2018-07-06
Nell'inchiesta sullo stadio Parnasi tira in ballo il Pd: «L’assessore Civita chiedeva favori»
Nei verbali del costruttore i rapporti con l'ex politico regionale, «uomo del governatore Zingaretti» «Ha domandato un lavoro per il figlio, mi sono messo nei panni di padre... Palozzi (Fi) invece voleva soldi»L'imprenditore Luca Parnasi, durante il suo interrogatorio per l'affarone dello stadio giallorosso, aveva provato ad alleggerire la posizione dell'ex assessore regionale del Pd Michele Civita, accusato di corruzione. «Lo conosco da 20 anni ed è una persona che stimo molto. Ha sempre fatto gli interessi della Regione. La conferenza di servizi era già stata chiusa e già c'erano state le elezioni quando con estremo imbarazzo mi ha chiesto di trovare un lavoro per suo figlio». Ma quelle dichiarazioni smielate non hanno convinto i magistrati della Procura di Roma, che sono andati a scavare tra le informative dei carabinieri e hanno trovato un lungo elenco di intercettazioni che, a loro dire, dimostrerebbero il contrario. L'elenco è contenuto proprio in uno dei verbali di Parnasi. Tra un omissis e l'altro, i magistrati gli contestano una telefonata dalla quale risulta che il favore di Parnasi a Civita (ossia l'assunzione del figlio dell'assessore) «è da ritenersi», sostiene l'accusa, «proprio in ragione delle qualità funzionali di Civita». E ritengono che sia quanto meno sospetto che in un'altra conversazione sia lo stesso Parnasi a indicare che il favore «deve essere fatto a Civita proprio perché è un uomo di Nicola Zingaretti (presidente della Regione Lazio, ndr)». Una ulteriore evidenza di collegamento, secondo i magistrati, tra l'assunzione promessa e le qualità funzionali di Civita. C'è poi una telefonata del 17 maggio, nel corso della quale Civita fornisce a Parnasi informazioni sullo stato del procedimento amministrativo per lo stadio. E anche un'ambientale da cui risulta che Civita è tra le persone alle quali Parnasi sta dando una mano.Ma niente soldi, sostiene Parnasi: «Io ho sostenuto Civita con il voto, a lui dato anche da parte dei miei familiari. Gli ho fatto un favore mettendomi nei suoi panni come padre, ma non gli ho mai dato soldi». Gli interventi di Civita per definire in tempi rapidi la conferenza di servizi, però, ci sarebbero stati. E sono ricostruiti in una informativa dei carabinieri. In alcune telefonate, sostengono gli investigatori, risulta che Civita si sarebbe attivato per accelerare i tempi del procedimento. Parnasi ha una sua teoria (al momento tutta da verificare): «Politicamente la Regione e di conseguenza Civita erano favorevoli alla realizzazione dello stadio». Poi ammette: «Era il nostro punto di riferimento nella conferenza di servizi e a lui, sia che io che Luca Caporilli (collaboratore di Parnasi, ndr) e Mauro Baldissoni (il dg della Roma, ndr), ci rivolgevamo per la soluzione di eventuali problemi». Parnasi sostiene di non essere in grado di dire se l'atteggiamento di disponibilità da parte di Civita fosse finalizzato ad avanzare in seguito la richiesta di assunzione del figlio. Lui ritiene che non sia così e i suoi avvocati fanno presente che l'assunzione del figlio è avvenuta quattro mesi dopo la chiusura della conferenza di servizi. I verbali di Parnasi e le intercettazioni sono state depositate ieri ai giudici del Tribunale del riesame di Roma, che dovranno pronunciarsi sulle misure cautelari a carico di Civita, ma anche del'ex sindaco di Marino, Adriano Palozzi, capogruppo di Forza Italia nonché vicepresidente del consiglio regionale del Lazio. Palozzi, a dire di Parnasi gli chiese un aiuto economico. «Nell'ultima campagna elettorale (regionali 2018, ndr) mi chiamava continuamente chiedendomi un contributo», ha detto Parnasi ai magistrati, «e abbiamo concordato il contratto con la società Pixie, al fine di giustificare la dazione della somma di denaro. Non avevo bisogno di quel contratto né di quei servizi. Tuttavia non volevo fare figurare il mio nome accanto a quello di Palozzi proprio perché stavo tentando di costruire un rapporto con i 5 stelle».Quello che c'è di pubblico nell'inchiesta sul ruolo dei 5 stelle è legato alla figura del consulente della giunta Raggi, l'avvocato Luca Lanzalone. Negli omissis dei verbali di Parnasi, però, potrebbe ancora nascondersi qualcosa.
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