2024-01-29
Sinistra basita: la Cuccarini non è omofoba
Era stata «marchiata» perché aveva detto di non condividere alcune rivendicazioni del mondo arcobaleno. Ora viene riabilitata da un’intervista sul quotidiano di largo Fochetti perché ha una figlia lesbica. Però difende la famiglia, smontando gli stereotipi dem. Sembra che Lorella Cuccarini sia di nuovo la più amata dagli italiani, progressisti compresi. Il volto sorridente della regina delle showgirl campeggiava ieri sulla prima pagina di Repubblica e nell’intervista collegata si sprecavano i toni zuccherosi e celebrativi: «Cinquantotto anni da Wonder woman quattro figli, l’impegno ad Amici, le ultime recite di Rapunzel, la bionda nemica dei carboidrati sarà al Festival di Sanremo, sul palco dell’Ariston accanto ad Amadeus nella serata dei duetti il venerdì». Una descrizione all’altezza della diva.Niente di strabiliante, in teoria: la Cuccarini è un monumento vivente alla cultura pop italica, sta nell’ordine delle cose che i cronisti la riveriscano almeno un po’. Colpisce, tuttavia, tanta ammirazione da parte di Repubblica, che fino a poco tempo fa non la trattava esattamente con i guanti, anzi. Nel gennaio 2019, ad esempio, le riservava questo titolo irridente: «La sovranista Lorella Cuccarini: la più amata da (prima) gli italiani». Poco tempo dopo, di fronte alla possibilità di un suo ritorno in Rai, il quotidiano scriveva malizioso: «Poletti, Cuccarini e Setta: i tre nomi della Rai 1 sovranista».L’astio si sprecava e le frecciatine non mancavano. E non solo da parte di Repubblica, a dire il vero. Da sinistra, fino all’altro giorno, era tutto un malignare, un guardare con disprezzo la stella catodica passata al nemico. Tutto perché sui social Lorella se n’era uscita con qualche ragionamento un po’ troppo destrorso e aveva addirittura rincarato la dose in una intervista alla Verità. Parlando con il nostro giornale, ormai qualche anno fa, si era definita sovranista, aveva criticato il fanatismo europeista, si era dichiarata ammiratrice di Marcello Foa e Alberto Bagnai. Più o meno nello stesso periodo, aveva rilasciato dichiarazioni sdegnate sui fatti di Bibbiano, si era espressa in difesa della famiglia e aveva fatto sapere di non essere entusiasta delle adozioni omosessuali. Da lì a venire etichettata come razzista, omofoba e bigotta è stato un lampo. Gli editorialisti blasonati la citavano con sufficienza e un filo di compassione, la rivale Heather Parisi coglieva l’occasione per ravvivare le antiche frizioni e accusarla di essere, appunto, ostile al mondo arcobaleno.Ma ecco che, quasi all’improvviso, la Lorella nazionale riappare in grande spolvero e tra gli applausi sul piedistallo sinistrorso. Che è accaduto? Che lei abbia cambiato opinioni non risulta e non sembra nemmeno che abbia abiurato. Probabilmente a garantirle il perdono istituzionale è stato l’argomento dell’intervista concessa ieri: il rapporto con la figlia lesbica. Il titolo parlava chiaro: «Difendo mia figlia libera di amare una donna». Tanto è bastato per riabilitarla.Ed è esattamente qui che si palesano l’allucinante ipocrisia e la sconcertante pochezza del dibattito italiano. La Cuccarini - pur non avendo mai detto nulla di violento contro gli omosessuali - è stata accusata di omofobia semplicemente perché aveva mostrato di non condividere alcune rivendicazioni degli attivisti Lgbt. Omofoba, insomma, non lo è mai stata ma l’hanno dipinta come tale, e adesso sembrano stupirsi che non lo sia davvero. Alla giornalista di Repubblica che le domanda del rapporto con la figlia, Lorella dà la risposta migliore possibile: «La cosa che mi ha colpito è che sia sembrata sconvolgente la mia reazione. Poi ci sono situazioni difficili, ma non posso pensare che un genitore non abbracci un pensiero di libertà. I miei figli sono nati liberi e Chiara dice quello che pensa e che prova. Io la amo e sono con lei, una madre vuole i figli felici. Il valore più grande è la famiglia».In quattro frasi, la showgirl ha smontato un cartello retorico. Ha dimostrato, con le parole e con i fatti, che difendere la famiglia e avere visioni più o meno conservatrici non significare essere razzisti e odiatori. Chi maltratta un figlio perché omosessuale è un individuo violento e deprecabile a prescindere dalle convinzioni politiche e religiose. Il problema è che, ormai da parecchio tempo, la correttezza politica sinistrorsa ha furbescamente imposto una scorrettissima sovrapposizione tra politica e morale. Si presentano come «diritti» quelle che in realtà sono istanze delle associazioni arcobaleno, la qual cosa rende impossibile ogni dibattito: un diritto non si discute, va riconosciuto e basta; una rivendicazione politica, invece, per definizione è discutibile e si può anche rigettare. Se però ogni richiesta viene presentata come diritto, allora chi non è d’accordo diviene automaticamente un intollerante che calpesta la dignità altrui. Anche se non odia, maltratta o discrimina nessuno viene presentato come un odiatore, e spesso la sua carriera ne risente.Ecco perché molto spesso vip e artisti evitano di esporsi su temi «di destra»: temono ripercussioni che sicuramente arriveranno. Ci auguriamo che la Cuccarini non debba mai rimangiarsi le frasi di qualche anno fa. Comunque sia, il suo esempio rimane un ottimo antidoto alla mistificazione e mostra che l’amore di una madre è, quello sì, un diritto a cui nessuno dovrebbe mai rinunciare.
Jose Mourinho (Getty Images)