2021-07-08
Stanziati 2 miliardi, ma a settembre non avremo nessun mezzo in più
Con i soldi si sostituiranno le vetture vecchie. Ci s'affida a sanificazioni e scaglionamenti.Sono passati due anni dall'inizio di questa pandemia e per il trasporto pubblico (e soprattutto per gli studenti che dovranno andare a scuola a settembre) non è stato fatto nulla o quasi. La conferma arriva da Andrea Gibelli, presidente di Asstra, l'Associazione nazionale dei trasporti pubblici locali in Italia (il manager è anche il presidente di Fnm, ex Ferrovie Nord Milano) secondo cui a settembre non ci saranno mezzi pubblici in aggiunta alla flotta già esistente per consentire agli studenti di viaggiare in sicurezza. L'unica soluzione praticabile, quindi, a più di 18 mesi dall'inizio di questa pandemia mondiale, resta quella di spalmare l'afflusso di passeggeri nel corso della giornata e di sanificare il più possibile i mezzi a disposizione. «La possibilità di avere più mezzi in un tempo ristretto è dato da tante variabili», evidenzia Gibelli, «le aziende possono fare le gare, ma ci sono da considerare i tempi di produzione e di immatricolazione che per un autobus sono nell'ordine di sei mesi e di due anni per i treni. I decreti di attuazione del Pnrr potranno sicuramente intervenire sui tempi della burocrazia con miniriforme puntuali (e a costo zero)», ma ci sono tempi tecnici che non possono essere ridotti. Come spiega Gibelli, dunque, i fondi previsti dal dl Sostegni 1 e dal Pnrr serviranno per ripianare le perdite del settore e per favorire la transizione verso una mobilità più sostenibile. In poche parole, si sostituiranno i mezzi più vecchi e più inquinanti, ma le flotte di mezzi pubblici non cresceranno nel breve termine per far fronte alla pandemia. Nella migliore delle ipotesi, i nuovi mezzi arriveranno poi almeno nel 2022. «Gli autobus che possono essere comprati», dice Gibelli, «sono quelli finanziati dall'Unione europea e dallo Stato italiano ma sono in sostituzione degli autobus più vecchi e inquinanti. Una maggiore sicurezza può essere garantita, dove le condizioni lo permettono, da servizi aggiuntivi».L'unica arma contro la diffusione del virus, insomma, per le aziende del trasporto pubblico locale è quella della sanificazione e della pianificazione dei flussi dei passeggeri. La stessa che si utilizzava all'inizio di questa pandemia.«Le aziende dovranno inevitabilmente fare riferimento ai tavoli di coordinamento prefettizio che, costituiti nell'ottobre 2020, hanno dato buona prova garantendo un livello di servizio apprezzato nella gran parte delle nostre città», spiega Gibelli. «Ciò è stato possibile attraverso un'ottimizzazione dell'offerta di trasporto in risposta alle mutate esigenze della domanda, allo scaglionamento degli orari di scuole e uffici, all'utilizzo dello smart working e, dove tecnicamente possibile, all'adozione delle corse aggiuntive».Pallottoliere alla mano, insomma, per il settore del trasporto pubblico italiano fiaccato dalla pandemia del Covid-19, tra il decreto Sostegni 1 e il Pnrr, per il solo 2020 sono stati stanziati 1,8 miliardi di euro.Si tratta di molti fondi, ma nessuno di questi servirà a far viaggiare gli studenti in sicurezza per il nuovo anno scolastico. Parte di questi, i circa 800 milioni in arrivo dal dl Sostegni 1 (grazie al Fondo indennizzo ricavi da traffico), verranno utilizzati per ripianare le perdite del settore, il resto verrà utilizzato per aumentare e sostituire la flotta di veicoli su gomma nei prossimi quattro anni, tra il 2022 e il 2026. In mancanza di altri piani, insomma, l'unica buona notizia è che la sanificazione porta risultati incoraggianti. «Già ad aprile i Nas avevano reso pubblici i risultati di un'attività di verifica relativa a 756 analisi effettuate su superfici di mezzi di trasporto e stazioni. Tra i tamponi di superficie raccolti, sono stati rilevati solamente 32 casi di positività. Una percentuale minima pari al 4,2%», spiega il presidente di Asstra.