2023-05-21
Altri sfollati, siamo a quota 36.000. Ospedali in tilt e manca pure il cibo
La provincia più colpita dalle evacuazioni è Ravenna. A Forlì, invece, rinviate 30 operazioni chirurgiche. Dopo la pioggia, il rischio ora sono le 300 frane attive. Giorgia Meloni lascia in anticipo il G7 in Giappone, oggi a Forlì.Al quinto giorno di alluvione gli sfollati dai quasi cento Comuni colpiti in Emilia Romagna sono ormai arrivati a quota 36.600. Quello di Ravenna è il territorio più colpito. I fiumi continuano a terrorizzare gli abitanti e in 27.775 sono stati costretti ad abbandonare la propria abitazione. La superficie evacuata è pari a 10.873 ettari, ovvero il 16 per cento dell’intero territorio comunale. A Forlì e Cesena sono già in 4.830 gli sfollati e altre 4.012 persone sono state evacuate nel bolognese. Le vittime sarebbero 14 e si cercano i dispersi (uno dei quali è stato ritrovato l’altra notte). Dopo la Procura di Ravenna, anche quella di Forlì ha aperto un fascicolo per le ipotesi di omicidio e disastro colposo. Intanto la pioggia continua a infierire su un territorio ormai in ginocchio a causa degli incalcolabili danni. A Ravenna si spera che la barriera di terra armata costruita venerdì sulla Faentina possa limitare la piena di acqua e fango. E alla paura si aggiungono i disagi. Cominciano a scarseggiare i generi alimentari e in alcune aree manca l’acqua potabile. La sanità è in pesante affanno.A Cervia, l’Ospedale San Giorgio è ormai inagibile e in città è stato allestito un ambulatorio d’emergenza. A Forlì dopo ore è stata ripristinata l’energia elettrica e le sale operatorie sono tornate operative, ma 30 interventi chirurgici sono stati rinviati. I pazienti ospitati nelle strutture residenziali del lughese e ravennate sono stati tutti ricollocati in città non interessate dal maltempo. Chiuso il punto di primo intervento di Cervia, così come quello di Lugo: il servizio di pronto soccorso è stato reindirizzato su Ravenna. L’ospedale di Loiano rimane accessibile, ma vengono segnalate difficoltà logistiche. L’Istituto romagnolo per lo studio dei tumori di Meldolada non tornerà a regime prima di lunedì. E a Bologna sono state rinviate 1.500 visite specialistiche. Un elicottero della Eliossola impegnato per conto dell’Enel in interventi per i guasti alla linea elettrica, dopo aver tentato un atterraggio d’emergenza, è caduto a Belricetto di Lugo, in provincia di Ravenna. Le quattro persone a bordo sono rimaste ferite (tre sono in gravi condizioni). Continuano le operazioni per portare in salvo chi è rimasto bloccato nella propria abitazione. Il quindicesimo stormo dell’Aeronautica militare ieri ha prelevato a San Colombano, frazione di Meldola, una mamma con i suoi tre figli e il gatto con un elicottero. E gli interventi dei vigili del fuoco hanno superato quota 3.300. La frazione di Lavezzola è stata evacuata in tutta fretta, perché rischia di essere allagata e 200 persone sono state trasferite a Imola. Il sindaco di Conselice Paola Pula ha spiegato: «Sul nostro territorio stanno convergendo le rotte di tre fiumi che hanno avuto rotture importanti». In città, dove il centro storico è completamente sott’acqua, manca l’energia elettrica e anche le idrovore si sono bloccate.Una catena umana si è passata per tutta la mattinata sacchi di sabbia per tentare di creare un argine all’esondazione del canale destro del Reno. Anche le linee telefoniche sono andate in tilt e i sindaci stanno usando i social per dare massimo risalto alle ordinanze e agli aggiornamenti meteo. La regione resta in zona rossa, ma il nuovo pericolo si chiama frane. Ce ne sono già 305 in atto (quelle monitorate), ma si teme che possano aumentare ancora a causa del terreno carico di acqua. Anche la viabilità è compromessa: sono oltre 500 le strade chiuse, totalmente o parzialmente. Il governatore Stefano Bonaccini ipotizza in «mezzo miliardo di euro» i danni per le strade provinciali «e», spiega, «manca tutta la parte delle strade comunali». Con Anas, invece, il governatore ha stimato 100 milioni di danni e altri 100 con Ferrovie. Per ricostruire, annuncia Bonaccini, «chiederemo l’attivazione del fondo di solidarietà europeo, che per il sisma ci fece avere più di mezzo miliardo». Sull’ipotesi di utilizzare il Pnrr, idea bocciata dal ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini «per una questione di tempi», Bonaccini afferma di condividere le parole del ministro, ipotizzando, però, di «verificare se ci sono su alcune voci progetti che non riescono ad andare avanti, o che non rimarrebbero nei tempi, utilizzabili per quelle opere infrastrutturali che nella progettazione possono essere già pronte». Salvini, in Prefettura a Bologna, ha sottolineato che «ci sono dighe fermate da troppi anni, decenni in alcuni casi. Queste opere servono, non sono di destra o di sinistra. Il territorio va infrastrutturato e messo in sicurezza». E ora che alcune aree sono semi disabitate si affaccia anche l’incubo degli sciacalli. In Prefettura c’era anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Ci sono stati dei coordinamenti fatti dalle prefetture anche per quanto riguardava il servizio antisciacallaggio. C’è stata qualche segnalazione come fattore di rischio, ma si sono verificati grandi episodi». Colpite in modo duro anche le aree industriali. Confindustria non è ancora in grado di fare un bilancio dei danni ma Annalisa Sassi, presidente degli industriali emiliani, valuta la situazione come estremamente delicata: «Molte aziende non sono neppure raggiungibili e in altre l’acqua impedisce di entrare». A San Lorenzo di Noceto, in provincia di Forlì, lo stabilimento di un allevamento di pollame è stato completamente risucchiato dal fiume esondato. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato i sindaci di Forlì, di Ravenna, di Cesena e di Faenza. Mentre il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, invece, è attesa per oggi in Emilia Romagna, a Forlì. Ha lasciato in anticipo il G7 di Hiroshima: «La mia coscienza mi impone di tornare», ha detto ieri pomeriggio, «non riesco a stare lontana dall’Italia in questo momento». Il programma delle visite è ancora in via di definizione e sarà condizionato dalle condizioni meteo. «Chiaramente», ha detto Meloni, «dovremo stanziare le risorse per l’emergenza, per quelle della ricostruzione dobbiamo aspettare di capire di più». Nell’immediatezza però prevede «allentamenti burocratici per alleviare le famiglie e le imprese sul pagamento dei tributi». E infine ha assicurato: «I fondi li troviamo, da Hiroshima grande disponibilità da Joe Biden all’Ue. Non grazie a me ma al ruolo dell’Italia».
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco
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