2025-09-18
Così la sinistra combatte l’odio: «Vi abbiamo già appeso per i piedi»
La commemorazione di Charlie Kirk in consiglio comunale a Genova. Nel riquadro, Claudio Chiarotti (Ansa)
In Consiglio comunale a Genova, incredibile frase dell’esponente del Pd alla capogruppo di Fratelli d’Italia che commemorava l’assassinio del giovane attivista conservatore negli Usa. Il dem poi costretto a scusarsi.L’odio alimenta l’odio, ma anche a maleducazione e incapacità politica stiamo bene. Neppure ventiquattr’ore dopo le parole di Sergio Mattarella sull’«odio che genera odio», un consigliere comunale del Pd di Genova ha inveito in aula contro una collega di Fratelli d’Italia urlandole: «Non dire cag…e, vi abbiamo già appesi per i piedi una volta». In un colpo solo, il compagno Claudio Chiarotti, questo il nome del cultore di storia patria, si è macchiato di discriminazione di genere e hate speech. Non male per un esponente del partito di Elly Schlein. Nel giro di poche ore, il Pd ha preso le distanze e lo stesso Chiarotti si è scusato.Ancora una volta a scaldare gli animi è stata l’uccisione di Charlie Kirk, l’attivista americano le cui idee di destra hanno prodotto un esemplare caso di vittimizzazione secondaria. Martedì l’opposizione di centrodestra aveva chiesto di poterlo commemorare nell’aula del consiglio comunale genovese. Ma la proposta era stata bocciata dalla conferenza dei capigruppo. Ieri mattina i consiglieri di opposizione se ne sono infischiati e in apertura di seduta si sono alzati in piedi tenendo in mano fogli con la scritta «Prove me wrong», ovvero «dimostrami che ho torto», il format escogitato da Kirk per la sua incessante attività politica nelle università Usa. Il vicepresidente d’aula, Francesca Ghio, ha provato a fermare la (piccola) protesta, formalmente irregolare quanto completamente innocua, ma è stato un consigliere della lista Salis, Filippo Bruzzone, ad attaccare con toni un po’ minacciosi: «Avete fatto una cosa illegittima e ve ne assumete la responsabilità». Gli ha risposto per le rime Alessandra Bianchi, capogruppo di Fdi, una vita nell’alta finanza e oggi amministratore delegato del Padova Calcio (serie B). «Preoccupatevi di che cosa c’era scritto su quel proiettile, vi che siete entrati qui cantando Bella Ciao», ha detto la Bianchi. A quel punto si è alzato Chiarotti, ex operaio e dirigente della Cgil, che ha cominciato a urlare contro la collega e ha sparato uno slogan vietato persino allo stadio o nelle assemblee sindacali più infuocate: «Non dire cag…e, vi abbiamo già appesi per i piedi una volta». Ogni riferimento a Piazzale Loreto era puramente voluto. La frase è stata pronunciata a microfoni spenti, ma è stata comunque captata nell’audio della registrazione della seduta del consiglio comunale.La reazione di Fdi è stata immediata. Una dura nota ha accusato il centrosinistra di «aizzare un clima d’odio già presente», non risparmiando neppure una donna e confermando che «la sinistra alimenta il clima di intolleranza nei confronti di chi non è allineato al pensiero unico». Mentre l’ex vicesindaco Pietro Piciocchi, candidato del centrodestra battuto da Silvia Salis, invocava le scuse e le dimissioni del consigliere democratico Chiarotti.Il sindaco del Pd non ha perso tempo a scaricare il compagno: si è subito dissociata dalle sue parole e ha chiesto pubbliche scuse: «Ha sbagliato, ha detto una cosa grave». E così il Chiarotti ha provato a chiudere la faccenda, affermando: «Sono andato sopra le righe, chiedo scusa, la mia affermazione non era riferita a qualcuno in quest’aula, non ho avuto il filtro di fermarmi. Rivendico il mio essere antifascista e non penso che qui dentro ci siano dei fascisti». Parole pronunciate dai banchi della maggioranza. Alla fine, il centrosinistra, per colpa sua, si è dovuto beccare anche la ramanzina di Edoardo Rixi, viceministro della Lega e genovese doc: «La Resistenza è un bene comune di tutti, la pietra miliare su cui si fonda la democrazia italiana. Chi la usa come arma di parte sceglie di colpire l’intera comunità. Chi oggi fa il moralizzatore esausto pontificando sui ‘valori democratici’ ma poi usa un linguaggio che richiama minacce, violenza e squadrismo verbale, non è diverso dai “cattivi maestri” di triste memoria».Al di là dell’episodio in sé, colpisce che sia accaduto proprio mentre la sinistra era impegnata a negare un clima d’odio. Sabato scorso, alla festa dell’Udc, Giorgia Meloni aveva avvertito: «C’è un clima di odio insostenibile anche in Italia, la Sinistra smetta di minimizzare». La Schlein le aveva risposto indispettita: «È la Meloni che è irresponsabile, così ci mette il carico». Poi era toccato al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, evocare un clima da Brigate Rosse, subito smentito dai figli di alcune vittime degli Anni di Piombo. In un paese normale, la disputa sarebbe finita con l’appello alla calma rivolto da Mattarella martedì. Citando Martin Luther King, il capo della Stato aveva ricordato a Colleferro, commemorando Willy Montero Duarte, che «l’odio moltiplica l’odio e la violenza moltiplica la violenza». Le sue parole devono essersi fermate a Genova Nervi.C’è poi un corollario decisamente meno grave, ma parecchio imbarazzante, alla triste giornata di Palazzo Tursi. Il consiglio comunale di martedì sulle linee programmatiche della giunta Salis si era chiuso in anticipo alle 17,30, perché in serata il sindaco ha festeggiato i 40 anni con una scintillante festa al Palazzo della Borsa. L’accordo con le opposizioni era di riprendere ieri alle 9 in punto. Solo che a quell’ora mancavano diversi consiglieri di maggioranza, forse appesantiti dalle libagioni, e l’opposizione ha dato battaglia sul numero legale. Dopo un po’ di litigi, la seduta è comunque cominciata, pur con alcune defezioni. Una seduta in più, che andrebbe in qualche modo addebitata alla festeggiata. In ogni caso, ci ha poi pensato il partigiano Chiarotti a rovinare il compleanno della Salis.
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