2024-06-19
Pacco Stellantis sugli esuberi italiani. Li manda a lavorare nei siti francesi
Al via il trasferimento momentaneo dei cassintegrati di Cassino e Melfi a Sochaux: niente bonus e poco più di 100 euro euro lordi per vitto e alloggio. In passato era successo anche per Pomigliano.In Italia la produzione è ferma? Bisogna mettere i lavoratori in cassa integrazione? Nessun problema, Stellantis «invita» gli addetti di Cassino e Melfi a trasferirsi in Francia, nel caso specifico parliamo dello storico complesso Peugeot di Sochaux, con un’aggiunta di 130 euro lordi al giorno che devono bastare per vitto e alloggio. Per carità non c’è nessuna violazione della legge, anche perché si tratta di un invito e quindi di un cambio temporaneo di sede su base volontaria, e per adesso l’offerta riguarda poche decine di lavoratori impegnati nei due siti e comunque non è una prima volta. Già lo scorso anno erano partiti inviti analoghi e c’era stata una risposta da parte degli addetti del Lazio, Basilicata e persino Campania (Pomigliano). Ma è la spia, l’ennesima a dir il vero, non solo della prevalenza degli interessi della produzione francese rispetto a quella italiana, ma del fatto che l’Italia è diventata una vera e propria succursale di Parigi. O forse il punto è che lo è sempre stata. A partire dal 2021, quando le cronache dei giornali transalpini hanno iniziato a parlare in modo spesso sprezzante del ritorno des italiens, degli operai italiani (all’epoca erano circa 200) provenienti da Melfi e Pomigliano. Allora, la sede prescelta era stata quella dello stabilimento Stellantis di Noidans-les-Vesoul, comune francese dell’Alta-Saona nella regione della Borgogna-Franca Contea. E le motivazione sempre le stesse. In Italia non si lavora, in Francia invece sì. Una costante. A Cassino, oltre a pesare il piano di esuberi incentivati presentati a marzo (560 uscite) sono rimasti circa 2.000 che lavorano a rotazione su unico turno. E a Melfi, come vedremo, i lavoratori sono pure messi peggio. Quindi pur di non stare fermi si accetta di lasciare case e trasferirsi a oltre mille chilometri di distanza dalle famiglie. E l’azienda? Ovviamente ottimizza le risorse. Da una parte evita di tenere persone a far nulla e in cassa integrazione, dall’altra scongiura altre assunzioni al di là delle Alpi, dove invece la produzione continua a tirare. È la forza delle multinazionali, verrebbe da dire, se non fosse che questa forza Stellantis continua a usarla unidirezionalmente senza che ci sia nessun segnale che possa lasciar pensare a una svolta. Anzi. Le ultime notizie da casa Stellantis assomigliano a un refrain infinito: l’attività produttiva allo stabilimento automobilistico Stellantis di Melfi (Potenza) «per mancanza di componenti», sarà sospesa nell’intero stabilimento dalle 6 alle 22. È quanto fa sapere il segretario regionale della Fim Cisl di Basilicata, Gerardo Evangelista, dopo il riavvio della produzione avvenuto questo pomeriggio, dopo uno stop di una settimana. Ascoltato dalla Verità il sindacalista conferma che anche ad alcuni addetti del sito in Basilicata è stata chiesta la disponibilità ad aderire alla trasferta a Sochaux e che tutto sommato le condizioni prospettate non sono da buttar via visto che tra cassa integrazione costante, esuberi volontari (circa 2.000) e stop alla produzione la situazione di Melfi è diventata drammatica. Anche sull’aspetto della sicurezza del lavoro. «La nostra azione di denuncia presso gli enti esterni di vigilanza», evidenzia la segretaria generale Fiom Cgil Basilicata Giorgia Calamita, «ha costretto l’azienda a tenere nei mesi scorsi cinque incontri nelle varie unità produttive con la rappresentante dei lavoratori di fabbrica per ispezionare gli ambienti di lavoro da un punto di vista della pulizia e dell’igiene dei locali». Risposte? Secondo i rappresentanti della Fiom «insoddisfacenti». «Riteniamo fondamentale l’igiene e la pulizia in fabbrica, più volte segnalata», sottolineano ancora, «ma non può essere il solo problema da affrontare, anche perché al momento l’azienda non ha fornito nessun programma volto ad individuare delle soluzioni immediate, come ad esempio l’aumento dei cicli di pulizia e il ripristino di alcune aree precarie». Il problema è che l’azienda continua a non rispondere alle segnalazioni sulla mancata consegna del Dvr (il documento di Valutazione dei rischi), sulle postazioni di lavoro dove sono state riscontrate anomalie e sulle richieste rispetto alle altre numerose postazioni dove le condizioni di lavoro risultano peggiorate sia da un punto di vista ergonomico sia da quello dei ritmi di lavoro. Spiegazioni? In mancanza di incentivi, magari è solo un modo subdolo per spingere più addetti ad accettare la trasferta francese. Con Stellantis non si sa mai.
Jose Mourinho (Getty Images)