2022-11-21
Spot dell’Ordine per i sanitari «a gettone»
Giovanni Leoni, fustigatore dei colleghi che rifiutavano le dosi e capo dei camici bianchi a Venezia, lascia che sul sito dell’Omceo compaia il bando per reclutare personale esterno strapagato. Fa capo a una coop già attiva con i migranti e nota per i suoi disservizi.Fustigatore dei medici non vaccinati, compiacente con la coop che recluta dottori «a gettone» e della quale è responsabile un diplomato dell’Istituto alberghiero. Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine dei medici, chirurghi, odontoiatri della provincia di Venezia (Omceo) e vice presidente della federazione nazionale (Fnomceo), ha sempre parole durissime nei confronti dei colleghi che non venerano il siero anti Covid. Più volte ha invocato «un lockdown mirato per chi non si vaccina», o «un nuovo lockdown vecchio stile». In alternativa, «l’obbligo generalizzato» dell’inoculo. Sostenitore dell’opportunità del green pass «per una vita normale», giudicò «irresponsabile» l’idea di far tornare al lavoro gli operatori sanitari asintomatici, per allentare la pressione sugli ospedali. «La vaccinazione è uno strumento di prevenzione, non un lasciapassare per lavorare da positivi», tuonava lo scorso gennaio. Mancano infermieri e medici? «Si accorpino i reparti se necessario», suggeriva, ma i no vax andavano sospesi perché «bisogna tutelare il principio della certezza della pena». Professionisti, con anni di esperienza e buone pratiche sul campo, venivano lasciati a casa senza stipendio, in punizione, quando bastava lasciarli lavorare con mascherina, visiera, camice e guanti, mentre nei reparti in affanno finivano reclutati a peso d’oro «gettonisti» forniti da cooperative e società di servizio. Come accade in Veneto, dove 21 dei 26 pronto soccorso degli ospedali sono costretti a rivolgersi a coop per avere dottori, pagati 100 euro lordi all’ora, 1.200 euro per un turno di 12 ore. Tutto ciò sarebbe deontologicamente corretto e nell’interesse dei pazienti? Per l’Omceo veneziano, evidentemente sì, se ha lasciato che una di queste coop utilizzasse il sito istituzionale per andare a caccia di dottori da mettere nelle corsie, svuotate del personale non vaccinato «che non fa il proprio dovere», e di quello con booster o doppio richiamo, ma falcidiato dai contagi. Il 17 ottobre 2021, l’Ordine dei medici presieduto da Leoni pubblicava l’annuncio della cooperativa sociale AAA Aurum assistance, con sede legale a Masate (Milano), che cercava medici pediatri e anestesisti in libera professione da impiegare nelle strutture ospedaliere di Venezia, Dolo e Chioggia «per turni da 12 ore». Una notizia messa in evidenza da un bel titolone rosso e con recapiti telefonici, indirizzo di posta elettronica del responsabile della cooperativa, in uno spazio ancora presente online. Il nome del referente non compare, invece figura in un altro annuncio, sempre su un sito Omceo, questa volta di Prato. Il numero di cellulare è lo stesso, appartiene a Luigi Buompane presidente della AAA Aurum assistance, cooperativa che fornisce medici e infermieri ma procura anche «colf e assistenti domestici». Buompane, formatosi all’alberghiero di Aversa, provincia di Caserta, è «l’esperto» in cv di sanitari sconfessato lo scorso febbraio dalla trasmissione Fuori dal coro condotta da Mario Giordano sul Rete 4. Tutta Italia vide chi era l’uomo, che selezionava i camici bianchi da inviare negli ospedali con penuria di personale. «Lo chef» come fu chiamato nel servizio televisivo, ha utilizzato anche l’Ordine dei medici per reclutare dottori. Pensare che a novembre 2020 Giovanni Leoni, in un intervento sul quotidiano inglese The Guardian, evidenziò l’allora «problema più grande» negli ospedali italiani, ovvero la difficoltà di «trovare anestesisti o infermieri in grado di lavorare in terapia intensiva poiché si tratta di una specializzazione complessa». Dopo un anno, andava bene farli cercare da una società di servizi che si occupa anche di colf? «Non sappiamo come vengano reclutati i camici bianchi dalle cooperative, non c’è un sistema di controllo», denunciò a Fuori dal coro Marco Busato, infermiere e referente Cgil Fpl Venezia. L’Ordine dei medici di Venezia non si pose il problema, e nemmeno l’Ulss 3 Serenissima, che ha competenza su 25 Comuni. Un mese dopo, nel novembre 2021, l’azienda assegnava a due cooperative un appalto del valore di 3,6 milioni di euro e della durata di dodici mesi per la fornitura di servizi medici diversi (dall’anestesia alla ginecologia, alla chirurgia pediatria), presso i presidi ospedalieri di Venezia, Mirano, Dolo e Chioggia. Se lo aggiudicarono l’Aurum assistance, che ricevette 1,5 milioni di euro, e la Fenice società cooperativa sociale onlus di Sassuolo (Modena), di cui già scrisse La Verità, cui andarono circa 2,2 milioni di euro. L’ex presidente della Fenice, Artemio Serafini, si occupava anche di centri per migranti, come il tristemente noto centro di Eraclea in Veneto, e lo scorso anno, quando al suo posto subentrò la sorella Simonetta Serafini, continuando a fornire personale per il pronto soccorso e altri reparti ospedalieri, non mancarono i problemi. Furono segnalate «criticità e disservizi» dal presidente dell’Ordine provinciale dei medici chirurghi della provincia di Campobasso, e da alcune Asl che decisero la risoluzione del contratto. «È in corso un’ispezione negli ospedali che ricorrono alle coop», annunciò a febbraio il governatore del Veneto, Luca Zaia. Intanto, le aziende sanitarie continuano a rivolgersi a società esterne per avere non amministrativi, ma dottori che si dovranno occupare della vita dei pazienti. L’Ulss 3 Serenissima ha appena conferito un altro incarico alla Aurum assistance, per coprire i vuoti nell’anestesia e rianimazione di Chioggia. Saranno medici vaccinati, esulterà Giovanni Leoni.