2025-01-06
Invece di combattere le gang di pakistani Keir Starmer vuole il reato di islamofobia
Nessuna svolta sugli stupri, in cambio meno libertà di parola. Elon Musk scarica Nigel Farage: «Il Reform party ha bisogno di un leader».Dopo l’esplosione dello scandalo delle grooming gang - le bande britannico-pakistane di adescatori, o meglio stupratori, che negli ultimi decenni hanno abusato di migliaia di ragazzine bianche inglesi -, nessuno si aspettava un mea culpa da parte di Keir Starmer. Non che l’inquilino di Downing Street non avesse alcunché di cui scusarsi. La gigantesca trama di violenza, infatti, è emersa in seguito al rifiuto, da parte di un sottosegretario del suo governo con delega alla lotta contro la violenza sulle donne, Jess Philips, di condurre un’indagine nazionale sulla vicenda. La richiesta veniva dalla cittadina di Oldham, dove nel 2022 è stato pubblicato un report sugli abusi relativo agli anni 2011-2014, ma l’esponente laburista, lo scorso ottobre, ha negato l’inchiesta sostenendo si trattasse di una questione di competenza locale. Tuttavia, ci si poteva quantomeno attendere che il primo ministro accantonasse l’idea di istituire una legge contro l’islamofobia. I critici, scrive il Telegraph, avvertono che una norma di tal genere «potrebbe portare al ripetersi delle accuse di razzismo che sono state rivolte ai whistleblower (cioè coloro che segnalano o denunciano atti criminali, ndr) -a Rotherham, Oldham e in altre città del Regno Unito, dove si sono verificati abusi ai danni di bambine bianche da parte di gang composte prevalentemente da uomini di origine pakistana». Ann Cryer, l’ex deputata laburista che per prima ha sollevato preoccupazioni riguardo alle bande di stupratori, ha sostenuto che le autorità locali «erano terrorizzate dall’idea di essere accusate di razzismo e si sono rifugiate nel politicamente corretto».Eppure, sabato il governo laburista ha dichiarato che sta continuando a valutare l’introduzione di una definizione formale di discriminazione anti-musulmana. «Durante lo scandalo delle gang di sfruttamento sessuale, l’etichetta falsa di islamofobia è stata usata per mettere a tacere le persone», ha protestato Robert Jenrick, segretario ombra alla giustizia. «Sembra che il governo nulla abbia imparato e sia determinato ad andare avanti con una definizione che avrà un effetto paralizzante sulla libertà di espressione». Stephen Evans, amministratore delegato della National Secular Society, ha spiegato che «adottare una definizione controversa di islamofobia rischia di intensificare le tensioni piuttosto che affrontare i pregiudizi contro le minoranze religiose». D’altra parte, il partito laburista ha già adottato per uso interno una definizione di islamofobia, quella redatta dal gruppo parlamentare multipartitico sui musulmani britannici (Appg). E, secondo il Telegraph, una parte del testo sembra suggerire che l’uso dell'espressione «sex groomer» riferita a una persona di origine musulmana potrebbe essere considerato islamofobo. Per Dan Hodges, editorialista del Daily Mail con un passato da laburista, ciò che guida le politiche della sinistra britannica è il timore di perdere la base di elettorato mussulmana, già in parte allontanatasi dai labour. Oltre ai casi già menzionati nei giorni scorsi, come i numeri scioccanti di Rotherdam (1.400 bambine vittime di abusi nell’arco di 16 anni) e di Telford (1.000 ragazze abusate in un quarantennio, con alcuni crimini non indagati per «timori riguardo alla razza»), Guy Dampier, ricercatore presso il think tank The legatum institute, ricorda una terribile storia a Bradford, dove una quindicenne è stata affidata in adozione alla famiglia del suo stupratore e costretta a sposarlo, alla presenza dell’assistente sociale. La giovane, obbligata a convertirsi all’Islam, è stata poi sfruttata come schiava domestica. «Invece di indignarsi per i commenti coloriti di Elon Musk», scrive Dampier, «l’élite britannica dovrebbe riflettere su come ha permesso che lo scandalo delle gang accadesse e su come ha fallito nel fermarlo». Musk che, oltre a essere stato uno dei primi a diffondere lo scandalo su X, ieri se ne è uscito con un inaspettato attacco contro Nigel Farage, noto politico inglese e fondatore del Reform Party (partito che si è espresso molto duramente sugli stupratori pakistani, essendo peraltro l’unico a poterlo fare, visto che i conservatori sono stati al potere dal 2010 a metà del 2024). Secondo il magnate, il Reform party avrebbe «bisogno di un nuovo leader», perché «Farage non ha ciò che serve» (il patron di Tesla ha pubblicato un endorsement a Rupert Lowe, ex presidente del Southampton, membro del Parlamento britannico tra le fila del partito di Farage). L’ex leader dell’Ukip qualche settimana fa aveva incontrato Musk a Mar-a-Lago, presso la residenza di Donald Trump in Florida, con il quale aveva discusso di un possibile finanziamento al suo attuale partito. Come insegna il proverbio, «dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io». Intanto Starmer ha fatto sapere che in giornata risponderà ufficialmente alle accuse di Musk. Il caso grooming gang sembra pronto a deflagrare.
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)
Francesca Albanese (Ansa)