2021-12-05
Stefano Ricci cresce e punta su New York
Il fatturato del gruppo fiorentino, che il prossimo anno aprirà una nuova boutique negli Usa, da inizio 2021 è cresciuto del 64%. Presentata la prossima collezione autunno/inverno: sahariana anche con il freddo, gilet doppiopetto e cappotto con collo di visone.La Sala dei Cavalli di Palazzo Te come cornice per la presentazione. Il soffitto a cassettoni preziosamente decorato quale copertina del lookbook. E poi il teatro Bibiena (dove suonò il tredicenne Wolfgang Amedeus Mozart), Palazzo d’Arco, Palazzo Ducale, la Rotonda di San Lorenzo, il Teatro Olimpico, la Galleria degli Antichi e Palazzo del Giardino a Sabbioneta, altro sito patrimonio dell’Unesco, uno dei borghi più belli d’Italia. Mantova spalanca le porte a Stefano Ricci, fondatore, presidente e designer dell’eponimo marchio, e lui la ripaga con un video emozionale e commovente tanta è la bellezza del luogo e la sublime conferma di quanto il nostro Paese sia unico nel mondo. A tutto questo il famoso imprenditore fiorentino guarda ormai da anni, tanto da essere diventato uno speciale divulgatore di arte e cultura italiane attraverso la sua moda di altissima classe, da veri intenditori. Questa volta il Grand tour di Ricci, che ha ormai attraversato le più belle città d’Italia, fa tappa nel gioiello lombardo di gonzaghesca memoria. «Dietro ogni lavoro ci deve essere un pensiero sulle emozioni che si possono generare. Così anche gli ambienti dove si presenta l’opera dei miei sarti e delle mie maestranze», racconta Stefano Ricci, «In Italia è molto facile trovare dei capolavori d’arte con una storia vera, qui quel che si respira è un’aria carica di cultura. Alla fine, anche una cravatta o un paio di scarpe devono creare un’emozione». Mantova era già sui percorsi di Ricci. «La conoscevo perché ci passavo molto velocemente durante la Mille miglia, oggi vedo una Mantova diversa». Adatta a lanciare i suoi messaggi di bellezza. «Un dettaglio di un accessorio in pelle, una morbidezza che non può avere un oggetto industriale, il rever di una giacca dove si percepisce la passione: questo è quello che trasmette il lavoro della mia gente attraverso i nostri prodotti, una vera soddisfazione. I miei figli sono ormai assuefatti a questo mio messaggio e l’impegno è sempre quello di trovare un luogo prestigioso per circondare questo concetto. Mantova è un sogno». Un esempio di famiglia che fa grande il made in Italy, un esempio virtuoso di gestione aziendale. «È la passione che riesce a esprimere la partecipazione. Con i miei figli è garantito un bel proseguo». Ora si fanno i conti con un periodo non certo facile. «Vero, ma trovo eccitante questo momento, sono cambiate le regole d’ingaggio e oggi si viene anche gratificati dal passato, non ci si improvvisa più imprenditori. O ci sei o non ci sei e questo è significativo, ci dà molto incoraggiamento e molta concretezza nei progetti che stiamo portando avanti. Sono tante le opportunità che si presentano, dobbiamo misurare le nostre forze e la capacità di sviluppo. La quantità non va mai con la qualità e di questo siamo profondamente convinti». Sono i capi a dimostrare l’eccellenza della collezione del brand Stefano Ricci, dove ciascun elemento è irripetibile perché ogni dettaglio è fatto a mano. Un guardaroba trasversale alle generazioni, internazionale, funzionale ai viaggi di lavoro e al tempo libero, attento alla sostenibilità di ogni processo produttivo: dalle materie prime nobili ai colori naturali, alla costruzione sartoriali e al design innovativo che identifica il marchio fiorentino. Con al primo posto la sostenibilità sociale, pilastro della salvezza del pianeta. La raffinatezza e l’unicità stanno nei colori come il marrone sottobosco, il grigio nuvola e i bianchi panna fino al blu Ricci. Ma anche in materiali straordinari come vicuña, «fibra degli dei», coccodrillo nabuk e cashmere. Innovativi la sahariana d’inverno, il gilet doppiopetto di maglia blu che si può indossare sotto un abito Fiesole a due bottoni, le giacche smoking in un tessuto operato dall’Antico setificio fiorentino con un motivo nebuloso tra nero e bordeaux, il cappotto blu notte con collo sciallato di visone. «L’Italia è uno splendido abito sartoriale», sostiene Filippo Ricci, direttore creativo del gruppo, «È la somma di arte, tradizione, conoscenza, mestiere, in una frase qualità della vita. E come ogni capo sartoriale vive di piccoli segreti, di dettagli che fanno la differenza». Con i numeri alla mano, si comprende che l’azienda ha ingranato la marcia del futuro prossimo. «La clientela, una volta che ha ripreso a viaggiare, ha comprato in maniera pesante, aveva proprio voglia, dopo un anno e mezzo di lockdown e di acquisti online, di tornare alla fisicità, di tornare con noi, con la famiglia, e di comprare le nuove collezioni con personalizzazioni e dettagli fatti ad hoc». Un grande impulso arriva della Stefano Ricci home. «Stiamo facendo una bellissima villa in Italia e altre all’estero», commenta Niccolò Ricci, l’ad, «I clienti chiedono il lifestyle della Stefano Ricci che si parli di vino, di un orologio, di pezzi di gioielleria o di arredi ed è incredibile quanto il mondo da settembre sia tornato a ruggire». E conclude: «Il 2022 si prospetta nel segno della crescita rispetto al 2019, supportata dai risultati che il nostro gruppo sta ottenendo in tutto il mondo. La crescita nei primi nove mesi dell’anno è superiore al 64% rispetto al 2020 (chiuso a quota 82 milioni) e sarà ulteriormente rafforzata da accordi che svilupperanno ancora di più la nostra presenza nel Sud Est Asiatico e in Russia. Possiamo anticipare che nel primo semestre del 2022 inaugureremo la nuova boutique di Sergio Ricci a New York, in un mercato che ha recuperato il miglior dinamismo e che vede in Miami, Beverly Hills e Las Vegas motori propulsori della ripresa».
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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