2018-10-06
Sparatoria durante un inseguimento: due carabinieri accusati di omicidio
Una banda svaligia una tabaccheria a Ponte Felcino, frazione di Perugia, e fugge tallonata dai militari e da un vigilante: muore un albanese. Indagata anche la guardia giurata. Il sostegno di Matteo Salvini: «Non meritano un processo ma un premio».Sparano e uccidono un ladro in fuga. E per questo finiscono indagati per omicidio colposo. È questa l'amara sorte per due carabinieri e una guardia giurata che stavano svolgendo il loro dovere. Tra mercoledì e giovedì notte una banda di ladri albanesi forza una tabaccheria a Ponte Felcino, frazione di Perugia, la saccheggia fugge con un'Audi A6. Sono in tre o quattro, con il volto coperto da un passamontagna, e pensano di passarla liscia, ma la fortuna non è dalla loro parte: si ritrovano incastrati tra l'auto di una guardia giurata e una gazzella dei carabinieri.Il metronotte cerca di ostacolare la fuga dell'Audi, ma i ladri non si fanno scrupoli a travolgere la sua auto e a proseguono nella loro corsa. A questo punto i carabinieri, dopo aver intimato l'alt, sparano (secondo i primi rilievi della scientifica, sarebbero partiti sei colpi). I proiettili centrano il lunotto che si sbriciola e uno dei ladri seduti sui sedili posteriori viene raggiunto al capo da un proiettile. Il sangue bagna il passamontagna e il colpo si rivela fatale. I tre compagni decidono di abbandonare l'Audi, il bottino (sigarette, gratta e vinci e soldi) e il corpo esanime di Eduart Kozi, 50 anni, che viene ritrovato intorno alle otto del mattino, circa quattro ore dopo la morte.Gli albanesi proseguono la loro fuga (sono ancora ricercati), ma nello stesso tempo si mette in moto la macchina giudiziaria: i due carabinieri vengono indagati per omicidio colposo determinato dall'eccesso colposo di legittima difesa. Nel registro degli indagati viene iscritta anche la guardia giurata. Secondo i primi esami, il proiettile mortale proverrebbe dalle armi dei carabinieri, e avrebbe colpito Kozi di rimbalzo. Il capo pattuglia, sentito dal sostituto procuratore, ha detto di aver cercato di bloccare l'Audi con la sua macchina, e di aver aperto il fuoco mirando alle gomme solo quando i malviventi hanno cercato di speronare l'auto della guardia giurata. In anni passati la vicenda sarebbe proseguita con il faticoso iter giudiziario dei carabinieri e del metronotte ormai trasformati in imputati, ma la trama riserva una sorpresa: è intervenuto il ministro dell'Interno, che con un post su Facebook si è schierato senza se e senza ma dalla parte dei tutori dell'ordine. «Carabinieri e guardia giurata, che hanno rischiato la vita, hanno solo fatto il loro dovere: non meritano un processo, semmai un premio», ha scritto Matteo Salvini. Due righe che contengono il germe dell'ennesimo conflitto tra poteri della Repubblica, ma che suscitano un consenso quasi plebiscitario tra i commentatori del social network. La forza comunicativa del messaggio di Salvini consiste nel dire da una posizione istituzionale quello che quasi tutti in Italia pensano. Da un lato vi sono dei criminali in guanti e passamontagna, dall'altra i carabinieri che hanno agito perseguendo il compito che la società gli assegna: arrestare i ladri.Sulla stessa linea anche Riccardo Augusto Marchetti, deputato umbro della Lega: «Quanto accaduto a Ponte Felcino riflette a pieno la vergogna tutta italiana ereditata dai precedenti governi di centrosinistra in base alla quale chi lavora per garantire ordine e sicurezza è meno tutelato rispetto a chi delinque. Che legge è quella che punisce la guardia e tutela il ladro?», ha detto. «Cos'altro avrebbero dovuto fare gli agenti per fermarli? La Lega è - e sempre sarà - dalla parte delle forze dell'ordine e di chi difende i cittadini».Sulla linea opposta sembra invece schierarsi Giacomo Leonelli, consigliere del Pd alla Regione Umbria: «Quanto successo in questi pochi giorni non accadeva a Perugia dal 2012. Ma questi fatti dimostrano tristemente che la propaganda e la speculazione politica non servivano in passato a risolvere questo genere di problemi e non servirebbero oggi: questo è invece il momento di restare uniti e lavorare insieme per il bene è la sicurezza della nostra città», ha detto.Certo, in anni passati la posizione degli agenti sarebbe stata più difficile, oggi la mentalità sta cambiando. Il pubblico ministero nelle sue prime dichiarazioni circoscrive il capo di imputazione. Non si tratterebbe di un'azione dolosa, semmai l'ipotesi contestata è quella di omicidio colposo. Pur avendo avuto una giustificazione nel loro modus operandi, i carabinieri avrebbero superato i limiti del consentito. Il pm esclude però il dolo, la volontà di uccidere.Dopo le parole di Salvini il caso da giudiziario diventa politico. «Il premio» virtuale conferito via social ai carabinieri da Salvini cade nelle stesse ore della firma posta con mano titubante dal presidente Sergio Mattarella al decreto sicurezza e dell'annuncio dello stesso ministro dell'Interno: mai più risarcimenti ai criminali colpiti «nell'esercizio» delle loro funzioni.
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci durante un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles.