2021-09-19
Sms tra von der Leyen e l’ad di Pfizer. Il mediatore Ue apre un’indagine
Ursula von der Leyen (Ansa)
Alla Commissione non c'è più traccia dei messaggi, decisivi nel negoziato sulle forniture.Emily O'Reilly, il mediatore europeo, accende i fari su Ursula von der Leyen. La giornalista irlandese, eletta difensore civico dell'Ue nel 2013, vuole vederci chiaro sulla vicenda degli sms che, tra febbraio e la primavera scorsi, la presidente della Commissione si scambiò con Albert Bourla, ad di Pfizer. In seguito a una richiesta di accesso agli atti, infatti, l'esecutivo di Bruxelles aveva fatto spallucce, spiegando di non aver mai archiviato quei messaggi. Eppure, secondo il New York Times, che aveva ricostruito la vicenda alla fine di aprile, gli scambi individuali tra von der Leyen e Bourla erano stati determinanti per portare a termine l'accordo sulla fornitura di dosi di Comrinaty all'Ue, che proprio in quel periodo stava affrontando gravi problemi di approvvigionamento delle dosi. Astrazeneca, allora la casa farmaceutica su cui l'Europa aveva puntato la maggior parte delle sue fiche, aveva annunciato ritardi nelle consegne. E anche Pfizer, in gennaio, aveva dovuto tagliare le forniture, in seguito a intoppi nei suoi stabilimenti in Belgio. Secondo il quotidiano della Grande Mela, «questa diplomazia personale giocò un ruolo importante in un accordo», finalizzato ad aprile, «con cui l'Unione europea» si era assicurata «1,8 miliardi di dosi» del vaccino Comirnaty, prodotto dalla società americana insieme alla tedesca Biontech. Come ha sottolineato Politico, il mediatore O'Reilly, che ha indirizzato una missiva all'esecutivo comunitario, ha chiesto un incontro tra il suo team d'indagine e i funzionari della Commissione, per ottenere delucidazioni sulla loro «politica di conservazione dei messaggi di testo e su come tale politica sia attuata praticamente». L'ombudsman, inoltre, chiederà all'entourage della von der Leyen «se - e, se sì, come e dove - è andato alla ricerca di possibili messaggi di testo che ricadessero nella richiesta» dei soggetti che si sono rivolti al difensore civico. O'Reilly ha comunque in mente già da giugno una più ampia iniziativa, per verificare come le istituzioni europee tengano traccia delle comunicazioni istantanee e degli sms, per individuare buone pratiche da consolidare: «Sebbene non sia fattibile né desiderabile che i membri dello staff registrino tutti i messaggi di testo e istantanei inviati o ricevuti nello svolgimento delle loro mansioni», aveva precisato il mediatore, «le le norme europee impongono all'amministrazione dell'Ue di mettere a punto e conservare documenti relativi alle sue attività, per quanto possibile e in una maniera non arbitraria e prevedibile». Lo scopo ultimo è che il criterio di «stoccaggio» delle informazioni «non dipenda dal medium - lettere, email, messaggi di testo o istantanei - bensì dal contenuto» delle comunicazioni. Le quali, ovviamente, nel caso di una trattativa personale tra il capo dell'esecutivo di Bruxelles e l'amministratore delegato dell'azienda che fornisce vaccini all'Unione europea, sono più che rilevanti. Tra l'altro, già nel 2019, in patria, la von der Leyen era stata criticata per una disavventura molto simile. La pupilla di Angela Merkel, fino al luglio di quell'anno, era infatti rimasta al vertice del ministero della Difesa tedesco. Da lì, nel frattempo, era partito un mezzo scandalo, relativo ad alcuni lucrosi contratti affidati a consulenti esterni, apparentemente senza sufficienti controlli. La commissione parlamentare d'inchiesta che aveva passato al vaglio le carte sospettava che, a facilitare i discutibili accordi, fosse subentrato un network di relazioni personali. Curiosamente, uno dei due cellulari della von der Leyen, considerato dagli onorevoli addirittura una prova maestra, era stato completamente «ripulito». Nessuno ha mai insinuato che in alcuna delle due circostanze - l'affaire al ministero e il negoziato con Pfizer - si fosse verificata qualche irregolarità. Ma sbianchettando dispositivi mobili ed sms, di sicuro non si contribuisce a smontare le indimostrate illazioni dei soliti maliziosi.
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)
Francesca Albanese (Ansa)