare il benessere complessivo, oppure ottenere effetti benefici particolarmente intensi su specifici organi o apparati.
Nella provincia di Reggio Emilia, in quelle che furono le colline di Matilde di Canossa, sorge il Wine & Balsamic Relais Roncolo 1888 di Venturini Baldini, di proprietà della Famiglia Prestia dal 2015. Julia e Giuseppe hanno rilanciato l’intera struttura con un approccio olistico e la volontà di valorizzare il territorio a 360 gradi, ruotando intorno ai prodotti del luogo, il Lambrusco, l’Aceto Balsamico, l’olio extra-vergine di oliva, coltivati in centoventi ettari di proprietà.
La nuova Villa di sei suite inaugurata quest’anno si unisce al Resort di undici camere, al ristorante e alla piscina, per una dimora diffusa circondata da vigne, oliveti e alberi secolari, oltre ai giardini risalenti agli inizi del ‘500.
Una meta dove rilassarsi e praticare alcune attività speciali, come la ricerca del tartufo e le
degustazioni dei vini autoctoni prodotti dalla cantina.
Aperto lo scorso anno, La Limonaia by Taglierè è il nuovo ristorante ricavato da un’ex serra con annessa limonaia, con bellissima terrazza affacciata sulle colline, dove lo chef Mario Comitale rivisita la tradizione in modo contemporaneo e offre speciali cooking class dove imparare a cucinare i piatti tipici della tradizione.
Un altro luogo il cui nome è già un programma include120 ettari di riserva bio naturale a Serralunga d’Alba, nel cuore del Barolo e delle Langhe: il Villaggio Narrante, di Fontanafredda e Casa E. di Mirafiore.

L’ospite può seguire i trenta racconti sparsi nel borgo storico e antica residenza reale, acquistata nel 1858 da Vittorio Emanuele II primo Re d’Italia, donati in seguito alla Bella Rosina, amante prima e moglie morganatica poi, come pegno d’amore.
Il vino ha sempre avuto un ruolo centrale, con le cantine storiche di Fontanafredda e di Casa E. di Mirafiore, due eccellenti realtà che convivono nello stesso luogo, la prima una icona del Barolo in tutto il mondo e la seconda certificata biologica che vinifica esclusivamente vitigni autoctoni piemontesi.
Quattro strutture, l’Hotel Le Case dei Conti Mirafiore, la Foresteria delle Vigne, Cascina La Rosa e Cascina Galarej, ultima ad aprire nel 2020, accolgono secondo il concetto dell’ospitalità diffusa coloro che vogliono soggiornare fra alberi secolari, vigneti, noccioleti e oltre 40.000 varietà di piante.
Nel Bosco dei Pensieri, uno degli ultimi rimasti intatti nella Bassa Langa, esiste un esperto ‘trifolao’ e il suo fedele cane che può accompagnare l’ospite nell’arte della ricerca del tartufo, l’altra grande eccellenza che, insieme al Barolo, esalta questa terra.

All’interno del Villaggio Narrante, progetto voluto da Oscar Farinetti, si trovano trasferiti l’elegante e raffinato Guido Ristorante, storica stella Michelin del Piemonte, guidato da chef Ugo e Piero Alciati che propongono un’esperienza culinaria di alto livello con piatti legati alla tradizione, alla memoria e alla stagionalità. I sapori della cucina locale, in una veste più informale e popolare, si possono gustare all’Osteria Disguido, sempre in loro gestione, dinamica e variabile in base alla stagionalità.
Locanda Antico Ricetto è un indirizzo prezioso nel cuore di Portacomaro, luogo fortificato e racchiuso da mura del X secolo, dove soggiornare come i pellegrini di una volta, in un ambiente edificato con volte a botte, mura maestre in mattoni e croutin scavati nel tufo.
Paese famoso alle cronache per aver dato i natali alla famiglia di Papa Francesco.
Milena Cavagnero e Roberto, i gestori di questa accogliente locanda perpetuano l’arte del ristoro, a 12 chilometri dalla città di Asti, un’ora da Torino, punto di partenza per visitare il Monferrato ma anche le vicine Langhe.
Le camere rustiche con vista sulle Alpi e sulle colline sono un soggiorno indicato anche quando ci si vuole fermare a cena presso il ristorante che serve gustosi piatti di cucina regionale e vini raffinati, ma anche proposte di pesce e vegani o senza glutine.
Alla carta non mancano la battuta a coltello di Fassona, il vitello tonnato, la bagna càuda, i tajarin con i funghi o il tartufo, gli agnolotti alla piemontese, gli arrosti, la Finanziera.

Altro storico ristorante gourmet famigliare, Battaglino dal 1919, ha sede nella cittadina di Bra, capitale del Roero e patria di Slow Food, in Piazza Roma 18.
Alessia Battaglino è titolare oggi dell’omonimo ristorante di famiglia insieme con la cugina Roberta, dopo una stilosa ristrutturazione dei locali che prevedono anche un bellissimo dehors per la bella stagione. Le foto alle pareti delle sale interne raccontano un secolo di storia e di paziente lavoro di un luogo che ha legato intere generazioni di affidabili clienti, tutti che sostengono che la qualità della vita sia imprescindibile dalla qualità del cibo, il quale deve essere autentico, genuino, buono e custode di territori e tradizioni locali.
Con il suo compagno, Michele, esperto e appassionato sommelier, Alessia propone i piatti della tradizione amati da clienti abituali come il presidente Luigi Einaudi, lo scrittore Giovanni Arpino e Carlìn Petrini, a nuove sinergie culinarie che pongono estrema cura e attenzione alla provenienza biologica degli alimenti, alla presenza di diversi stili di cottura e alla salutare combinazione dei cibi.
Scovati nei vecchi menù d'antàn, le paste fatte in casa (tajarin, agnolotti e gnocchi), nobili tagli di carni locali, trippa, lumache, finanziera, bollito misto al carrello, lepre in civet al vino rosso e, in stagione, funghi e tartufi, grandi protagonisti nei piatti di Battaglino. Insignito, tra gli altri riconoscimenti, della prestigiosa chiocciola Slow Food, questo locale di sana e gustosa terapia alimentare aggiunge serate gourmet a tema etnico e speciali degustazioni enogastronomiche.
Nella Macelleria Da Masino accanto al ristorante si può acquistare la famosa salsiccia di Bra, fatta con carne di vitello piemontese, e a pochi metri di passeggio verso il centro, immancabili i dolci di Pasticceria Converso di Federico Boglione Converso, locale storico d’Italia dal 1901 e premiatissima bottega con Tre Chicchi e Tre Tazzine nella classifica dei migliori Bar d’Italia per Gambero Rosso. Torte che fanno perdere la testa, torroni morbidi, marron glacé, la pasticceria mignon e salata, le praline, i braidesi di cioccolato al rhum, i gianduiotti e altre golosità tutti di produzione propria curati da Alessandro il pasticcere che ha maturato esperienze con grandi chef europei.
Un’altra istituzione cittadina e importante protagonista durante la fiera mondiale Cheese, che si tiene a Bra ogni due anni, Giolito Formaggi in via Monte Grappa, vanta oltre cento anni di tradizione dedicati alla stagionatura e alla vendita dei formaggi, ampliando le referenze anche verso i prodotti provenienti dalle altre regioni italiane.
Per chi volesse altre proposte ‘su misura’ della ricerca di funghi e tartufi, la nuova destination management company italiana specializzata in turismo esperienziale, Only4You, segnala eventi dedicati alla ricerca del raro tesoro, il tartufo, e della raccolta dei funghi nei boschi. Partner di amministrazioni locali, consorzi, confederazioni e associazioni di produttori, con il ruolo chiave di facilitatore del business e promotore di un sistema coordinato e coeso a vantaggio di piccoli produttori dell’eccellenza, la startup offre esperienze ‘su misura’ e spiegazioni del prodotto. Accompagnati da una guida del territorio e dai famosi ‘cavatori’ con i loro fedeli cani, sarà possibile presenziare alla caccia del bianco nella straordinaria bellezza paesaggistica di fauna e flora.
Perdersi tra i colori del foliage della natura dell’autunno diventa una esperienza cromoterapeutica, affascinante come un dipinto, con le sue spettacolari tinte specifiche e la capacità di trasformare i paesaggi e i luoghi, non più affollati come nella stagione precedente e in quella invernale successiva.
I panorami magici trasformano un’escursione, un weekend o una vacanza in un contatto imponente e rigenerante con il verde che cede alla sua veloce trasformazione in sfumature di giallo e arancio, nei caldi toni bruciati, bordeaux e beige, e circonda i piccoli borghi dove svettano le dimore dell’ospitalità, anch’esse trasformate in qualcosa di inaspettato e sorprendente.
Fra le regioni più verdi d’Italia, l’Umbria accoglie i visitatori con la sua miscela unica di ecologia, artigianalità e spiritualità, un luogo dove basta davvero poco per raggiungere il profondo relax, attraverso i colori della natura e i profumi e il gusto di un territorio denso di storia.
La Tenuta San Masseo si presenta come un boutique hotel che vanta un panorama mozzafiato alle pendici di Assisi, borgo peregrino e ascetico che già di per sé vive immerso in un’oasi incantevole di pace e di natura.
Questo angolo di paradiso nutrito dalle arti umane e dalla spiritualità, da cui spicca allo sguardo la Basilica di San Francesco, patrono d’Europa, sembra perfetto per dialogare con il camaleontico verde d’autunno pronto a sorprendere e ristorare il corpo e la mente.
Il casale, lontano dal traffico ma a due passi dalle principali strade che conducono alla scoperta di altrettanti borghi storici della regione, poco distanti gli uni dagli altri, è sorto da un antico palazzo di proprietà della famiglia Carloni, ristrutturato con il comfort e i servizi di alto livello, ricavati al suo interno ed esterno grazie ad un attento e sapiente restauro e agli arredi collezionati in giro per il mondo.
Le otto stanze con vetrate panoramiche contano sulla bellezza di un paesaggio che riesce ad incantare anche lo sguardo più distratto e lo riporta a fluire con esso.
La Tenuta può anche essere affittata in esclusiva, inclusa la Spa Luxury Suite con sauna, bagno turco, piscina idromassaggio, stanza del sale e wellness room per massaggi e trattamenti, eseguiti su richiesta dalla competente Letizia Ferri, massofisioterapista di linfodrenaggioperugia.it.
Si può indugiare in salutari pedalate con e-bike, concedersi passeggiate fra le campagne, partecipare alle raccolte di ortaggi e olive o cimentarsi nella caccia a funghi e tartufi, seguire lezioni di equitazione o di tiro con l’arco e fare personalizzate sedute di yoga e pilates con il formatore certificato (che è anche osteopata) Olmo Mazzini del Centro Ondine di Assisi.
Oppure semplicemente vagare lungo i Sentieri di Santo Francesco che conducono ai luoghi più significativi della vita del Poverello, incastonati tra i fascinosi borghi medievali umbri.
Il parco attorno alla proprietà, una estensione di 20.000 metri quadri, rivela la sua visuale a 360 gradi, pronta a cambia scena sotto il cielo del giorno o avvolta dalle luci dell’incantevole sera d’autunno.
Alcune zone relax strategicamente posizionate nel grande spazio all’aperto regalano, con un po' di fortuna sul meteo, la contemplazione del Monte Subasio e dei filari di vigneti e oliveti, anticipatori delle possibili degustazioni di prodotti enogastronomici del territorio.
Ogni momento della giornata è vissuto in modo riservato, dalla colazione servita in camera o in veranda (ma anche in qualche angolino del parco), al pic nic o la merenda in mezzo alla natura, durante l’aperitivo o una degustazione sfiziosa di olio, vino e piatti tipici umbri.
Per chi volesse recarsi nella santa cittadella, il Frantoio offre speciali degustazioni di oli – da 20 a 60 circa in carta a seconda della stagione – e vini di produzione della casa come Impronta Rosso Umbria Igt, 100% Sagrantino di Montefalco, DonnaElena Montefalco Rosso Doc (un blend di Sangiovese, Sagrantino, Merlot) e DonnaElena Bianco Umbria (Trebbiano Spoletino, Chardonnay, Viogner).
La sua cucina gourmet, aperta tutto l’anno, ruota intorno all’olio come ingrediente principe dei piatti gustosi e salutari (non si usa il burro, il soffritto e l’aglio ma speciali erbe coltivate in zona) e dei cocktail preparati dal mixologist Antonio Torrelli.
Lo chef Lorenzo Cantoni (nato a Umbertide vicino a Perugia), coadiuvato dal maitre Marco Polticchia e dal sommelier Alberto De Sanctis, porta nel suo territorio le esperienze maturate all’estero, appoggiato dall’imprenditrice dell’ospitalità Elena Angeletti che scommette sul suo food concept, quello di usare l’oro verde non più come condimento, ma ingrediente protagonista capace di far vibrare tutte le portate, dall’antipasto al dolce.
Recentemente nominato ambasciatore del Gusto, Cantoni attinge alla sua vita per firmare piatti signature che ottengono diversi riconoscimenti, eletto Miglior Chef Airo 2021, entrato in Guida Michelin e premiato come Miglior Ristorante 2022 per l’Associazione Città dell’olio.
Il locale, situato in una veranda con vista esterna mozzafiato, all’interno del Fontebella Palace Hotel, sorto nell’antico Palazzo Illuminati Benigni di origini settecentesche dentro la cinta medievale, ha un menù alla carta con alcuni piatti e tre degustazioni gastronomiche che seguono il ritmo delle stagioni e il dna del territorio, due delle quali alla cieca intitolati Lorenzo si racconta oppure La brigata non sta mai ferma, scelte direttamente dallo chef o dalla cucina e ogni volta diventano esperienze sensoriali e racconti totalmente nuovi.
Anche il piatto più intimo, quello dedicato a suo figlio, cresce ed evolve con l’esperienza dello chef, in un vero e proprio infinto laboratorio di cucina.
Lorenzo Cantoni firma anche i panini di Ribelle, paninoteca gourmet appena eletta da Gambero Rosso come Miglior Street Food dell’Umbria 2023, un altro progetto insieme a Elena Angeletti, che prevede panini e focacce prelibati come Ribelle (con manzo al vino rosso), Tongue (carne quinto quarto, zucca e castagna), Pork (con spalla aromatizzata alle erbe spontanee), Fish (con baccalà in umido, olive, pomodoro, uvetta) e Pink (con mortadella nostrana fatta con le parti nobili).

In alta Toscana, sempre in un contesto di bellezza, dove natura, storia e arte si fondono e si mescolano da secoli, il boutique hotel Paradis Pietrasanta propone un’accoglienza raffinata e non convenzionale, inaugurato da pochi mesi insieme a Paradis Agricole, due appoggi strategici, uno nel centro del borgo e l’altro in stile country house a poca distanza e immerso nella campagna.
In questi due luoghi l’art de vivre si estende dal design del palazzo cinquecentesco e del casolare agli arredi degli interni, ai quadri e alle sculture che riempiono i corridoi e le stanze, proseguendo nei rigogliosi e imponenti giardini, ricco di colori e di profumi, di piante e di fiori, sulla somiglianza dell’atmosfera del mitico giardino dell’Eden, progettati in ogni dettaglio dall’architetto francese paesaggista verde Jean Mus.
Alla crasi perfetta tra accoglienza di alta qualità e agriturismo, si aggiunge il savoir faire di Alain Cirelli, chef parigino con un’ esperienza ventennale nei maggiori stellati francesi e italiani, innamorato della Versilia e della sua storia, che ha voluto mescolare ad una cucina franco-italiana i gusti della tradizione toscana, affidando i piatti al resident chef Jonni Bertolaccini, secondo la filosofia del biologico, delle materie prime locali e stagionali, la maggior parte delle quali provenienti dall’eco-azienda sita accanto al Paradis Agricole.
In sala si alternano ai tavoli il maitre Giovanni Spadafora e il sommelier Fabrizio Alari Esposito per far accomodare e degustare una cucina genuina e sensibile accompagnata da vini del territorio e biologici tutti da scoprire oppure da etichette rinomate regionali, nazionali e internazionali.
Prima e dopo cena ci si intrattiene al bar (aperto al pubblico esterno come il ristorante) dove il mixologist Gianluca Montanelli stupisce con cocktail signature e degustazioni di amari inediti.
Gli ospiti possono sperimentare svariate attività, quelle in comunione con la natura, quelle culturali d’arte e i godimenti del gusto a tutto tondo, dopo aver riposato in una delle dodici camere e suite in paese, citate con nomi di località toscane o filosofi ed eroi antichi oppure dimorato nelle sette stanze della country house o nella depandance, circondati da salottini, spazi lettura, caminetti e, naturalmente, sculture in marmo.
Alla partenza, si gusta ancora una colazione gourmet con torta del giorno, avocado toast e altre prelibatezze e si può passare all’agriturismo per acquistare uova, frutta e verdura freschi, il miele e il polline, l’olio e altri prodotti derivati dalle curate coltivazioni in serra e nei campi della proprietà.

Pochi chilometri a risalire, a Marina di Carrara, c’è un indirizzo da provare e tenere d’occhio, un raccolto e romantico ristorante direttamente sul mare aperto dalla chef Valeria Dell’Amico che propone una cucina elegante e talentuosa, a tratti sorprendente, per il suo eccezionale equilibrio fra gusto, tecnica e interessanti contaminazioni, da Oriente al Messico.
Il Narciso è un progetto di squadra, partito nello spazio accanto allo stabilimento balneare Polda (di proprietà di famiglia e rinnovato e curato per coccolare il cliente da mattina a sera), che conta sulla forza della cucina e dell’ospitalità, con figure di spicco come il sus chef Pierluigi Proto, metà bresciano e metà legato alla costiera amalfitana, l’oste Paola Bacigalupo e la pasticciera Anna Ciari che, accanto alla chef esperta di dolci prelibatezze imparate da Iginio Massari, raccontano i segreti di una cucina ermetica che splende alla vista e nel sapore degli ingredienti, scelti con cura e sapienza.
Valeria Dell’Amico è una donna dalla tempra inossidabile e dal cuore rigonfio di amore e umiltà, quelli creati dalla pazienza e dalla passione di chi, dalle sfide e dal duro studio e lavoro, trae gli insegnamenti e le ricette che sanno meglio valorizzazione le materie prime, l’equilibrio dei sapori e dosare creatività ed eleganza negli abbinamenti, quasi con la naturalezza di un artista.
Chi ha completa fiducia in questa incredibile chef e il suo team, oltre al menù dei piatti alla carta, può affidarsi a una degustazione guidata e alla cieca, a mano libera di cinque o sette portate, oppure optare per il percorso Radici, completamente vegetale che lavora verdure biologiche e dell’orto di proprietà con tecniche di solito riservate alla carne e al pesce. D’estate si cena in terrazza con vista mare o direttamente in veranda, sulla sabbia, medesima atmosfera anche in inverno, separati solo da una immensa e trasparente vetrata.
La valorizzazione dello scarto è assecondata dalla propensione all’utilizzo di gustosi brodi e salse nella maggioranza dei piatti, come succede nella speciale preparazione in tazza di capesante e funghi porcini con brodo dashi o nel succoso baccalà in brodo di aringhe.
Da non farsi mancare i SEA Fusilloni conditi con sugo di caciucco e tre polveri (bisque di gamberi, alghe e porri) da mixare a piacere.
In attesa della vicina apertura nella via centrale del paese della pasticceria Il Narciso Pastry che presenterà i lievitati per il Natale e per la successiva Pasqua e molti altri lievitati e dolci di design, al ristorante il menù dei dessert viene consegnato all’interno di un libro che contiene gli schizzi e gli ingredienti delle dolci creazioni per ricordare, oltre al successivo aspetto sensoriale, la storia e l’origine concettuale che poi sapienti lavorazioni rendono tangibile.
La Carta dei vini non conosce confini e dopo aver esplorato etichette della Toscana e della Liguria, si allarga all’Europa, al Libano, alla Nuova Zelanda e perfino al Sud America, con produzioni vinicole della Cordigliera delle Ande e argentine, concludendo con prodotti enologici distillati di tutto il mondo e fermentati di produzione propria come kefir, kombucha, te e infusi.
Con destinazione montagna, altro paesaggio dove ogni autunno regala sorprendenti spettacoli della natura, il Parkhotel Laurin ha una sua storia affascinante ed unica, dal 1910 a Bolzano, immerso in un rigoglioso parco di 4.000 mq e insignito dell'onorificenza di ‘Albergo Storico dell'Anno’, di proprietà della medesima famiglia Staffler.

Nato già all’epoca come uno degli hotel più moderni d'Europa, ha ospitato personaggi illustri dell'Impero Asburgico e dei principati tedeschi, luogo di incontro tra celebrità, personaggi di cultura, artisti e politici, senza mai smettere di essere la meta più amata sia per i cittadini che per le maggiori personalità di passaggio in Alto Adige.
Passeggiando nel parco si incontra la Glasshouse da poco ristrutturata e il ristorante gourmet ConTanima dello chef Matto Taccini, che propone percorsi di degustazione che seguono il ritmo della natura e con pochi ingredienti freschi e stagionali, selezionati attentamente da piccoli produttori e aziende agricole del Trentino -Alto Adige, del Veneto e della Toscana.
In hotel ci si rilassa presso Il Laurin Bar&Bistro con sale affrescate dall’artista Bruno Goldschmitt, il salone delle dame e l'ovattata smokers' lounge, luoghi di incontro e conversazione, proprio come si faceva ad inizio secolo, con una ottima acustica anche per ascoltare buona musica.
La sinergia tra natura e opere contemporanee prosegue in ogni stanza dell’albergo (suite, rooftop suite, junior suite e deluxe le migliori) arredate con mobili artigianali unici, preziosi marmi, lampade di design e una opera d'arte originale, realizzata nel periodo di tempo che va dall'apertura ai giorni nostri, pronti a dialogare con l'ospite in maniera intima, rendendo la camera un luogo personale ed inconfondibile.
Più di 400 etichette riposano tra le mura della cantina climatizzata in attesa degli intenditori che li sceglieranno, fra bottiglie rare, vini biodinamici e alcune proposte inedite selezionate.
Da novembre a gennaio la magia delle feste aumenta l’atmosfera con i mercatini di Natale, i tour nei tipici masi altoatesini e nelle cantine, le esperienze dei formaggi, le escursioni sulle Dolomiti (anche dall’alto in volo aereo) e naturalmente tutta la serie di sport tipici invernali che accompagneranno fino alla prossima primavera.





