Silvia Salis candidata double face: «Si era già offerta al centrodestra»

Secondo La Stampa, i dirigenti del Pd avrebbero descritto così la loro candidata Silvia Salis, stropicciandosi le mani: «Se vincerà sarà nata una leader a sinistra che potrebbe impensierire la Meloni». E forse hanno ragione perché l’ex campionessa italiana di lancio del martello è una vera candidata double face o anche di bosco e di riviera, una donna capace di parlare alla destra e alla sinistra con la stessa credibilità. Blandisce i progressisti citando il padre operaio comunista, già custode di villa Gentile dove la ragazza si allenava. Si fa fotografare con la falce e il martello alle spalle o con il fazzoletto rosso dell’Anpi il 25 aprile. Ma nel frattempo la Salis ha effettuato la sua vertiginosa scalata sociale. Vive con il marito benestante in case esclusive tra Roma e Genova (con un passaggio in una bella villa nell’elegante Pieve ligure), frequenta i salotti giusti (il suo portavoce - che non risponde ai cronisti della Verità - è il figlio di (...) segue a pagina 13 una delle giornaliste, per dirla con Tom Wolfe, più radical chic di Roma, Concita De Gregorio) e per entrare in contatto con gli imprenditori del porto si è fatta accompagnare da uno degli architetti più cool d’Italia, Luca Dini (specializzato, come si evince dal sito del suo studio, in «architettura extralusso» per super yacht e residenze private). E con il centro-destra era pronta a candidarsi, come ha raccontato a più persone Francesco Berti Riboli, amministratore delegato e proprietario, con la sua famiglia, della clinica Montallegro, altro illustre rappresentante della cosiddetta Genova bene e grande amico della Salis.
Tutti in questi giorni lo cercano per farsi raccontare meglio la storia e lui si è dato alla macchia. Non è possibile parlargli. Appena ha saputo che eravamo giornalisti ha chiuso la telefonata: «Mi chiami domani mattina». Non ha più risposto. Tre parlamentari ci hanno confermato che la storia è vera.
Matteo Rosso, di Fratelli d’Italia, ricorda: «Quando Riboli mi ha parlato c’era anche un assessore. E disse che la Salis era stata sempre vicina al nostro mondo e che voleva avere un ruolo più forte nella nostra città, nella nostra Regione. Ci disse che le avrebbe chiesto: “A quale partito ti senti vicina?”. E lei avrebbe risposto: “A Forza Italia”». E allora Riboli avrebbe detto di averle organizzato un incontro, ma che la cosa sarebbe morta lì.
Carlo Bagnasco, coordinatore regionale del partito fondato da Silvio Berlusconi, conferma: «Questa voce gira da tempo, ma lei non si è proposta a me. I contatti sono veri, li ha avuti, ma non li ha avuti con me. Berti Riboli l’ha fatta parlare con qualcun altro. È una cosa vera. Chieda a Roma».
Abbiamo così contattato un parlamentare di primo piano degli azzurri come Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, per anni legato al Coni come storico presidente della Federnuoto: «Questa cosa è stata detta anche a me e non solo a me. Io, però, non ho parlato direttamente con lei. Devo ricordarmi chi me l’abbia detto. L’ho sentita alla Camera. Ma credo che venga dal mondo ligure, dai deputati del giro dell’ex governatore Giovanni Toti o che a lui sono stati vicini. Devo fare un paio di verifiche». Insomma nessuno ha la pistola fumante che dimostri la richiesta di una candidatura con il centro-destra, ma in tanti ne parlano da tempo. Tutti tranne Berti Riboli, che si è chiuso in un mutismo assoluto.
L’ex presidente della Regione Toti da anni definisce la Salis e il marito regista Fausto Brizzi «amici di famiglia» (per esempio, ha presentato il libro della vicepresidente del Coni «La bambina più forte del mondo»), persone con cui ha lavorato gomito a gomito (Brizzi ha girato diversi spot promozionali della Liguria), ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni in questi giorni di campagna elettorale. Un totiano di ferro, che ci ha chiesto di rimanere anonimo per non tradire la consegna del silenzio del vecchio leader, accetta, però, di spiegarci il fenomeno Salis: «L’hanno candidata per intercettare quel mondo che aveva votato per Giovanni, un mondo che non si riconosce nei partiti di destra, che è liberal sui diritti civili e sociali e conservatrice in economia. È stata messa lì per attirare, in una Regione tendenzialmente progressista, i voti dei renziani o quelli in libera uscita da Forza Italia, ma anche quel 20 per cento di elettori che sceglieva Toti. Gente che vive nei quartieri preferiti dall’alta borghesia, Albaro, Carignano o nel Levante cittadino e che ha il portafogli a destra (commercianti, manager, armatori, medici, avvocati, broker assicurativi) e idee su aborto, fine vita, unioni civili e gay pride molto più liberal che teocon». Ma che potrebbe essere spaventata dal massimalismo di Avs e 5 stelle o dalle ultime uscite della Salis, costretta a inseguire l’elettorato di estrema sinistra. Potrà una giovane donna senza esperienza politica e tendenzialmente di centro, se non di centro-destra, non farsi condizionare dai tanti volponi del vecchio apparato post comunista che le stanno portando voti?
Il viceministro Edoardo Rixi, sulle origini politiche della Salis, è stato molto chiaro un paio di giorni fa: «È stata premiata dal centro-destra come ambasciatrice di Genova nel mondo. Esponenti del Coni mi hanno detto: “Noi siamo rimasti sorpresi perché la candidata sindaca del centro-sinistra ha detto per due anni che non ha mai conosciuto un governatore che abbia governato meglio di Giovanni e un sindaco più bravo di Marco Bucci”. E quella non è la candidata sindaca del centro-destra, è l’attuale candidata sindaca del centro-sinistra. Che si faceva mandare dal Coni a Genova perché voleva apparire durante le manifestazioni. Quando si è deciso di fare il Palasport lei c’era, però, oggi dice che il Palasport non va bene».
Negli scorsi anni ha promosso sui social gli spot della Regione Liguria realizzati da suo marito ed è stata testimonial di diverse iniziative di Toti, come «La Liguria delle donne», la campagna delle vaccinazioni anti Covid e l’evento «Crescere e guidare un’organizzazione: storia di una leadership al femminile». Nel 2023 è stata nominata dall’allora sindaco Marco Bucci ambasciatrice di Genova nel mondo ed è stata madrina della regata Ocean race, competizione internazionale portata in città dal Comune (disse: «In questo momento Genova è al centro del mondo su questo tema»). Ma, in particolare, è stata testimonial di Genova capitale europea dello Sport, (sempre con Bucci sindaco). A proposito di questo ruolo, circola in Rete un video intitolato «Silvia rimembri ancora quando ammiravi la Genova del centro-destra» e che ricorda alcune dichiarazioni dell’ex atleta olimpica. Per esempio, da perfetta groupie dell’ex primo cittadino, ha dichiarato: «Genova è una città che sta cambiando […] la percezione degli eventi sportivi è cambiata fortemente, di questo sono orgogliosa perché 20 anni fa mi sono dovuta trasferire a Roma per poter preparare le Olimpiadi (dove si è piazzata al trentaseiesimo e al quarantaduesimo posto, ndr)». E ha pure aggiunto: «Il fatto che Genova stia diventando sempre più sportiva è il segno di una città che sta andando verso il futuro». Ma adesso quella stessa città dovrebbe invertire la rotta e tornare al passato, votando lei, la «compagna» Salis.