2023-10-31
L’«eroe degli umili» ora abbandoni il posto alla Camera: non è più credibile
Aboubakar Soumahoro (Getty Images)
Il deputato rossoverde non si è accorto che in casa sua si faceva la bella vita con i soldi dei profughi: non c’è privacy che tenga.Altro che diritto al lusso, come ebbe a dire l’onorevole con gli stivali (il giorno dell’insediamento alla Camera, Soumahoro si presentò con le suole infangate, non si sa se per rappresentare la melma parlamentare o per ricordare i braccianti, categoria di cui si è erto a paladino). La vita scintillante che Lilliane Murekatete esibiva sui social, tra alberghi e ristoranti, con indosso vestiti firmati, gioielli e borse griffate, era finanziata con i soldi dei poveracci che la cooperativa, da lei guidata insieme alla madre e al fratello, accoglieva. La magistratura aveva già accertato le condizioni in cui erano tenuti gli immigrati nelle strutture gestite dal terzetto. Si va dal sovrannumero di ospiti, alle stanze fatiscenti, alle condizioni igieniche carenti. Nessuno si incaricava della disinfezione degli alloggi, niente derattizzazione e zero deblattizzazione, mentre il riscaldamento era «assente o inadeguato». Mancava l’acqua calda, il cibo era insufficiente e la conservazione delle carni scarsa, per poi non parlare della presenza di umidità e di muffa negli edifici. Insomma, quella che avrebbe dovuto essere una struttura modello, gestita da una famiglia immigrata dal Ruanda, dunque apparentemente sensibile al tema dell’accoglienza, anche perché in famiglia c’era un deputato ivoriano impegnato in difesa degli oppressi, era invece un luogo indecente di sfruttamento e appropriazione indebita.Secondo quanto appurato dagli inquirenti e ribadito dal gip nell’ordinanza di custodia cautelare, gli ospiti venivano fatti vivere in condizioni offensive dei diritti e della dignità delle persone. Con i soldi che lo Stato pagava, e che avrebbero dovuto essere sufficienti a garantire un trattamento adeguato ai richiedenti asilo, la moglie di Soumahoro, insieme con i congiunti, si garantiva una vita a cinque stelle. L’ordinanza riporta le spese sostenute con le carte di credito delle cooperative che facevano capo al terzetto. Un elenco lungo 118 pagine in cui spunta di tutto. Moltissimi soggiorni in hotel, in Italia e all’estero, una sfilza di conti di ristoranti lungo la costa laziale, e poi acquisti in enoteca e pasticceria. Ma il meglio riguarda le spese in gioiellerie e nei negozi di moda e biancheria intima, per non parlare dei centri estetici, in uno dei quali gli investigatori hanno rintracciato una commessa che ha riconosciuto una fotografia della moglie di Soumahoro, ricordando di aver servito la signora applicandole le extension delle ciglia. Per il giudice delle indagini preliminari lei, in combutta con madre e fratello, si sarebbe resa responsabile di numerose distrazioni di denaro. Anche se la donna rivendica di aver avuto un ruolo secondario e di non aver mai preso alcuna decisione, i magistrati hanno portato una corposa documentazione a riprova delle direttive impartite, provando che pur mostrandosi sui social mentre era impegnata con borsette e capi firmati, oltre che in soggiorni in alberghi di lusso, la moglie del deputato con gli stivali sporchi di fango «era attivamente coinvolta nella gestione della cooperativa, svolgendone effettive attività di direzione e controllo». Come sia finita è noto, ovvero con un buco di bilancio nel quale sono spariti milioni. Il gip ha documentato stanziamenti pubblici a favore del centro di accoglienza superiori ai sei milioni l’anno e, nella speranza di recuperare qualche cosa, ha disposto il sequestro dei conti degli arrestati. Tornando al deputato di Alleanza rossoverde, un anno fa piangeva denunciando un complotto contro di lui. Oggi, l’ipotesi della congiura contro il capo dei braccianti extracomunitari è stata spazzata via e restano solo due domande. La prima è la seguente. Preso atto che egli giura di non essere mai stato a conoscenza del malaffare e dunque di non essersi mai chiesto da dove arrivassero vacanze e capi griffati della moglie, come può Soumahoro farsi paladino degli umili se in casa aveva qualcuno che faceva affari sulla pelle degli umili? La seconda è ancor più semplice: quando si è saputo dell’inchiesta della magistratura, l’onorevole dichiarò che se ne fosse stato a conoscenza non si sarebbe candidato. Ma oggi che cosa gli impedisce di dimettersi? Soprattutto, con quale coscienza lui, che denunciava gli abusi, ora invoca la privacy?
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson