2024-12-18
Fra luci e ombre arriva il Piano Italia di Stellantis. Incognita gigafactory
I ministri Urso, Giorgetti e Calderone, con Jean Philippe Imparato (responsabile Europa di Stellantis) al tavolo del Mimit (Ansa)
Tavolo governo-società: nuove piattaforme, più modelli e report periodici sugli impegni. Ma il futuro di Termoli rimane nebbioso.Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, brinda al Piano Italia di Stellantis che «dà riscontro alle nostre istanze» e «riafferma la centralità del nostro paese nel mondo». Il responsabile europeo del gruppo, Jean-Philippe Imparato, dichiara che «il treno della storia non si ferma due volte, il tempo è venuto per noi di fare squadra con l’Italia per affrontare le sfide esistenziali che affrontiamo e sottovalutate da alcuni in Europa, lo farò direttamente, concretamente, ci metto la faccia». Grande ottimismo e grandi promesse, a parole, hanno seguito il tavolo di confronto tra Stellantis e governo che si è riunito ieri al Mimit e al quale hanno partecipato i ministri Urso, Giancarlo Giorgetti (Economia) e Marina Calderone (Lavoro) insieme con i rappresentanti dei sindacati e delle associazioni di categoria. «Stellantis porterà avanti il piano industriale in Italia con risorse proprie, senza qualsiasi forma di incentivo pubblico alla produzione», ha sottolineato Imparato. Aggiungendo che «per produrre un milione di vetture ci vogliono tre condizioni: prodotto, motori, mercati. Oggi ho la risposta sul prodotto e motori. Abbiamo pianificato una copertura del mercato europeo dell’80%, devo sviluppare il piano e poi vedere se il mercato risponde. Non voglio fare promesse non mantenute». Promesse che però erano state fatte da Carlos Tavares con il ricatto degli incentivi. Sarà anche per questo che il ministero farà «un report periodico sullo stato di avanzamento degli impegni», ha detto Urso. I toni sono cambiati, ma la cautela resta. Quando arriverà il nuovo ad, entro sei mesi, rivedrà il piano e taglierà i modelli in produzione? Il piano presentato ieri da Imparato, che è un commerciale e dunque un abile «politico», sarà sufficiente per arginare la crisi o resterà solo una grande camera d’aria per ruote ormai sgonfie? Resta, inoltre, una grande incognita dopo che Stellantis ha annunciato la nascita di una gigafactory in Spagna in tandem con i cinesi di Catl. Anche ieri l’azienda ha ribadito il suo impegno nel sostegno finanziario di Acc, la joint venture tra Stellantis, Mercedes e Totalenergies, nata per realizzare la gigafactory di Termoli. Acc comunicherà il suo piano nel 2025 e «resta aperta a studiare la realizzazione della gigafactory in base all’evoluzione delle tecnologie e in considerazione del mercato e della competitività dei fattori abilitanti del sistema Paese». Nessuna certezza, dunque, né un calendario fissato. Ma quale è il piano di Stellantis per le fabbriche italiane? A Pomigliano dal 2028 sarà installata la nuova piattaforma (Stla-Small), sulla quale è prevista la produzione di due nuovi modelli compatti. Verrà rafforzato il presidio per la produzione delle vetture mass market con l’estensione della produzione della Panda (detta Pandina) fino al 2030, seguita dall’introduzione della nuova generazione dello stesso modello (ricordiamo, però, che la Panda low cost viene prodotta in Serbia e costa meno della Pandina). A Mirafiori sarà basata la produzione della 500 ibrida e della nuova generazione della 500 Bev elettrica, in aggiunta alla prosecuzione dell’attività dei cambi eDct. Torino sarà, dal primo gennaio 2025, la sede della regione Europa di Stellantis e il quartier generale della divisione veicoli commerciali del gruppo. Sarà inoltre la sede del centro di sperimentazione e di riciclo del gruppo e consoliderà il Battery technology center. A Cassino verrà introdotta la piattaforma Stla-Large, su cui saranno prodotti tre nuovi modelli. Dal 2025, infatti, sarà prodotta la nuova Alfa Romeo Stelvio, dal 2026 la nuova Alfa Romeo Giulia, e - a seguire - una nuova vettura top di gamma. È in valutazione la produzione di Alfa Romeo Stelvio e Giulia nelle versioni ibride, oltre che elettriche. Melfi beneficerà del lancio di sette nuovi modelli: dal 2025 sarà prodotta la nuova Ds 8, la nuova Jeep Compass, la nuova Lancia Gamma e la nuova Ds7, tutte elettriche. Di questi, tre modelli saranno anche ibridi, il che triplica la previsione dei volumi prodotti. Nella fabbrica di Atessa, oltre all’introduzione di Stellantis customfit (il programma di conversione e personalizzazione) e, da fine 2024, della produzione di veicoli elettrici, dal 2027 sarà avviata la produzione di una nuova versione di large van. Modena diverrà invece il polo dell’alta gamma (che inizialmente avrebbe dovuto essere Torino).Quanto al governo, nella manovra viene rifinanziato il fondo automotive per un totale di 1,6 miliardi per il triennio dal 2025 al 2027. Le risorse verranno destinate interamente alla filiera, ovvero alla componentistica. E non è previsto l’ecobonus. Della crisi di Stellantis, intanto, ha parlato anche Giorgia Meloni ieri in aula alla Camera, replicando alle opposizioni nel dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue. «C’eravate voi quando il governo Conte ha deciso di non utilizzare i poteri speciali per fermare l’operazione di fusione tra Fiat, Chrysler e Peugeot. C’eravate voi quando è stato garantito con i soldi dello Stato italiano un prestito da 6 miliardi e mezzo e ci si è detto che in cambio sarebbero stati mantenuti i livelli occupazionali e le produzioni in Italia. E quello che è accaduto l’anno dopo è che Fiat, Chrysler e Stellantis staccassero 5 miliardi e mezzo di dividendi per i soci. C’eravate voi quando la politica non era in grado di difendere gli interessi nazionali al cospetto delle grandi concentrazioni economiche. Ma quel tempo, per fortuna, è finito». Speriamo.
Jose Mourinho (Getty Images)