2020-11-29
Sleepy Joe è una miccia per i Balcani
Donald Trump aveva disteso i rapporti tra serbi e kosovari. Il suo successore invece è un fan dei criminali di guerra albanesi e dell'ingresso nell'Ue di nazioni instabili e corrotte.L'elezione di Joe Biden alla Casa Bianca potrebbe cambiare in profondità gli equilibri geopolitici della regione balcanica, erodendo ulteriormente il rapporto tra Washington e Mosca.Innanzitutto, dall'era Trump esce sfacciatamente ammaccata la posizione transatlantica della Slovenia, i cui governi di sinistra, prima, non han saputo approfittare della presenza della connazionale Melania nelle stanze della Casa Bianca e il cui nuovo premier conservatore, Janez Janša, poi, ha ecceduto di entusiasmo nel sostenere Donald Trump nelle ore antecedenti le elezioni. Ma è soprattutto il processo di normalizzazione delle tensioni tra la Serbia e il Kosovo che rischia di regredire. Non patteggiando per alcuna delle parti, ricattando sia Pristina sia Belgrado e, dopo decenni di favoreggiamento statunitense degli albanesi, ricostruendo il dialogo con i serbi, il presidente americano era riuscito a far ripartire il dialogo tra le due parti. Donald Trump ha portato il presidente serbo, Aleksander Vučić, e il premier kosovaro, Avdullah Hoti, a firmare un accordo di normalizzazione dei rapporti commerciali alla Casa Bianca agli inizi di settembre. Pur mancando il momento, tanto agognato da Trump, del reciproco riconoscimento, si è trattato del maggiore successo diplomatico transatlantico nei Balcani dalla fine del conflitto nella ex Jugoslavia. Un risultato che diventa ancor più clamoroso se lo si considera raggiunto sull'onda dell'accusa di crimini di guerra, mossa ad agosto dal tribunale dell'Aia al presidente del Kosovo Hashim Thaci. Arrestato proprio in concomitanza con le elezioni americane, l'ex leader della milizia albanese Uck è stato da sempre sostenuto dalle amministrazioni americane, ma soprattutto dai coniugi Clinton e da Joe Biden.Se Donald Trump ha gestito le partite della regione con realismo politico e con una certa equidistanza tra i vari contendenti, Biden è il ritorno al passato. Da sempre dichiarato sostenitore delle ragioni albanesi, ha caldeggiato i bombardamenti americani sulla Serbia, i finanziamenti per le lotte intraprese dall'Uck in Kosovo e Macedonia e favorito la politica della Segretaria di Stato Hillary Clinton nell'appoggiare la formazione, caso unico al mondo, di tre Stati a favore di una sola etnia. Albania, Kosovo e Macedonia dovrebbero, secondo gli strateghi democratici, rappresentare, all'occorrenza, il potenziale embrione della Grande Albania per controbilanciare le eventuali, future, destabilizzazioni serbe della regione, nonché fungere da cuscinetto tra gli appetiti turchi, russi e tedeschi.Se cercando di risolvere il problema kosovaro Trump stava strizzando l'occhio a Vladimir Putin, tacitamente favorevole al riconoscimento serbo dell'indipendenza di Pristina per poter usufruire del precedente nella soluzione delle problematiche legate alle regioni indipendentiste ucraine, Biden difficilmente potrà fare altro che riconfermare la sua storica distanza nei confronti della Russia. Quello che nella regione a oriente di Trieste non cambierà certamente è il sostegno Usa al progetto dei Tre Mari, che dovrebbe interconnettere l'Europa centrale e i Balcani attraverso infrastrutture energetiche e logistiche capaci di diminuire l'influenza tedesca, russa e soprattutto cinese nel ventre molle del Vecchio Continente. Si tratta di un progetto rafforzato da Trump durante la sua presidenza ma lanciato da think tank liberali all'inizio del decennio.In Biden, poi, la Macedonia, l'Albania, il Kosovo e il Montenegro troveranno un sostenitore della loro celere ammissione nel club di Bruxelles. L'unica speranza è che prima si riesca a porre sotto controllo, nei Paesi candidati, la dilagante corruzione sistemica e a impostare degli standard minimi per il funzionamento dello Stato di diritto.