2019-06-08
Sia subito scagionato il tabaccaio di Ivrea che ha ucciso il ladro. O la riforma è inutile
Ha sparato al delinquente che lo ha svegliato nella notte armato di piede di porco. Aveva subito 7 rapine. Come si fa a indagarlo?Io sto con Marcellino. Pensavo di non doverlo scrivere più, e invece eccomi di nuovo qui: io sto con il tabaccaio Marcellino, esattamente come stavo con il tabaccaio Franco Birolo, con il benzinaio Graziano Stacchio, con il gommista Fredy Pacini, con il pensionato Francesco Sicignano. Io sto con Marcellino perché anche lui, come tutti gli altri, è una persona onesta e perbene, che era tranquillo a casa sua, e non avrebbe fatto male a una mosca, nemmeno a un moscerino, se i ladri non fossero andati a rompergli gli zebedei. Erano in tre, con un piede di porco in mano. Lui ha sparato. Uno dei delinquenti, un moldavo, è rimasto ucciso. Dispiace? Non si è mai felici, ovviamente, quando muore una persona. Ma se qualcuno doveva morire, beh, meglio che muoia il criminale. Il quale, per altro, non muore per sfiga, ma perché se la va a cercare. Incerti della professione. Quello di Marcellino Iachi Bonvin, tabaccaio di Pavone Canavese (alle porte di Ivrea), 67 anni, padre di tre figli, persona da tutti descritta come onesta e perbene, stanco delle continue rapine (ne ha subite sette dal 2014), è il primo caso di legittima difesa cui si applica la nuova legge, varata nel marzo scorso. Ce ne fu un altro, subito dopo l'approvazione, quello del sedicenne albanese ferito mentre andava a rubare in una casa di Monterotondo, ma allora la legge era stata appena pubblicata e non era ancora ufficialmente in vigore. Non si poteva applicare. Ora, invece, la legge c'è. Vale. E stabilisce che difendersi da un criminale è sempre legittimo, non deve esistere proporzione tra azione e reazione. Per l'aggredito inoltre - dice sempre la legge - bisogna tenere conto del grave turbamento che provoca la situazione di pericolo in cui si trova. E allora domandiamo: perché, con la nuova legge, Marcellino viene indagato? Perché gli si imputa l'eccesso di legittima difesa? Questo reato non era stato, in qualche modo, abolito? O almeno svuotato? Il tabaccaio sessantasettenne, lo ripetiamo, non è un pistolero. Non è un cerca guai. Non è il vendicatore della notte né il texwiller del Canavese. Era uno che avrebbe voluto soltanto dormire tranquillo, l'altra sera, dopo ore di duro lavoro nel suo negozio. È stato svegliato nel cuore della notte, forse dai colpi dei delinquenti sulle porte del suo negozio, forse dall'allarme, ancora non si sa. S'è affacciato alla finestra, ha sparato in aria. Poi è sceso e si è trovato davanti tre persone con in mano un piede di porco, oggetto che normalmente non viene usato per pettinare le bambole e neppure per fare il solletico ai tabaccai. Come si fa a non riconoscergli la legittima difesa, in base alla nuova legge? Come si fa a non riconoscere lo stato di grave turbamento? Il procuratore ci ha tenuto a far sapere che Marcellino Iachi Bonvin è stato indagato per «garantirgli il diritto di difesa». Ha aggiunto che non vuole «criminalizzare nessuno ma capire come sono andati i fatti». E noi speriamo che sia così. E speriamo che, in base alla nuova legge, non sia difficile capire che se uno viene svegliato di notte da tre delinquenti che impugnano un piede di porco è legittimato a non farsi ammazzare e a non farsi portare via le sue cose. Di casi che si sono trascinati per le lunghe ne abbiamo già visti troppi. Il succitato Fredy Pacini, gommista di Monte San Savino (Arezzo), dopo aver subito 39 rapine, sparò e uccise un ladro, pure lui moldavo, nel novembre 2018: la richiesta di archiviazione è arrivata il 15 maggio scorso, ma non è ancora stata accolta. Chissà quando finirà tutto. Il succitato Graziano Stacchio, benzinaio di Ponte di None (Vicenza), sparò e uccise un ladro per difendere una commessa nel febbraio 2016: l'archiviazione è arrivata dopo 16 mesi e dopo un'infinità di spese. Il succitato Franco Birolo, tabaccaio di Civé di Correzzola (Padova), ha sparato e ucciso un ladro, pure lui moldavo, nell'aprile 2012: ha dovuto aspettare addirittura sei anni per avere l'assoluzione. Nel frattempo ha perso la salute e pure il negozio. Possiamo sperare che a Marcellino non succeda lo stesso? Perché se ricominciasse lo stesso film di sempre, con le inchieste che non finiscono mai, con i processi e i controprocessi, e con la vittima trasformata in colpevole da una giustizia che continua a proteggere più i malviventi che le persone perbene, ebbene, allora vorrebbe dire che non è servito a nulla. La legge, le discussioni, le polemiche, i talk show, le liti, le ricostruzioni: tutto inutile? Siamo al punto di prima? La verità la sapremo nelle prossime ore, se e quando, come ci auguriamo, il tabaccaio sarà prosciolto da tutte le accuse e gli inquirenti si concentreranno a dare la caccia ai due ladri ancora in fuga, piuttosto che a perseguitare la vittima del furto. Non vi pare più utile? Nel frattempo continueremo a ripetere, come sempre, iostoconMarcellino e Marcellinoresisti. Che ci volete fare? Siamo delle teste dure. E non possiamo fare a meno di pensare che se quel delinquente (pace all'anima sua) fosse andato a giocare a bocce o a briscola al bar, anziché andare a rubare, nessuno, ma proprio nessuno, gli avrebbe fatto del male. Ps. Abbiamo citato il sedicenne albanese ferito mentre, armato di una spranga, rubava in una casa di Monterotondo. Se ne parlò molto un paio di mesi fa. Ebbene quel tipetto è poi uscito dall'ospedale e naturalmente è tornato libero. Per fare cosa? Ha messo su una banda per rubare microcar. L'hanno arrestato l'altro giorno i carabinieri. Credetemi: forse è brutto dirlo, ma quando muore il ladro è sempre il male minore.
Julio Velasco e Alessia Orro (Ansa)
Rod Dreher (Getty Images)