Una nuova registrazione coinvolge il capo della polizia: critiche aperte contro il leader leghista già a ottobre davanti ai sindacati. E di nuovo il termine colorito: «Parti sfinteriche altrui».Diceva la scrittrice di romanzi gialli Agatha Christie che un indizio è un indizio, due indizi fanno una coincidenza, tre una prova. Il capo della polizia Franco Gabrielli non è ancora arrivato alla terza fase, ma di sicuro ha superato la seconda. Perché La Verità è entrata in possesso dell'audio di una riunione dell'ottobre scorso, a un mese dall'insediamento del governo Conte bis, dove il capo della polizia ribadiva il concetto emerso durante l'evento del Coisp del 24 febbraio che ha creato la scorsa settimana un vespaio di polemiche. Il 3 ottobre del 2019 infatti, al Viminale, nelle stanze del dipartimento di pubblica sicurezza, di fronte a tutte le sigle sindacali (Siulp, Sap, Consap, Silp e molte altre), Gabrielli parlava già di come fosse «facile avere preferenze sessuali usufruendo delle parti sfinteriche degli altri». L'ex capo della protezione civile e prefetto di Roma utilizzava un linguaggio forbito per «edulcorare» un famoso proverbio romano, non particolarmente in linea con il politicamente corretto di moda in questi anni, che parla di «culo degli altri». Un concetto che è stato ribadito poi all'evento del Coisp pubblicato sul Giornale. L'audio in possesso della Verità, raccolto da uno dei presenti all'incontro con le sigle sindacali, conferma come già da tempo il capo della polizia criticasse il ministro dell'Interno. Il riferimento è sempre al piano che fu approvato nell'agosto del 2019 dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, con l'apertura di nuovi presidi di polizia. Le promesse di aumento del personale voluto dal leader della Lega sono state spesso contestate da Gabrielli, che è anche direttore del dipartimento di pubblica sicurezza e più volte ha bollato come non attuabili e irrealizzabili le politiche di Salvini sul comparto di cui si occupa. Nell'audio che La Verità pubblica sul suo sito online, il capo della polizia arriva a parlare «di danno erariale» da parte del precedente governo. E critica l'approccio politico di Salvini, pur senza citarlo, ma parlando «di un uomo politico molto potente» e «della differenza tra ciò che si vuole e ciò che si può fare». Nel corso dell'intervento Gabrielli si sofferma anche sulle difficoltà di tutto il comparto che fatica a confrontarsi con «una politica non omogenea», e a un certo punto sbotta in un «che cazzo dobbiamo fare noi?».Dopo la bufera per i video pubblicati la scorsa settimana dal Giornale, dove il numero uno delle forze dell'ordine parlava sempre «di uso dello sfintere di un altro» a proposito della riorganizzazione del personale da parte di Salvini, la polemica sembrava chiusa. Lo stesso Gabrielli, giovedì 27 febbraio, dopo la diffusione dei video era corso a pubblicare una nota, spiegando che «il clamore suscitato da frasi rubate in un contesto privato, così come ha precisato il segretario generale del Coisp Domenico Pianese, amareggiano per primo me perché mai ho voluto esprimere un giudizio sull'operato del senatore Salvini e dell'onorevole Molteni, che non mi compete, riconoscendo, al contrario, di avere avuto con loro una ottima collaborazione». Non solo. Gabrielli aveva aggiunto che, «al pari del senatore Salvini, ritengo chiusa la polemica, strumentalmente creata, e mi scuso se tutto ciò possa avere suscitato una comprensibile amarezza». Il punto è che le critiche di Gabrielli contro Salvini e contro l'ex sottosegretario all'Interno Nicola Molteni erano molto circonstanziate. Il 24 febbraio li ha citati espressamente. Loro non hanno chiuso le specialità? «Grazie, Graziella e grazie ar...», spiegava Gabrielli. Che poi continuava aggiungendo: «Io dovrei mandare più personale? Mando tua sorella...». E ancora: «Ti comporti in un certo modo usando lo sfintere di un altro», qui in forma più breve rispetto a ottobre. Poi ha lodato l'attuale ministro Luciana Lamorgese «che ci ha dato 1.600 assunzioni» e ha quindi stroncato Salvini e Molteni dopo le polemiche sulla chiusura della stradale di Casalecchio di Reno. «In un Paese normale ci avrebbero già preso a calci nel sedere», perché il distaccamento era da sopprimere prima. Davanti al Coisp Gabrielli ha definito «truffa dell'amministrazione» l'apertura di nuovi uffici, sollecitati dal vecchio governo a trazione leghista, «con organici immodificati». Concetti che già si intravedevano a ottobre dell'anno scorso quando Salvini era appena uscito dal Viminale e Gabrielli evitava di citarlo direttamente. «Con la lingua che mi ritrovo», ha detto Gabrielli, mi sono comunque ritrovato «capo della polizia». E questa è una prova inconfutabile.
Jannik Sinner (Ansa)
All’Inalpi Arena di Torino esordio positivo per l’altoatesino, che supera in due set Felix Auger-Aliassime confermando la sua solidità. Giornata amara invece per Lorenzo Musetti che paga le fatiche di Atene e l’emozione per l’esordio nel torneo. Il carrarino è stato battuto da un Taylor Fritz più incisivo nei momenti chiave.
Agostino Ghiglia e Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
Il premier risponde a Schlein e Conte che chiedono l’azzeramento dell’Autorità per la privacy dopo le ingerenze in un servizio di «Report»: «Membri eletti durante il governo giallorosso». Donzelli: «Favorevoli a sciogliere i collegi nominati dalla sinistra».
Il no della Rai alla richiesta del Garante della privacy di fermare il servizio di Report sull’istruttoria portata avanti dall’Autorità nei confronti di Meta, relativa agli smart glass, nel quale la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio del Garante Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni di euro, ha scatenato una tempesta politica con le opposizioni che chiedono l’azzeramento dell’intero collegio.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Imagoeconomica)
La direttiva Ue consente di sforare 18 volte i limiti: le misure di Sala non servono.
Quarantaquattro giorni di aria tossica dall’inizio dell’anno. È il nuovo bilancio dell’emergenza smog nel capoluogo lombardo: un numero che mostra come la città sia quasi arrivata, già a novembre, ai livelli di tutto il 2024, quando i giorni di superamento del limite di legge per le polveri sottili erano stati 68 in totale. Se il trend dovesse proseguire, Milano chiuderebbe l’anno con un bilancio peggiore rispetto al precedente. La media delle concentrazioni di Pm10 - le particelle più pericolose per la salute - è passata da 29 a 30 microgrammi per metro cubo d’aria, confermando un’inversione di tendenza dopo anni di lento calo.
Bill Gates (Ansa)
Solo pochi fanatici si ostinano a sostenere le strategie che ci hanno impoverito senza risultati sull’ambiente. Però le politiche green restano. E gli 838 milioni versati dall’Italia nel 2023 sono diventati 3,5 miliardi nel 2024.
A segnare il cambiamento di rotta, qualche giorno fa, è stato Bill Gates, niente meno. In vista della Cop30, il grande meeting internazionale sul clima, ha presentato un memorandum che suggerisce - se non un ridimensionamento di tutto il discorso green - almeno un cambio di strategia. «Il cambiamento climatico è un problema serio, ma non segnerà la fine della civiltà», ha detto Gates. «L’innovazione scientifica lo arginerà, ed è giunto il momento di una svolta strategica nella lotta globale al cambiamento climatico: dal limitare l’aumento delle temperature alla lotta alla povertà e alla prevenzione delle malattie». L’uscita ha prodotto una serie di reazioni irritate soprattutto fra i sostenitori dell’Apocalisse verde, però ha anche in qualche modo liberato tutti coloro che mal sopportavano i fanatismi sul riscaldamento globale ma non avevano il fegato di ammetterlo. Uscito allo scoperto Gates, ora tutti possono finalmente ammettere che il modo in cui si è discusso e soprattutto si è agito riguardo alla «crisi climatica» è sbagliato e dannoso.







