2023-01-30
«Stipendi troppo bassi. Vogliamo aumentarli senza aiuti dallo Stato»
Attilio Fontana (Imagoeconomica)
Il governatore Attilio Fontana in corsa per la rielezione: «In Lombardia garantirò l’unità del centrodestra. Sulla pandemia giusto fare un’inchiesta».«Sull’unità del centrodestra in Lombardia garantisco io. Avanti con l’Autonomia, e si faccia qualcosa per il costo della vita più alto al Nord. Ma non chiediamo nulla allo Stato centrale: i soldi li mettiamo noi. Con me la sinistra ha usato il Covid come una clava politica».Attilio Fontana, governatore della regione Lombardia e candidato per il centrodestra alle prossime elezioni regionali: come giudica questa campagna elettorale? Qualche colpo basso di troppo?«La nostra campagna elettorale si è basata su proposte concrete, mentre gli altri candidati hanno adottato una strategia denigratoria nei confronti della Regione. In sostanza, una scorrettezza contro i cittadini lombardi. Invece, nonostante la crisi, la Lombardia resta la locomotiva d’Italia: siamo i primi per attrattività di investimenti, primi per prospettive di occupazione, primi per startup e industrializzazione. Insomma, siamo primi in tutto ciò che attiene al “fare”». Come si spiega che la sua vice, Letizia Moratti, si sia schierata contro di lei appoggiata dal Terzo Polo?«Per sei mesi la ex vicepresidente chiedeva di essere candidata al posto mio. E questa cosa l’ho sempre accettata, pur essendo un po’ anomala. Quando i partiti hanno scelto me, non mi aspettavo una tale reazione dalla Moratti: ha infranto all’improvviso quei valori che sosteneva fino al giorno prima. Ciò detto, penso che i motivi veri della sua scelta li conosca solo lei». Stando ai sondaggi, il primo pensiero dei cittadini lombardi è ricevere servizi accettabili sulla sanità. Quale modello promettete, in virtù della nuova Autonomia portata avanti dalla Lega? «Anzitutto dobbiamo proseguire sulla strada dell’eccellenza dei nostri ospedali. In quest’ultima legislatura abbiamo investito tantissimo sulle tecnologie avanzate. Nasceranno nuove strutture: ospedali nuovi partiranno a Cremona, Gallarate, nuove opere di ristrutturazione a Brescia. E poi dobbiamo promuovere quella sanità territoriale che si traduce in case e ospedali di comunità, per alleggerire il sistema sanitario: il Pnrr ci ha fatto avere 1 miliardo e 200 milioni, altri 800 li metteremo noi. Così facendo daremo una risposta più immediata alle esigenze sanitarie e sociali dei cittadini».Il suo volto è legato ai primi tempi della pandemia: quando indossò la prima mascherina, venne deriso dagli avversari. «Sì, quando io mettevo la mascherina, c’era qualche sindaco che faceva gli aperitivi. Non solo: il 27 di gennaio del 2020 Zaia, Fedriga e il sottoscritto scrivemmo all’allora premier Conte, chiedendo che venissero messi in quarantena tutti i viaggiatori che arrivavano dalla Cina. Ci dissero che eravamo razzisti. Ci dissero che la pandemia era di esclusiva competenza governativa. L’allarme lo lanciammo prima degli altri, ma non ci ascoltarono». Ha commesso errori sulla gestione del Covid?«Errori ce ne sono stati, anche se è difficile ancora oggi capire quali fossero le mosse giuste da fare». È utile una commissione d’inchiesta parlamentare, anche su vaccini e green pass? «Ci sono molte cose poco chiare. È emerso casualmente che pochi giorni prima della partenza del contagio, il governo Conte aveva in mano un rapporto che prevedeva ciò che sarebbe poi successo, e noi questo non lo sapevamo. Pur annotando queste cose, è difficile per me lanciare accuse: però è giusto indagare. Ricordo che quando la situazione stava peggiorando, dissi a Conte “chiudi tutto, qui è un delirio”. La risposta fu: “Gli psicologi di Palazzo Chigi ci dicono che la popolazione non reggerebbe, ci sarebbero i morti per strada”». Si aspetta delle scuse? «No. Comunque non le accetterei da chi ha cercato di speculare sulla sofferenza della gente. Parlo di chi ha portato avanti una strumentalizzazione politica ai nostri danni. In tutti i Paesi del mondo, quando si verificano fatti di questo genere, la nazione si compatta: nel mio caso, hanno tentato di mettermi i bastoni tra le ruote, usando il virus come una clava politica». Sul vostro progetto di Autonomia differenziata, che questa settimana arriverà in consiglio dei ministri, si stanno alzando le barricate. Bonaccini dice che volete spaccare l’Italia. Confindustria sostiene che non è il momento giusto, e rischia di essere un provvedimento divisivo.«Non è il momento giusto? Stiamo aspettando da 21 anni. Raccontare battute tipo “è la secessione dei ricchi dai poveri” è un modo per diffondere falsità al fine di ottenere consenso. Una riforma si può sempre discutere: ma spaventare la gente per tirare l’acqua al proprio mulino è vergognoso. In tutto il mondo, persino in Francia, si sta andando verso a una maggiore delega sui territori».Purché si faccia attenzione a non lasciare indietro certe regioni rispetto ad altre?«Su questo non ci sono dubbi. Ma le difficoltà delle regioni, chi le ha create: l’Autonomia, o lo Stato centralista? La disparità che esiste tra Nord e Sud sta aumentando da anni in maniera drammatica: davvero vogliamo andare avanti con questo modello? L’Autonomia non è il veleno, ma la cura». La Milano di Beppe Sala è green, è elettrica, introduce limitazioni al traffico per i veicoli più inquinanti e vorrebbe imporre limiti di velocità alle vetture. Insomma, una Milano che va piano rispettando l’ambiente. Sarà così anche nel resto della Lombardia? «La Lombardia deve continuare ad andare forte, pur rispettando l’ambiente. Ci hanno accusato di essere la regione più inquinata d’Europa, quando il problema riguarda l’intero bacino padano per questioni morfologiche. In realtà, grazie agli interventi che abbiamo fatto in questi anni, la quantità di inquinanti pro-capite che si immettono nell’atmosfera è di due terzi inferiore alla media europea, ed è la metà della media italiana». Non possiamo nascondere che la Lombardia abbia un problema di polveri sottili…«Siamo in linea con quanto previsto dalla normativa europea, se parliamo di livelli medi di concentrazione. Il nostro problema è il numero di giorni di sforamento, che non possono superare i 35 all’anno, e la nostra posizione morfologica non ci aiuta. Ciò detto, la situazione va migliorata. Ma senza scadere nell’ideologia». Quale ideologia?«L’ideologia chic da zona Ztl di Milano. Il problema ambientale non si risolve fermando l’economia, ma premendo l’acceleratore sull’innovazione tecnologica, sulla ricerca, sulle nuove modalità di trasporto pubblico. Semplicemente rallentando le auto non si risolve nulla: con questa filosofia, ci faranno tornare ai cavalli. Bando ai fanatismi: dobbiamo trovare la strada per avere uno sviluppo davvero sostenibile». Il Ministro dell’Istruzione Valditara si è attirato un mare di critiche per aver detto che abbiamo un problema: la differenza di costo della vita tra Nord e Sud. Si possono immaginare sostegni pubblici per chi lavora al Nord? «Sì, è giusto prevedere la possibilità di incrementare gli stipendi, non dico su tutta la Lombardia, ma almeno su alcuni territori. Le faccio un esempio: abbiamo chiesto al governo di poter avere un rapporto diretto con i medici di base, quelli che hanno una convenzione diretta col ministero. Potremmo gestire il loro stipendio direttamente, almeno per quelli che macinano chilometri in zone disagiate. Per loro dobbiamo mettere qualcosa sul piatto, e i soldi in più siamo pronti a metterli noi come Regione: ma lo Stato finora ci ha detto di no». I critici dicono che alzando gli stipendi al Nord torneranno le grandi migrazioni dal Meridione del Paese, come negli anni Cinquanta-Sessanta. Catastrofismi? «No, anzi credo che con l’Autonomia differenziata anche i territori del Sud riusciranno ad essere più attrattivi». I sondaggi sembrano premiarla, ma poi bisogna contare anche i voti dei partiti. Potrebbe essere il primo governatore leghista con una maggioranza in consiglio targata Fratelli d’Italia. Non rischia di essere un presidente “depotenziato”? «Non credo. Non ho mai utilizzato la Lega per umiliare qualcuno. Con me si è sempre discusso serenamente, e sono sempre stato disponibile ad ascoltare le idee di tutti. Penso di essere in qualche modo il garante dell’unità del centrodestra di governo in Lombardia». Perché un cittadino lombardo dovrebbe scegliere la Lega? «Perché la Lega resta il partito della concretezza, e lo sta dimostrando con il lavoro di tanti amministratori locali. Per il resto, il voto va confermato al modello lombardo del centrodestra. Un modello che sta avendo successo, e che consente alla Lombardia di essere in controtendenza rispetto al resto del Paese. Qui la sussidiarietà funziona, il rapporto pubblico-privato funziona, e pur con dei limiti, funziona anche il pubblico».
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