2022-02-19
Giorgio Armani: «Sono orgoglioso, apro il più grande negozio “per tutti” nella mia Milano»
Giorgio Armani (courtesy Giorgio Armani)
Lo stilista: «È il principale store a prezzi accessibili d’Europa. I vestiti si fanno per essere indossati, spesso lo si dimentica».Italia-America. O meglio, Milano-New York, due città simbolo per Giorgio Armani. Se nel 1981 apre a Milano il primo negozio Emporio Armani con il simbolo dell’aquilotto, nel 1991 è la volta del primo negozio A|X Armani Exchange a New York, antesignano del fast fashion. Se nel 1982 il Time gli dedica la copertina con il titolo «Giorgio’s Gorgeous Style», lo strepitoso stile di Giorgio, il Comune di Milano gli conferisce l’Ambrogino d’oro (e ribatte Washington nel 1994 allorché l’allora presidente Clinton gli consegna il Lifetime Achievement Award for The Arts and Fashion). D’altronde, era Armani stesso, nel 1985, a dire «sono stato scoperto dagli americani». Un ping-pong tra le due città che ora vede in pole position Milano con l’apertura, dopo oltre 30 anni, di A|X Armani Exchange, primo negozio in Italia, il più grande e rappresentativo d’Europa: 480 metri quadri su due livelli situati in una parte di un edificio ideato da Giò Ponti e ora progettato da Giorgio Armani con il suo team di architetti. Lo spirito inclusivo e democratico del nuovo negozio è evidenziato dalla scelta della location, Corso Vittorio Emanuele II, a pochi passi da piazza San Babila, luogo di shopping e di aggregazione multigenerazionale. Anche il team del negozio è stato selezionato in modo dinamico, rendendo pubblica e aperta a tutta la città la ricerca, attraverso un’attività di affissioni e una campagna social, con lo slogan I need you. Nel 2000 A|X è tra i primi marchi di moda a utilizzare l’e-commerce con il lancio del proprio sito negli Stati Uniti. Non solo. Nel 2004, Armani, precorrendo come sempre i tempi, sosteneva d’essere l’unico designer al mondo con cinque brand diversi le cui fasce di prezzo permettevano a tutte le donne di vestirsi con i suoi capi. Un modo di vedere la moda che si ritrova anche nella collezione A|X Armani Exchange, capi e accessori accessibili e versatili, per un pubblico trasversale, senza distinzioni di genere, età e provenienza. Un evento, l’apertura, che permette alla Verità di parlare direttamente con il grande stilista.Cosa significa per lei moda inclusiva e democratica?«Significa moda per tutti, partendo dal prezzo più accessibile, proseguendo nel tipo di proposta, più essenziale, senza mai sacrificare le componenti estetica e qualitativa, che per me sono prioritarie. Quindi, un grande lavoro di ricerca per declinare la mia visione in un linguaggio immediato, metropolitano. Lavoro di semplificazione, e di grafiche ad alto impatto visivo».Sono le nuove generazioni a dettare lo stile?«I giovani sono da sempre il più avanzato laboratorio dello stile, ma oggi osservo un generale abbattimento di barriere e di codici, per cui tutto si mescola. Mai come oggi essere giovani è un fatto mentale più che anagrafico».Con l’avvento dei social è cambiato il linguaggio della moda?«Con l’avvento dei social la moda è diventata sempre più un fenomeno di intrattenimento, ma anche uno strumento di aggregazione. Ci sono vantaggi e svantaggi in tutto questo, ma l’aspetto più interessante e stimolante è la possibilità di raggiungere capillarmente il pubblico con il proprio messaggio. Non bisogna però dimenticare di fare i vestiti che la gente poi indossa davvero. A volte mi pare che sia l’ultima delle priorità».Un ritorno a Milano con A|X Armani Exchange.«Ogni progetto che riguarda Milano, per me, ha un significato speciale. Il mio mondo non ha confini, ma il suo centro è qui. Questa apertura rappresenta un passo importante nella storia del Gruppo Armani e nell’evoluzione di A|X Armani Exchange, la linea nata nel 1991 e da sempre in sintonia con il mondo dei giovani, il più dinamico dei marchi del nostro portfolio».La location ha più significati.«Corso Vittorio Emanuele II mi è sembrato il luogo perfetto per l’apertura del primo negozio in Italia: un’arteria il cui potere di richiamo per generazioni diverse di consumatori perdura nel tempo, il cui fascino attira un pubblico eterogeneo per età, provenienza, inclinazioni. L’atemporalità, per me, è importante, così come l’inclusione, che qui si realizza appieno. Sono orgoglioso di questo nuovo spazio, non solo perché è il più grande tra quelli aperti in Europa, ma perché testimonia il dialogo costante con la gente, al quale tengo oggi più che mai». Da dove trae origine il nome?«Nel 1991 ho avuto un’intuizione, e l’ho chiamata A|X. Prendendo ispirazione dalla realtà della strada, prima che diventasse uno dei tanti trend, ho creato una linea d’abbigliamento “facile”, dai prezzi accessibili, per le nuove generazioni e per chi è giovane di spirito. Quest’idea continua oggi nell’abbigliamento e negli accessori al passo col ritmo veloce della strada, fedeli alla spontaneità e all’energia che fanno parte del Dna Armani».