
Ekrem Imamoglu è finito in manette per presunti casi di corruzione e legami con il Pkk. È il principale oppositore di Erdogan. Protesta degli studenti universitari. Ue in ansia.Istanbul è avvolta in una atmosfera surreale da quando la polizia ha arrestato il sindaco Ekrem Imamoglu e diverse centinaia di persone fra politici, giornalisti e uomini d’affari per presunta corruzione e terrorismo. Secondo le accuse, tutti gli arrestati avrebbero tramato con il Pkk, il partito comunista curdo ritenuto un’organizzazione terroristica da Ankara.Il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan ha vietato fino al 23 marzo ogni tipo di manifestazione, ma questo non ha fermato gli universitari che, in diverse centinaia, hanno protestato per l’arresto del primo cittadino. Davanti alla grande Università di Istanbul , la polizia, in assetto antisommossa, ha disperso gli studenti che manifestavano non soltanto per l’arresto di Imamoglu, ma anche per la revoca della sua laurea da parte dell’ateneo, una mossa che gli impedisce ogni tipo di candidatura. Le proteste si sono estese anche al commissariato di polizia dove è stato portato il politico, mentre molti altri cittadini si sono radunati davanti alla sede del Partito popolare repubblicano (Chp), la principale formazione politica di opposizione che vede nel sindaco di Istanbul il suo uomo più rappresentativo.Ekrem Imamoglu adesso dovrà rimanere in carcere per un minimo di quattro giorni, ma rischia una condanna pesante. il portavoce del Chp, Deniz Yücel, ha tuonato parlando con La Verità: «Chiediamo a coloro che stanno cercando di prendere in ostaggio il Paese di non scappate dalle urne ma di combattere con coraggio. Chiediamo a tutta la nostra nazione: incontriamoci alle urne delle elezioni primarie del 23 marzo. Diciamo basta a questa illegalità con i nostri voti, rispondiamo alla violenza con la democrazia. Ekrem Imamogu era in testa in tutti i sondaggi per le presidenziali del 2028 e questo ha portato il governo turco a un vero colpo di stato. Erdogan sta isolando il nostro Paese. La lira è crollata ai minimi storici e tutti gli economisti sono preoccupati per quello che può accadere in Turchia: inflazione, disoccupazione, impoverimento sono. Nonostante i divieti, le principali città sono piene di manifestazioni in sostegno al sindaco di Istanbul, il nostro partito manifesterà ogni giorno fino alla sua liberazione. Voglio concludere il mio messaggio con le parole di Ekrem Imamoglu: la nostra nazione darà la risposta necessaria a tutte le cospirazioni, a tutte le bugie raccontate, a tutte le trappole tese, a coloro che violano i diritti delle persone e a coloro che rubano la volontà delle persone». La tensione resta palpabile nella città a cavallo tra Europa ed Asia che nelle ultime elezioni si è dimostrata più vicina all’opposizione che al sultano. Tutto riporta allo strano colpo di stato del 2016, orchestrato da una parte delle forze armate, ma di cui fu ritenuto responsabile Fethullah Gulen, strenuo oppositore di Erdogan. Da quel momento il presidente turco ha stretto il cappio intorno alla democrazia nel Paese anatolico. La Turchia resta determinante in tutti i contesti internazionali, dove gioca un ruolo da primattore.Questa retata ha scatenato molte reazioni internazionali (la Borsa di Istanbul ha chiuso ieri con 8,7%) come il documento firmato dai sindaci di Roma, Amsterdam, Parigi e Barcellona, che condannano l’arresto del collega turco, mentre il ministero degli Esteri italiano sta seguendo con grande attenzione quello che accade nel Paese. Molto forte la presa di posizione del responsabile degli Esteri del governo tedesco, che ha ammonito la Turchia: «Azioni come quelle di oggi mettono in seria discussione il suo percorso di adesione all’Unione europea». Minacce e accuse che non sembrano minimamente preoccupare Erdogan, che potrebbe uscire ancora una volta rafforzato da questa mossa di scacchi.
Nel riquadro Francesco Morcavallo (iStock)
Francesco Morcavallo: «Le autorità non possono intervenire sullo stile di vita se non limita la libertà altrui, altrimenti è Stato etico. Le strutture che ospitano bimbi hanno un giro di miliardi».
Lei ora è avvocato dopo essersi occupato di minori in quanto magistrato, giusto?
«Ho lasciato la magistratura nel 2013».
Si fa un gran parlare di riforma della giustizia, lei che idea si è fatto?
«La riforma della giustizia sul tema della giustizia dei minori è marginale. In Italia la riforma della giustizia civile avrebbe bisogno di scelte coraggiose, tipo decongestionare l’attività dei tribunali».
(Ansa)
Il ministro degli Esteri: «Stiamo lavorando per riportare a casa lui e gli altri detenuti politici. L’altro giorno il nostro ambasciatore ha avuto la possibilità di incontrare Alberto Trentini e un altro italiano detenuto in Venezuela, e ha parlato con loro. Trentini è sì detenuto, ma è stato trovato in condizioni migliori rispetto all’ultima volta in cui era stato visto». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando dell’attivista trattenuto in Venezuela, a margine dell’assemblea di Noi Moderati in corso a Roma. «La famiglia è stata informata – ha aggiunto – e questo dimostra che stiamo seguendo la vicenda con la massima attenzione. Il ministero degli Esteri, come tutto il governo, se ne occupa con grande scrupolo. Stiamo lavorando per riportarlo a casa. Non è un’impresa facile: basta guardare la situazione internazionale».
Uno scatto della famiglia anglo-australiana, che viveva nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti (Ansa)
La maggioranza degli italiani sta con i Trevallion, i cui figli sono stati strappati al bosco e al padre, ma i media cattolici o sono tiepidi o difendono i giudici. «Avvenire», il quotidiano dei vescovi, preferisce promuovere l’educazione affettiva nelle scuole.
Secondo il sondaggio realizzato da Alessandra Ghisleri per La Stampa, la metà degli italiani solidarizza con la famiglia del bosco. Il 44% degli interpellati nella rilevazione sostiene che i giudici del Tribunale dei minori dell’Aquila siano intervenuti andando oltre i limiti, il 49,8% ritiene che sia stato un errore allontanare i figli dal padre e il 49,7% pensa che i genitori debbano essere parzialmente liberi di scegliere uno stile di vita alternativo per i figli. In buona sostanza, sembra di capire che anche chi non condivide del tutto le scelte radicali dei genitori Trevallion sia comunque convinto che l’allontanamento dei bambini sia stato un atto violento che si poteva e doveva evitare.
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La denuncia di Fdi, che raccoglie le proteste dei genitori: «Nessuno ci ha coinvolti».
«Ai nostri bambini all’asilo hanno dato delle Scosse: sono gli attivisti di un’associazione che così si chiama che illustrano a bambini quasi neonati libretti che parlano di genitori omosessuali, di utero in affitto. L’educatrice è entrata ha fatto una lezione su questi temi incomprensibili per i nostri figli che frequentano il nido. Abbiamo chiesto spiegazioni, ma niente: un muro di gomma». Accade a Roma, ma purtroppo in tutta Italia. E poi ci si chiede perché la famiglia nel bosco è finita sotto la lente della giustizia e le «cure» (si fa molto per dire) delle assistenti sociali.






