2024-02-06
Sgarbi farà ricorso al Tar. Ma intanto la Meloni ha già accettato le dimissioni
Vittorio Sgarbi (Imagoeconomica)
Continua il balletto sull’addio all’esecutivo dell’(ex?) sottosegretario: «Me ne vado, ma ora l’Antitrust indaghi su tutte le istituzioni». Il premier: «Si limiti ai fatti oggettivi».«Sayonara» per Sgarbi direttamente dal Giappone. Il premier Giorgia Meloni, a Tokyo per il passaggio di consegne per la guida del G7, chiude il caso Vittorio Sgarbi e le sue dimissioni, con retromarcia, da sottosegretario ai Beni culturali. «Trovo corretta dopo il pronunciamento dell’Antitrust la decisione di dimettersi, per cui accolgo le dimissioni. Aspetto di incontrarlo a Roma per accoglierle. Sgarbi ha potuto contare su un governo che ha atteso elementi oggettivi. Ora spero che non pretenda che quello stesso governo sugli altri decida su elementi non obiettivi. Sarebbe eccessivo». Il critico d’arte, infatti, in una lettera indirizzata alla premier e pubblicata sul Corriere della Sera all’indomani delle «teatrali» dimissioni durante un evento organizzato da Nicola Porro, è passato subito all’attacco: «Se il governo, per mano di un suo ministro (cioè Gennaro Sangiuliano, al quale Sgarbi non perdona di aver inoltrato all’Agcm le lettere anonime che denunciavano l’incompatibilità, ndr) ha promosso un’indagine sul conflitto di interessi all’interno del governo, è giusto che io chieda all’Antitrust che si estenda l’indagine a tutte le istituzioni, con gli stessi criteri. Non per ritorsione, ma per rispetto delle istituzioni alle cui decisioni io mi sono rimesso. E che tu ti faccia garante della integrità del governo quanto a possibili incompatibilità, se a me non è consentito parlare e promuovere in ogni modo l’arte e le mie idee».E a proposito della sua «autosospensione» sempre nella lettera chiariva: «Io mi sono assolutamente dimesso ma i tempi presuppongono quelle che io chiamo dimissioni in due tempi: io da questo momento non ho deleghe attive e non voglio esercitarle». Infine in conclusione aveva sottolineato: «Meloni non mi ha chiamato, e non mi sono sentito affatto solo, ma se vuole chiamarmi mi chiami e io farò quello che mi dice».In ogni caso il premier ha già accettato le dimissioni dopo che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva pubblicato sul bollettino settimanale la delibera nella quale si confermava che esercitando la sua attività di critico d’arte contemporaneamente alla carica di sottosegretario di governo, Sgarbi aveva violato la legge Frattini sul conflitto di interessi. Si legge infatti nel testo dell’Agcm: «Secondo la denuncia pervenuta in Autorità, i collaboratori del prof. Sgarbi [omissis] e [omissis] condurrebbero con soggetti terzi vere e proprie trattative con l’unico obbiettivo di avvantaggiarsi e ottenere una contropartita, ovvero un indebito profitto economico, che realizzano attraverso accordi commerciali, il cui oggetto è la prestazione d’opera da parte del prof. Vittorio Sgarbi. Verrebbero così organizzati eventi ad hoc (presentazioni dei suoi ultimi libri o messa in scena dei suoi spettacoli) ovvero, nel caso in cui gli eventi siano già programmati da parte di amministrazioni, enti od organizzazioni locali, s’inserisce la presenza del sottosegretario all’inaugurazione di mostre, musei ed eventi di vario genere».Dopo le parole della Meloni pronta la risposta dell’ex sottosegretario: «Sono felice che abbia accolto le mie dismissioni ma io pongo una questione di tipo giuridico: quella della legittimità del ricorso al Tar da dimissionario. La questione che io ho posto oggi non riguarda il mio rapporto con lei: io mi attengo a quello che mi dice, il problema è quello che dicono gli avvocati. Però il ricorso lo farò in ogni caso». Comunque, in questo «lascio o non lascio», il diretto interessato aggiunge: «Confermo le mie dimissioni, che saranno esecutive alla fine del percorso amministrativo che prevede il pronunciamento del Tar dopo il mio ricorso. Me ne andrò anche nel caso di una sentenza favorevole». Anche perché secondo l’ormai ex politico la delibera dell’Autority è chiara: «Non posso fare la vita che ho fatto per cinquant'anni, non posso essere me stesso e essere sottosegretario, come si capisce subito leggendone la forzata motivazione, di una decisione tanto politicamente corretta, quanto giuridicamente scorretta». Insomma Sgarbi pare voglia vendere cara la pelle anche se domenica sera sono arrivate nuove accuse da Report, trasmissione Rai durante la quale il critico d’arte aveva lanciato urla ed insulti ad un giornalista. Dopo aver sollevato la vicenda del furto del quadro del ’600 di Rutilio Manetti per la quale Sgarbi è indagato per autoriciclaggio di beni culturali, nell’ultima puntata è stato intervistato il suo ex assistente Dario Di Caterino secondo il quale il sottosegretario «ha ricevuto soldi anche in contanti» per le sue attività personali, mentre già faceva parte del governo. Inoltre si è fatto riferimento ad autisti utilizzati come prestanome: uno di loro sarebbe stato ricompensato con un assessorato antimafia in uno dei tanti Comuni guidati da Sgarbi in questi anni come sindaco. Nel frattempo, mentre Sgarbi temporeggia, da Pd e M5s arriva una richiesta di chiarezza. «Apprendiamo che la presidente del Consiglio ha ricevuto una lettera firmata dal “sottosegretario dimissionario”, Vittorio Sgarbi, che annuncerebbe una trattativa con il governo su modalità, tempi e conseguenze delle sue dimissioni. Siamo davanti a una situazione mai accaduta che getta le istituzioni nel ridicolo e nell’imbarazzo. Meloni dica con chiarezza se Sgarbi si è dimesso o no. E, in caso contrario, chiuda questo balletto inqualificabile e proponga immediatamente al presidente della Repubblica il decreto di revoca del sottosegretario», dice la capogruppo dem nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi. Invece i colleghi pentastellati di Camera e Senato Antonio Caso e Luca Pirondini chiedono che «l’agonia» venga chiusa definitivamente.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.