2023-10-22
«Un errore la cedolare secca al 26%. Non produrrà gettito, ma solo nero»
Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa (Imagoeconomica)
Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, boccia l’intervento sugli affitti brevi: dall’aumento pochi milioni e più rischi.Il testo definitivo non è ancora stato pubblicato, ma l’articolo 19 della legge di Bilancio 2024 dal titolo «Modifiche alla disciplina fiscale sulle locazioni brevi e sulle plusvalenze in caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili», con ogni probabilità, contiene una norma che dovrebbe far aumentare di alcuni punti percentuali la cedolare secca per gli affitti brevi. Secondo il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, se l’indiscrezione fosse vera, si tratterebbe di un vero e proprio autogol da parte del governo. Cosa vi aspettate da questa norma contenuta nella manovra? «Al momento si tratta ancora di indiscrezioni, perché la legge di Bilancio è stata approvata senza testi definitivi. Di certo noi speriamo che si tratti ancora di una indiscrezione infondata quella dell’aumento della cedolare secca dal 21 al 26%. Un’ipotesi che gli uffici del governo possono aver prospettato all’esecutivo, ma che potremmo anche non leggere nel testo della manovra. Ad ogni modo, si tratterebbe di una scelta del tutto sbagliata, perché introdurrebbe un aumento della tassazione, del tutto incoerente con quanto detto finora dal governo. Sarebbe, poi, una cosa incomprensibile. Bisogna capire quale potrebbe essere l’intento. Se l’obiettivo fosse quello di ottenere più gettito, si tratterebbe di una operazione masochistica perché la norma attirerebbe le critiche che si è già tirata senza ottenere una quantità rilevante di nuove entrate fiscali».A quanto dovrebbe ammontare il gettito aggiuntivo generato dalla norma? «Noi ipotizziamo poco più di una decina di milioni di euro. Nella relazione tecnica del decreto-legge del 2017 che era intervenuto sugli affitti brevi c’era scritto che i canoni di questi affitti ammontavano a 221 milioni di euro l’anno. Se si applica a questa somma l’aumento di aliquota di cinque punti si arriva a un incremento di gettito di circa 11 milioni di euro. Viene solo da sorridere nel parlarne, perché sarebbe una cifra esigua che però stimolerebbe varie forme di elusione fiscale o un importante aumento del nero. Se, invece, la finalità, è quella di disincentivare gli affitti brevi a favore degli albergatori, concetto non condiviso dal vicepremier Salvini, anche in questo caso la sensazione è che non si colga nel segno. L’effetto sarebbe solo quello di stimolare operazioni elusive e di spingere lo spostamento di titolarità di immobili da uno all’altro. E sarebbe ancora più sbagliato, come emerso da alcune indiscrezioni giornalistiche, se l’aumento della cedolare secca fosse previsto solo a partire dal secondo immobile in locazione e non dal primo. Si verrebbe a creare quasi una catalogazione tra ricchi e poveri, come se chi possiede più di una casa in affitto fosse ricco. Il presidente Berlusconi, se fosse ancora vivo, si ribellerebbe a questa cosa. Lui aveva introdotto la cedolare secca nel 2011 con l’intento di realizzare una misura semplice e in grado di disincentivare il nero. Questa norma smentirebbe del tutto questi intenti».Quindi le risulta che la prima casa locata resti al 21% e la seconda al 26% di cedolare secca? «A me non risulta, ho solo letto di indiscrezioni su questo. Spero ancora che si tratti di foglietti finiti sul tavolo degli uffici ministeriali e non di scelte del governo. Se fosse una scelta dell’esecutivo sarebbe davvero preoccupante».Il punto è che lo Stato non dovrebbe decidere come un cittadino possa mettere a reddito un immobile di proprietà. No? «Se la finalità di tutto questo è quella di disincentivare, si tratta di una osservazione corretta. La proprietà privata va rispettata. Se, invece, si vogliono fare più soldi, anche in quel caso non sarebbe una mossa corretta. Ricordiamoci, poi, che gli affitti brevi non sono solo turistici. Ci sono anche quelli con finalità lavorativa o assistenziale per chi si trova in ospedale. Bisogna vedere come verrà redatta la norma».
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.