2022-09-07
Società a rischio crac, ma il governo vuol tassare gli extraprofitti al 50%
Situazione paradossale: anche se la misura si è rivelata un flop a causa dei mancati incassi, il Tesoro studia un balzello maggiore. Presto però rischia di dover intervenire con i salvataggi per evitare fallimenti a catena.Nelle ore in cui a Via XX Settembre i tecnici del Mef stanno raschiando il fondo del barile alla ricerca anche dell’ultimo spicciolo per finanziare il nuovo decreto Aiuti, è ormai una certezza il flop del gettito del «contributo a titolo di prelievo solidaristico straordinario» sugli extraprofitti delle imprese del settore energetico. La possibilità di ravvedimento offerta entro il 31 agosto dovrebbe aver portato poco più di 500 milioni nelle casse statali, facendo salire l’incasso totale a circa 1,5 miliardi. Davvero poco rispetto ai 4,2 miliardi previsti per l’acconto del 40%.È subito partita la caccia all’evasore, in un clima che non è ancora quello dei processi farsa guidati dal feroce procuratore dell’epoca staliniana Andrei Vysinskij, ma che promette di peggiorare rapidamente. Ha cominciato il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, evidentemente nostalgico degli espropri proletari degli anni Settanta, proponendo di «utilizzare quella grande massa di extraprofitti delle aziende energetiche, stimati in 40-50 miliardi, anziché fare nuovo debito con lo scostamento di bilancio». Ha incalzato ieri il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri, secondo il quale «il Mef deve identificare chi non paga la tassa sugli extraprofitti. Molte aziende hanno impugnato quel provvedimento: rispetto ai 10 miliardi previsti è arrivato solo un miliardo e mezzo, qualcuno dice perché il decreto è stato scritto male». Un’idea simile era stata avanzata qualche giorno fa anche dal leader del M5s, Giuseppe Conte. Da più parti, per compensare la perdita di gettito si è avanzata la proposta di aumentare l’aliquota dal 25% al 50%. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha proposto anche il 100%.Ma uscendo dal clima da bar dello sport tipico della propaganda elettorale, che vede all’opera circa 60 milioni di novelli fiscalisti, e guardando la realtà, le cose stanno ben diversamente. Come ha spiegato al Sole 24 Ore Francesco Gattei, cfo dell’Eni, a proposito dell’aumento dei profitti del Cane a sei zampe, «gran parte di quel risultato Eni l’ha fatto vendendo all’estero petrolio e gas come produttore. Poi, certo, vendiamo gas anche in Italia e in Europa, ma la fetta maggiore di quel gas l’acquistiamo a prezzi indicizzati in gran parte al Ttf. Non abbiamo contratti magici a prezzi fissi e bassi siglati anni fa». Più in generale, le fonti dei presunti extraprofitti sono molto eterogenee e vanno distinti in primo luogo i soggetti che producono da quelli che commercializzano (all’ingrosso o al dettaglio) petrolio, gas o energia elettrica. Soprattutto questi ultimi possono avere scelto diversi profili di rischio per le loro attività di trading, con un utilizzo più o meno spinto degli strumenti di copertura, differenziati tra breve e lungo termine, mercato spot o a termine. Ammesso e non concesso che esista, è oggettivamente un fenomeno difficile da catturare e la scelta di farlo grossolanamente ricorrendo alla differenza degli imponibili attivi e passivi Iva registrati in due periodi è stata decisiva nel determinarne l’esito fallimentare. In altre parole, se si sceglie di calcolare una cosa difficile utilizzando un metodo grezzo, il risultato si avvicina allo zero. E non ha nemmeno molto senso ipotizzare aumenti di aliquota, perché se la base imponibile tende a zero, non c’è bisogno di un Nobel in matematica per calcolare che l’imposta tenderà anch’essa a zero.Allora non si può fare nulla? Niente affatto. Gli addetti ai lavori ricorderanno che in questo Paese siamo riusciti a calcolare, con metodi abbastanza comuni nella prassi aziendalistica, i profitti derivanti dall’utilizzo di beni immateriali come marchi e brevetti. Parliamo del cosiddetto «patent box», varato a fine 2014, che esentava dalla tassazione solo quella quota di profitto, riuscendo a isolarla dalla redditività «normale».Ma ci vuole tempo - che è esattamente ciò che mancava ai tecnici delle Finanze per fare un buon lavoro - e rispetto delle garanzie previste dallo Stato di diritto. Il calcolo dell’esenzione da «patent box» passava attraverso un contraddittorio tra contribuenti e Agenzia delle entrate che, per i grandi contribuenti, ha richiesto diversi mesi di incontri tra le parti per verificare le specificità dell’impresa e condividere il metodo appropriato. Invece c’era troppa fretta di inserire quelle entrate a bilancio.Inoltre, le correzioni in vista non affrontano un problema che costò la bocciatura della Robin tax da parte della Corte costituzionale nel 2015. Infatti questa imposta ha lo stesso difetto dell’addizionale Ires del 6,5%: non colpisce solo gli extraprofitti, ma l’intero reddito dell’impresa, peraltro calcolato male.Infine, tutta quest’ansia di fare gettito potrebbe presto fare i conti con le difficoltà finanziarie delle imprese del settore, perché prezzi così elevati richiedono ingenti investimenti finanziari per le coperture e per gli stoccaggi e le notizie di operatori a loro volta in difficoltà per i clienti insolventi sono ricorrenti.Insomma, lo Stato rischia di prelevare oggi, per restituire domani, in termini di minori imposte delle imprese ormai fallite o salvate con le garanzie pubbliche.È doverosa una profonda riconsiderazione della vicenda perché, almeno fino a quando ci sarà una Costituzione in questo Paese, gli espropri non dovrebbero essere possibili.
Foto @Elena Oricelli
Dal 6 dicembre il viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026 toccherà 60 città italiane tra concerti, sportivi e iniziative sociali, coinvolgendo le comunità in vista dei Giochi.
Coca-Cola, partner del viaggio della Fiamma Olimpica di Milano Cortina 2026, ha presentato le iniziative che accompagneranno il percorso della torcia attraverso l’Italia, un itinerario di 63 giorni che partirà il 6 dicembre e toccherà 60 città. L’obiettivo dichiarato è trasformare l’attesa dei Giochi in un momento di partecipazione diffusa, con eventi e attività pensati per coinvolgere le comunità locali.
Le celebrazioni si apriranno il 5 dicembre a Roma, allo Stadio dei Marmi, con un concerto gratuito intitolato The Coca-Cola Music Fest – Il viaggio della Fiamma Olimpica. Sul palco si alterneranno Mahmood, Noemi, The Kolors, Tananai e Carl Brave. L’evento, secondo l’azienda, vuole rappresentare un omaggio collettivo all’avvio del percorso che porterà la Fiamma Olimpica in tutta Italia. «Il viaggio della Fiamma unisce storie, territori e persone, trasformando l’attesa dei Giochi in un’esperienza che appartiene a tutti», ha dichiarato Luca Santandrea, general manager olympic and paralympic Winter Games Milano Cortina 2026 di Coca-Cola.
Come in altre edizioni, Coca-Cola affiancherà il percorso selezionando alcuni tedofori. Tra i nomi annunciati compaiono artisti come Noemi, Mahmood e Stash dei The Kolors, volti dell’intrattenimento come Benedetta Parodi e The Jackal, e diversi atleti: Simone Barlaam, Myriam Sylla, Deborah Compagnoni, Ivan Zaytsev, Mara Navarria e Ciro Ferrara. La lista include anche associazioni attive nel sociale – dalla Croce Rossa al Banco Alimentare, passando per l’Unione italiana dei ciechi e ipovedenti – a cui viene attribuito il compito di rappresentare l’impegno civile legato allo spirito olimpico.
Elemento ricorrente di ogni tappa sarà il truck Coca-Cola, un mezzo ispirato alle auto italiane vintage e dotato di schermi led e installazioni luminose. Il convoglio, accompagnato da dj e animatori, aprirà l’arrivo della torcia nelle varie città. Accanto al truck verrà allestito il Coca-Cola Village, spazio dedicato a musica, cibo e attività sportive, compresi percorsi interattivi realizzati sotto il marchio Powerade. L’azienda sottolinea anche l’attenzione alla sostenibilità: durante il tour saranno distribuite mini-lattine in alluminio e, grazie alla collaborazione con CiAl, sarà organizzata la raccolta dei contenitori nelle aree di festa. Nelle City Celebration sarà inoltre possibile sostenere il Banco Alimentare attraverso donazioni.
Secondo un sondaggio SWG citato dall’azienda, due italiani su tre percepiscono il Viaggio della Fiamma Olimpica come un’occasione per rafforzare i legami tra le comunità locali. Coca-Cola richiama inoltre la propria lunga presenza nel Paese, risalente al 1927, quando la prima bottiglia fu imbottigliata a Roma. «Sarà un viaggio che attraverserà territori e tradizioni, un ponte tra sport e comunità», ha affermato Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Milano Cortina 2026.
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Nicola Fratoianni, Elly Schlein e Angelo Bonelli (Ansa)