2024-05-12
«Con Draghi al Quirinale saremmo in una botte di ferro per 7 anni...»
Mario Draghi (Imagoeconomica)
I commenti sui politici di Signorini e Spinelli. Lodi a Di Maio: «È maturato molto».Non solo Pd. Aldo Spinelli, l’imprenditore genovese indagato nell’inchiesta sul governatore ligure Giovanni Toti, aveva anche una fascinazione per Mario Draghi. A gennaio del 2022 Spinelli è al telefono con Paolo Emilio Signorini, all’epoca presidente del porto di Genova. I due sono molto amici, e trascorrono spesso week end in un lussuoso hotel di Montecarlo, a spese dell’imprenditore. Vacanze che sono costate ai due l’accusa di corruzione, e all’ex presidente dell’Adsp anche la custodia cautelare in carcere. Nella conversazione i due parlano dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica, che in quelle settimane tiene banco. E Spinelli punta su Draghi: «Bisognerebbe fare Draghi, belin». Signorini concorda, e a quel punto l’imprenditore si lancia a ipotizzare un vantaggio nella nomina al Quirinale dell’allora premier: «Bisognerebbe fare Draghi ragazzi... per sette anni noi siamo in una botte di ferro...».Spinelli però teme qualche brutto scherzo dalla Lega: «Bisogna fare Draghi, ma che non dicano belinà... Salvini che non rovini tutto... e che poi ci sarà la guerra per il presidente del Consiglio...». La passione di Spinelli per Draghi era probabilmente nota anche a Toti, che il 9 febbraio del 2022, chiama l’imprenditore, esordendo così: «Sei contento che t’ho portato Draghi e ti ha detto che ti fa la diga... così almeno...». Il riferimento è una vista dell’ex premier a Genova, e Spinelli è entusiasta: «No, guarda... sono veramente, non felice, di voi tre, ma di più, perché immagino che quello sia un colpo veramente eccezionale, che hai fatto. Adesso, poi, mi devi far fare cavaliere della Repubblica perché, guarda...». Toti glissa: «Quello dipende da Mattarella...». L’imprenditore però insiste: «Eh, va beh, Mattarella, belin, 70 anni che lavoro, non lo so io, se non mi merito...». Toti però si smarca: «Dai, c’hai ragione... Ma io c’ho un miglior rapporto con Draghi che con Mattarella». Spinelli rassegnato commenta: «Lo so, ho visto, ho visto, ho visto ma siete stati veramente bravi, perché io è 30 anni che lotto per la diga. Ho detto che Signorini è il miglior presidente del mondo...». Quando si parla di Draghi non può mancare Luciana Lamorgese. Il 22 marzo 2022 era ancora ministro dell’Interno e solo un mese prima era scoppiato il conflitto tra Russia e Ucraina. Un imprenditore, Luigi Alberto Amico, a capo di un’azienda leader in Europa nelle ristrutturazioni degli yacht di lusso, ha necessità di incontrare Toti e Signorini. L’opportunità dell’incontro matura tramite il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, arrestato con l’accusa di corruzione. Ed è a casa sua che viene organizzato l’incontro. «Nel corso della conversazione», annotano gli investigatori, «l’imprenditore lamenta cospicue perdite dovute a una diminuzione della clientela russa e al problema legato allo shore pass (un permesso temporaneo marittimo, ndr), motivo per cui lo stesso chiede a Cozzani un intervento politico più incisivo, atteso che le istanze promosse tramite Signorini non hanno sortito alcun effetto». Il capo di gabinetto, sottolineano gli investigatori, «si dice pronto a percorrere alcune piste attraverso propri referenti al ministero dell’Interno, nonché avanzando l’ipotesi di ricorrere direttamente a Lamorgese». Il nome del ministro ricompare ancora negli atti d’indagine, ma solo perché Toti a un certo punto, durante una telefonata, ha raccontato di non provare molta simpatia per l’ex ministro: «Mi ha chiamato Lamorgese... ho sempre rifiutato... due settimane fa... ho fatto i conti con lei...». Negli atti però spuntano anche altri ministri del governo Draghi. A telefono Spinelli e Toti si confrontano sulla situazione politica. E Spinelli comunica al governatore ligure che «sono tutti preoccupati, tutti quelli della Lega, cosa combini, con Renzi (Matteo, leader di Italia viva, ndr), cosa combini adesso con Di Maio (Luigi, in quel momento ministro degli Esteri e capo politico dei pentastellati, ndr), ti devo dire che Di Maio è maturato molto». E Toti replica: «È cresciuto tantissimo, è un ragazzo sveglissimo». Ipse dixit.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)