2023-11-23
Speranza indagato per omicidio
Roberto Speranza (Imagoeconomica)
All’ex ministro contestati anche somministrazione di medicinali guasti e falso. Con lui nel registro della Procura di Roma pure l’ex direttore di Aifa, Nicola Magrini, che quando gli segnalarono eccessi di mortalità cardiovascolare scrisse: «Ma così si uccide il vaccino...».Siamo arrivati alla resa dei conti. Le gigantesche bugie, le intollerabili omissioni, i dati falsati, tutte le mancanze nella gestione della campagna vaccinale che ha lasciato dietro di sé una scia di dolore e vite distrutte ora verranno esaminate. L’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, e il fedele Nicola Magrini, ex direttore generale dell’Agenzia del farmaco, sono indagati per reati gravissimi, che vanno dalla somministrazione di medicinali guasti, alle false dichiarazioni fino all’omicidio. Tutto questo grazie all’indagine di Fuori dal Coro, quella che abbiamo raccontato anche in queste pagine negli scorsi mesi. I documenti interni dell’Aifa sono finiti in una denuncia presentata da alcuni sindacati di polizia e Guardia di finanza e dal Comitato Ascoltami, che raduna i danneggiati dal siero e tutti quelli che non hanno creduto e non credono più alle menzogne sui vaccini.Ieri sera, durante la diretta della trasmissione televisiva condotta da Mario Giordano, su Rete 4, è stato mostrato l’avviso di garanzia. C’è scritto che Roberto Speranza e Nicola Magrini sono entrambi iscritti sul registro degli indagati della Procura di Roma per i reati di omicidio, somministrazione di medicinali guasti, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica, falso ideologico e false dichiarazioni. A quanto pare, quindi, il procuratore romano Francesco Lo Voi, leggendo la denuncia con tutti i documenti svelati da Fuori dal Coro, ha ritenuto che ci fossero i presupposti per aprire un fascicolo e iscrivere sul registro degli indagati due nomi noti. Uno dei documenti all’interno della denuncia riguarda la prima terribile omissione della campagna vaccinale. Era il 15 gennaio 2021, le punture di massa erano iniziate da appena una manciata di settimane, ma già c’era qualcosa che non andava. All’Agenzia del farmaco erano ben consapevoli che non esistessero dati che garantivano l’efficacia e soprattutto la sicurezza dei sieri sulle persone fragili. Nel documento interno un esperto dell’Agenzia sottolinea scrivendo persino la frase in rosso: «Attenzione! I pazienti fragili rientrano tra le popolazioni non studiate». Eppure, nonostante questo allarme dato da un interno della stessa Aifa, all’esterno fioccavano ovunque gli appelli a vaccinare proprio la fascia più debole della popolazione. I nostri nonni, i malati, chi già aveva una salute precaria. La campagna vaccinale contro il Covid è partita proprio da loro. Ma sulla base di quale certezza? Chi garantiva che quella puntura migliorasse invece che peggiorare la situazione? Nessuno.E nessuno diceva la verità. Nessuno diceva che non c’erano i dati e dunque c’erano potenziali rischi. Rischi per la salute di chi si fidava di quella strana scienza priva di fondamento. L’Aifa infatti metteva tutto a tacere, come dimostra anche un altro documento pubblicato su queste pagine e mostrato da Fuori dal Coro. Una «indicazione di servizio» data agli interni dell’Agenzia: «Non conviene stuzzicare il can che dorme e quindi per ora non si esce con niente».Non si esce con niente, proprio così. Tutto è stato messo a tacere, sotterrato nella speranza che non venisse mai a galla. Nella speranza che nessuno se ne accorgesse. Ma per fortuna è andata diversamente, noi abbiamo scovato questi documenti e la giustizia ha iniziato a muoversi, per tutti quanti, per i danneggiati, ma anche per i non danneggiati. E per i neonati, i cui effetti avversi sono stati cancellati con un colpo di spugna, per evitare, forse, che sorgessero dei problemi.Già dal secondo report sulla sicurezza dei vaccini, quello di febbraio 2021, appena un mese dopo l’inizio della campagna, venivano segnalate reazioni avverse in neonati allattati al seno da mamme vaccinate. A fine febbraio 2021 ci sono due segnalazioni. Nel report del mese successivo, le segnalazioni salgono a sei. Quello dopo diventano otto e poi a fine maggio arrivano a 11. E da giugno 2021 in poi? Il nulla. Sparite. Delle segnalazioni degli effetti avversi sui neonati nessuna traccia. Come è possibile? Lo hanno mostrato Fuori dal Coro e La Verità: nella bozza del sesto rapporto sulla sicurezza, quello che riportava i dati di fine giugno 2021, viene riportata la frase del report precedente, che poi doveva essere aggiornata con i nuovi dati. Nella bozza si legge: «Undici segnalazioni sono relative a nove bambini allattati al seno la cui madre era vaccinata». Ma nelle note a margine un dirigente dell’Agenzia del farmaco suggerisce: «Togliamo?». E infatti verrà tolta, da quel report e da tutti i successivi. Non c’è traccia neanche nel rapporto annuale che avrebbe dovuto riepilogare tutto quello che è successo nell’anno di campagna vaccinale. Evidentemente gli effetti avversi sui bambini non sono sembrati così importanti da meritare di finire nel rapporto riepilogativo. E perciò sono spariti. E così, alla luce di tutto quello che emerso, diversi sindacati di polizia, come l’Associazione operatori sicurezza Associati-Aps Osa, hanno presentato una denuncia alla Procura di Roma.Antonio Porto, segretario generale nazionale di Osa polizia, è uno dei firmatari della denuncia, e ci spiega che: «Proprio grazie all’esperienza di appartenenti alle forze di polizia è stato normale decidere di andare tecnicamente a fondo di tutta questa vicenda. Per questo è necessario che l’indagine sull’ex ministro Roberto Speranza venga autorizzata». Purtroppo infatti, manca ancora un passaggio. I reati contestati risalgono al periodo in cui Roberto Speranza era in carica come ministro, e quindi l’indagine per avviarsi ha bisogno del benestare del Tribunale dei ministri. Entro 90 giorni si esprimerà per dare il via libera o bloccare tutto. L’augurio è, ovviamente, che nulla ostacoli questa indagine, come sottolinea anche Pasquale Valente, promotore del sindacato Finanzieri democratici: «È uno spiraglio di giustizia che però non deve essere offuscato, ci auguriamo che la giustizia faccia il suo corso in piena libertà da ogni altro potere dello Stato, e mi riferisco proprio al potere politico che speriamo non influisca».Il pericolo infatti è proprio quello, se da un lato l’indagine su Nicola Magrini segue la via canonica e quindi è già iniziata, per Speranza le regole sono diverse e c’è maggior tutela. La posizione dell’ex titolare della Salute verrà infatti valutata dal tribunale dei ministri, una sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i reati commessi dal presidente del Consiglio e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni. «Dopo essere stati umiliati, ostracizzati, trattati come malati immaginari - ci racconta Giada Maslovaric, psicoterapeuta membro del direttivo del Comitato Ascoltami - ora i danneggiati meritano verità e giustizia, perché le omissioni e le bugie che sono venute fuori grazie all’inchiesta giornalistica non possono più essere ignorate. E questo a beneficio di tutti gli italiani, perché la verità e la giustizia sono per tutti, non soltanto per chi ha avuto effetti avversi».Tra quei documenti consegnati alla Procura di Roma c’è anche uno, forse il più terribile di tutti, a firma di Nicola Magrini. Da una ricerca interna all’Aifa a marzo 2021, emerge «un eccesso di mortalità cardiovascolare», come scrivono gli esperti, dovuto al vaccino Astrazeneca. Ma Nicola Magrini, l’ex direttore generale dell’Agenzia decide di mettere tutto a tacere scrivendo: «Mi sembra tutto troppo, troppa enfasi a eventi non correlati. Così si uccide questo vaccino». Così si uccide questo vaccino. E le persone invece? Salvare il vaccino evidentemente sembrava più importante che salvare gli esseri umani. Per questo, mentre gli esperti dell’Aifa segnalavano su Astrazeneca un eccesso di mortalità cardiovascolare, nessuna informazione sui rischi e sui pericoli veniva fornita a chi andava a vaccinarsi. Secondo la nota regola, scovata sempre in uno di quei documenti interni: «Bisogna imparare a non rispondere».Ora però le risposte, il Comitato Ascoltami, i sindacati di polizia e della Guardia di finanza, le esigono, perché, come ci dice il sindacalista Antonio Porto: «Noi, ma credo tutto il popolo italiano si aspetta che questa indagine vada avanti e non venga fermata dal Tribunale dei ministri, perché se così non fosse rischieremmo di concedere alla politica la licenza di uccidere».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)