2020-03-10
Si allarga il fronte pro Bertolaso. Pronto il commissario per Giuseppi
Dopo Matteo Renzi, anche Silvio Berlusconi spinge per un incarico all'ex uomo del terremoto umbro: «So che è disponibile». Il Colle non è ostile all'idea. Oggi faccia a faccia tra Matteo Salvini e il premier. Sul tavolo pure il nome di Gianni De Gennaro.Se ieri era solo un'ipotesi, oggi è già molto più di questo. La pista che porta al nome di Guido Bertolaso si va facendo sempre più chiara e visibile, ottiene la convergenza da parte di personalità pur assai lontane fra loro, il gradimento di altre, e un silenzioso ma eloquente avallo istituzionale ad ogni livello. L'esigenza di una sorta di commissario straordinario è oggettiva: ieri il direttore della Verità Maurizio Belpietro l'ha messa nero su bianco. La posizione di Giuseppe Conte, da questo punto di vista, appare sempre meno difendibile (e infatti non si trova nessuno disposto a spendersi pubblicamente per lui, nella sua stessa maggioranza). Gestione ondivaga (sottovalutazione, poi drammatizzazione, poi di nuovo attenuazione, fino agli ultimi giorni drammatici); comunicazione cacofonica e autolesionista (gestita da Rocco Casalino, altra figura divenuta politicamente radioattiva); lite con le regioni del Nord; tentativo di scaricare le colpe da tutte le parti, perfino sugli eroici medici degli ospedali di Lodi e Codogno. Insomma, una sequenza di infortuni imbarazzanti, culminata con la conferenza stampa alle 3 del mattino di lunedì. E la situazione non è certo migliorata ieri, quando prima in un'intervista su Repubblica, e poi in un post sui social, Conte - con sprezzo del ridicolo - ha evocato Winston Churchill: «In questi giorni ho ripensato ad alcune vecchie letture, a Churchill. Questa è la nostra “ora più buia", ma ce la faremo». Sul Web è partito un mix di sarcasmo e dileggio, ma anche nei palazzi della politica, nemmeno troppo sottovoce, più di qualcuno ha evocato la necessità di robusti infermieri per occuparsi di chiunque osi immaginare un paragone del genere. Il primo a fare il nome di Bertolaso era stato Matteo Renzi in un video su Facebook: «Ci vuole uno come Bertolaso a dare una mano a Palazzo Chigi in queste ore, anzi ci vuole proprio Guido Bertolaso: una personalità capace di lavorare con governi di tutti i colori, e capace di mettere le mani nella comunicazione istituzionale nelle crisi».E ieri è intervenuto l'uomo che volle Bertolaso al suo fianco nella gestione di diverse emergenze, e cioè Silvio Berlusconi: «Sarebbe estremamente importante, in un momento così difficile della vita del Paese, che le istituzioni parlassero con una voce unica, autorevole, capace di dare indicazioni coerenti e competenti e quindi di infondere fiducia nei cittadini. Questa figura c'è, il suo nome è Guido Bertolaso: sono certo sia disponibile e ha già dimostrato con i miei governi di essere capace di gestire gravi emergenze in modo esemplare, riconosciuto in tutto il mondo». E ancora: Bertolaso «è un amico ed è stato un collaboratore prezioso, ma sono lieto che il suo nome sia stato fatto da più parti, a dimostrazione che le sue grandi competenze sono un patrimonio del paese e non di una parte. L'Italia può farcela, ma deve affidarsi alle persone giuste. Guido Bertolaso è certamente una di queste, la migliore a giudizio di molti». E attenzione, in queste righe di elogio c'è una notizia, e cioè l'ok dello stesso interessato («Sono certo sia disponibile»). Ieri mattina, a Palazzo Chigi hanno tremato leggendo un retroscena sul Corriere della Sera tutto costruito sulla candidatura Bertolaso, e con un eloquente passaggio (non smentito dal Colle in giornata) sul favor di Mattarella verso questa ipotesi: «Raccontano che il presidente Sergio Mattarella guardi con favore alla nomina di un “supercommissario" che consenta al governo di parlare con una voce sola». Nello stesso articolo del Corsera, firmato da Monica Guerzoni, si evocano anche Matteo Salvini e Gianni Letta come favorevoli all'ipotesi.E lui, Conte? Interpellato da Stefano Cappellini su Repubblica, è costretto a pattinare su ghiaccio sottile, e si limita a una risposta garbata ma vaga: «Sono risoluto a ricorrere a qualsiasi mezzo per proteggere i cittadini e sicuramente potenzieremo la squadra». Potenziare la squadra? In effetti è questo il modo in cui in diversi stanno cercando di presentare l'opzione Bertolaso al premier: non una sostituzione, ma un affiancamento come commissario per l'emergenza, chiamato sia a coordinare le operazioni sia a gestire la comunicazione. Ma è inutile girarci intorno o affezionarsi alle circonlocuzioni: in un'emergenza, chi dovrebbe - appunto - coordinare le operazioni e gestire la comunicazione? Il presidente del Consiglio. E allora questo potrebbe essere il finale di partita, la fase due dell'operazione. Iniziare con un affiancamento, e poi - appena possibile - sostituire l'ormai indifendibile Conte a Palazzo Chigi. È una prospettiva che anche le opposizioni - retroscena a parte - potrebbero effettivamente considerare. Di tutta evidenza, uno come Bertolaso avrebbe naturaliter il ruolo del traghettatore per un tempo ragionevolmente breve, non certo per due o tre anni. Morale: dopo la gestione dell'emergenza e la riconquista di un minimo di serenità, potrebbe riaprirsi il discorso di una conclusione ordinata della legislatura. Senza dover attendere il 2023. Nella serata di ieri, sono iniziate a circolare altre ipotesi: quella dell'ex capo della polizia e ora presidente di Leonardo Gianni De Gennaro oppure (ipotesi preferita da Conte, pare) quella della mera indicazione di un esponente politico come sottosegretario all'emergenza Coronavirus. Intanto, Matteo Salvini ha sentito Conte al telefono, e lo vedrà oggi, dopo aver invocato «scelte eccezionali per momenti eccezionali», come l'estensione della zona rossa a tutta l'Italia.